Da La Repubblica del 02/01/2004
Originale su http://www.repubblica.it/2004/a/sezioni/economia/redditi/redditi/reddi...

L'Eurostat: il Pil procapite sceso sotto la media Ue. La crisi economica ci declassa: più vicini alla Spagna

L'Italia diventa più povera e scivola in serie B

In Lussemburgo ricchezza record, resiste il miracolo irlandese

di Fabio Bogo

ROMA - Un passo dopo l'altro inesorabilmente sempre più in basso, sempre più vicina alle posizioni di coda, progressivamente più povera. Per la prima volta dal 1995 - certifica l'Eurostat, l'istituto statistico europeo - la ricchezza degli italiani è stata inferiore a quella media del Vecchio continente. A fine 2002 - ultimo dato rivisto e aggiornato dopo un lavoro di 16 mesi da parte dei tecnici di Bruxelles - il prodotto interno lordo procapite dell'Italia espresso in pps (l'indicatore che omogeneizza il potere d'acquisto dei cittadini) è sceso a quota 98, due punti sotto quella quota 100 che costituisce la media dei quindici paesi Ue. Nel 1995 eravamo a quota 104, a poca distanza dalla pattuglia di paesi di testa.

Italia più povera dunque, anche se il rallentamento economico dell'ultimo biennnio, per la verità, ha colpito un po' tutti. Ma l'impatto della crisi ha avuto velocità differenti, con il risultato di dividere i Quindici in due fasce ben distinte. E l'Italia da questo punto di vista è in serie B. I più ricchi restano, come al solito, i lussemburghesi. Il loro indicatore nel 2002 è stato fotografato a quota 189, una cifra record che però è il risultato di un'anomalia strutturale: i molti lavoratori transfrontalieri contribuiscono a far correre il Pil ma non possono essere calcolati come popolazione residente, a tutto vantaggio, però virtuale, di coloro che invece vivono nel Granducato.

Il vero miracolo - conferma l'Eurostat - è l'Irlanda, il cui Pil procapite è schizzato da 90 del 1995 a quota 125 nel 2002. E sempre nelle posizioni di eccellenza rimangono i paesi del Nord. Il reddito di un cittadino danese negli ultimi 8 anni è rimasto del 13% superiore a quello medio Ue, quello di uno svedese è oscillato tra il 7 ed il 5% in più, per gli olandesi lo scarto a favore era di 9 punti nel 1995 ed è salito a 11 nel 2002. Esattamente a metà strada tra le categorie dei "ricchi" e dei "poveri" c'è la Germania. L'ex locomotiva d'Europa negli ultimi due anni è finita su un binario morto. Il Pil procapite tedesco, che era pari a 108 nel '95, è sceso a 100 nel 2001 e lì è rimasto inchiodato anche nel 2002.

La Germania fa da spartiacque e sotto rimangono in pochi, con la novità che l'Italia affianca in categoria Spagna, Portogallo e Grecia. Ma le dinamiche sono differenti. Nel 1995 la ricchezza di un cittadino greco era il 65% di quella media europea, nel 2002 è salita al 71%. Il reddito spagnolo ha fatto un balzo considerevole, salendo dal 79 all'86%, e progressi ha compiuto anche il Portogallo, il cui indice è passato da 66 a 71. Per l'Italia è accaduto l'inverso: la quota 104 del 1995 è diventata 102 nel 1999, 101 nel 2000, 100 nel 2001. Infine la retrocessione. E nel 2003, vista la crescita praticamente al palo, certamente non vi sarà alcun recupero di posizioni: nuovo declassamento in vista.

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