Da Corriere della Sera del 28/01/2004

Titanic

La lezione di democrazia di un seggio di periferia

di Gianni Riotta

CONCORD (New Hampshire) - Una scuola perduta nei boschi, strada gelata, i fari delle auto che cercano incerti il comizio notturno. La palestra del liceo di South East Street è gremita, femministe adolescenti, studenti ecologisti, pensionati, massaie, canuti reduci del Vietnam con all'occhiello il distintivo «No war». Aspettando il senatore democratico John Edwards, nell'ultima assemblea prima del voto in New Hampshire, la folla paziente sfida l'inverno, per una spiegazione, un ragionamento, una risposta decisiva. Un compositore inganna l'attesa lavorando allo spartito musicale, qua una croma, là una chiave di violino sul pentagramma. Guardo la gente appollaiata sulle scomode seggiole metalliche e penso alle polemiche livide dell'ultimo anno. Lo scrittore Gore Vidal: gli Stati Uniti sono in mano a «una giunta militare». Il linguista Noam Chomsky: a Washington impera «il nuovo fascismo». Lo storico francese Emmanuel Todd: «la decomposizione dell'amministrazione americana» ammorba il pianeta. Sono questi cittadini i pretoriani del Nuovo Ordine Mondiale? Sono loro i guerrafondai a caccia di barili di petrolio, spietati nell'imporre patatine fritte e Hollywood in ogni landa? Quartiere per quartiere, qui in New Hampshire, lo Stato che vedeva ieri in vantaggio il senatore progressista John Kerry contro il radicale Howard Dean, l'ondata di antiamericanismo si svela per quello che è, propaganda e risentimento. Nel 2000 votarono 104.283.351 americani, solo l'India rivaleggia in dimensioni tra le democrazie. Il senatore Edwards, quando finalmente arriva, giovane, sorridente, spigliato, evoca temi cari ai critici degli Usa, la povertà, il divario ricchi-ceto medio, le scuole d'élite e dei ghetti, la sanità perfetta e gli ospedali lazzaretto.

Infine le «Due Americhe», «una amata come paladina della democrazia, dei diritti civili e della tolleranza, l'altra detestata, arrogante e unilaterale».

Ecco il Paese che va al voto, tra dibattiti e difficoltà. Altro che «giunta militare», il seggio allestito in periferia nella parrocchia Immacolata Concezione è animato da formichine democratiche come nel romanzo di Calvino «La giornata di uno scrutatore», una nonnina per presidente, già 387 voti a mezzogiorno e un pensionato a premiare Kerry: «Dobbiamo battere Bush!». Quanto alla «macchina del consenso», magari in Italia avessimo giornali e tv che se le danno in diretta con i candidati, senza censure, lottizzazioni, conflitti di interessi. «Voi giornalisti fate solo spettacolo» lamenta il candidato Dean, cocco dei media un mese or sono. E' la stampa democratica, bellezza, e farei a cambio con la nostra informazione oggi stesso! Il vicepresidente Dick Cheney, dopo il lungo isolamento, è andato in missione in Svizzera e a Roma perché anche la Casa Bianca teme ora di restare isolata e prova a riaprire il dialogo. Non sarà facile: la nuova biografia del premier inglese Tony Blair scritta da Philip Stephens racconta che Cheney, afflitto da «viscerale unilateralismo», sabotò «con una sua guerriglia» perfino il fedele alleato Blair ai tempi della guerra in Iraq. I democratici giurano, da Kerry a Edwards, che, ripresa la Casa Bianca, «risaneranno i rapporti con europei e l'Onu». L'America ricomincia a cercare il mondo, ma il mondo deve ricominciare a capire l'America. A novembre andrà a votare una superpotenza divisa, incerta ed ansiosa.

Decisa nel difendersi dal terrorismo, ma perplessa sulla strategia giusta e ansiosa di avere amici sinceri.

L'unilateralismo non sarà facile da battere, alligna a destra con il consigliere Richard Perle che propone un dissennato «ritiriamoci dall'Onu!», ma anche nel paternalismo dei liberal: la columnist del New York Times Maureen Dowd scrive sprezzante che in Iraq Bush ha per alleati solo «cani barboncini e lacchè» e il lettore italiano Carlo Nebbia fulmina da Torino, chiedendole se consideri i carabinieri caduti a Nassiriya «barboni o lacchè». Mezza America vuole il dialogo con l'Europa. Vedremo presto cosa decide l'altra metà.

Sullo stesso argomento

Articoli in archivio

L´America dei devoti non è arretrata, ma moderna e combattiva. Per fare proseliti usa blog e siti web
Il segreto dei militanti della fede vincere con le armi del nemico
di Simon Schama su The Guardian del 18/11/2004
 
Cos'� ArchivioStampa?
Una finestra sul mondo della cultura, della politica, dell'economia e della scienza. Ogni giorno, una selezione di articoli comparsi sulla stampa italiana e internazionale. [Leggi]
Rassegna personale
Attualmente non hai selezionato directory degli articoli da incrociare.
Sponsor
Contenuti
Notizie dal mondo
Notizie dal mondo
Community
• Forum
Elenco degli utenti

Sono nuovo... registratemi!
Ho dimenticato la password
• Sono già registrato:
User ID

Password
Network
Newsletter

iscriviti cancella
Suggerisci questo sito

Attenzione
I documenti raccolti in questo sito non rappresentano il parere degli autori che si sono limitatati a raccoglierli come strumento di studio e analisi.
Comune di Roma

Questo progetto imprenditoriale ha ottenuto il sostegno del Comune di Roma nell'ambito delle azioni di sviluppo e recupero delle periferie

by Mondo a Colori Media Network s.r.l. 2006-2024
Valid XHTML 1.0, CSS 2.0