Da Corriere della Sera del 02/02/2004

In un’intervista a Time il favorito per la nomination cita Roosevelt

Kerry: «Bush è simpatico ma ciò che fa è rischioso»

«Sono un democratico che pensa, forse vecchio stile»

di Ennio Caretto

WASHINGTON - John Kerry respinge l'etichetta sia di liberal sia di neo-democratico. Si dichiara semplicemente «un democratico che pensa», accusa Bush di «avere mancato di parola sulla guerra dell'Iraq» e ne denuncia la politica estera ed economica. Ma precisa che il presidente «mi piace sul piano personale».

Lo fa in un'intervista alla rivista Time destinata a evidenziare la sua eleggibilità, mentre la candidatura del rivale Howard Dean, il ribelle del Partito, appare sempre più in pericolo. Kerry si contrappone anche a lui, sia pure indirettamente, citando la propria leadership nella guerra del Vietnam, una guerra a cui Bush, pilota della Guardia nazionale, non fu chiamato.

Lei è troppo liberal per essere eletto presidente?
«E' una falsa etichetta. La prima cosa che feci al mio ingresso al Senato nell'85 fu di sponsorizzare la legge sulla riduzione del deficit del bilancio dello Stato».

Che tipo di democratico si considera?
«Un democratico che pensa. Potete chiamarmi un democratico vecchio stile, tipo New Deal di Roosevelt, su questo o quel problema. Non romperò la fiducia nella sicurezza sociale. Non abbandonerò la gente che fatica per guadagnare un salario decente. Ma potete chiamarmi un Nuovo Democratico quando si tratta di creare posti di lavoro e comprendere le linee fondamentali del mondo degli affari».

Perché votò conto la guerra all'Iraq nel '91 e a favore nel 2002?
«E’ molto semplice. Nel '91 io volevo Saddam Hussein fuori dal Kuwait anche con l'uso della forza, ma volevo il totale appoggio del Paese, che non c'era, volevo cioè aspettare in modo da averlo. Nel 2002, bisognava imporre al raìs il rispetto dei patti. Ma Bush violò la promessa fattaci di prendere la strada giusta, prese quella sbagliata. E' importante che un leader mantenga la parola se manda dei giovani a morire. E io credo che debba essere fatto col massimo livello di sostegno e il massimo potenziale di successo».

Dean dice di avere un vantaggio su lei: ha retto uno Stato come il Vermont.
«Io ho comandato una nave in una guerra, ho preso decisioni di vita e di morte, ho trasportato armi nucleari, ho organizzato varie operazioni, sono stato vicegovernatore del Massachusetts. Erano grosse responsabilità».

Lei è molto duro con Bush. Non le piace?
«Che c'è di duro nel dire le cose come stanno? La politica estera di Bush è rischiosa, arrogante e di parte. Personalmente mi piace molto. E' molto simpatico, molto affabile, molto per bene, una compagnia piacevole. Ma non sono d'accordo con le sue idee e i suoi orientamenti».

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