Da Corriere della Sera del 18/12/2003

Sì alla Finanziaria, la preoccupazione di Casini

«Tenere conto anche delle esigenze del Parlamento». Tremonti: nessun disagio, c’è stato pieno rispetto dei ruoli

di Mario Sensini

ROMA - Dopo i tre voti di fiducia, la Camera ha approvato ieri la Legge finanziaria del 2004 che ora passa in terza lettura al Senato per il via libera definitivo, atteso lunedì. Sono passati ottanta giorni dalla sua presentazione: due mesi e mezzo di discussioni, scontri e polemiche che hanno lasciato il segno. Certamente sul futuro della Finanziaria, destinata a una riforma ormai ineludibile, ma anche sui rapporti interni alla maggioranza e al governo. «Penso che nessuno possa ritenersi soddisfatto dell’andamento di questa sessione di bilancio» ha detto il presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, al termine delle votazioni. Ha faticato non poco, il presidente, a gestire i lavori della Camera e non lo nasconde. «Il Parlamento si deve rendere conto delle esigenze del governo» ha detto alludendo alle migliaia di emendamenti presentati alla Finanziaria, moltissimi da parte dei rappresentanti della maggioranza. «E il governo si deve rendere conto delle esigenze del Parlamento» ha aggiunto, probabilmente pensando ai cinque voti di fiducia, ai tre maxiemendamenti che hanno accorpato, modificandoli, tutti gli articoli della legge una settimana prima del voto finale. «Una riforma della Finanziaria - ha aggiunto - è certamente legittima, ma non può avvenire surrettiziamente».

Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, non la considera un’accusa, ma la semplice presa d’atto «di un cambiamento empirico, che ora andrà formalizzato». A Tremonti sembra interessare il risultato, più che il mezzo. «Casini ha parlato di un certo disagio. Non so per il Parlamento, ma da parte del governo non c’è stato alcun disagio» ha aggiunto il ministro, evitando qualsiasi polemica con Casini: «Abbiamo parlato spesso e a lungo, in termini di assoluta correttezza e nel pieno rispetto dei ruoli».

Non tutti, nel governo, la pensano però come Tremonti. «Io sono ministro dei Rapporti con il Parlamento e di questo governo faccio parte. Posso assicurare a Tremonti che mi sono sentito molto a disagio durante la discussione di questa Finanziaria» ha detto Carlo Giovanardi. Anche nella maggioranza c’è chi vorrebbe dimenticare presto questa Finanziaria. Come Alberto Giorgetti, capogruppo di An in Commissione Bilancio, o Luca Volontè capogruppo dell’Udc, che ieri l’hanno detto apertamente. Per non dire dell’opposizione, che con il segretario Ds Piero Fassino parla di Finanziaria «fallimentare» che ha «svuotato il Parlamento dalle sue competenze».

Per Tremonti resta una «Finanziaria innovativa, veloce ed efficace». Quello cui non si è potuti arrivare resta in agenda, come la compensazione dei crediti d’imposta chiesta dalla Lega. Il ministro non esclude un decreto, ma «bisognerà studiare a fondo il problema». Resta una «buona Finanziaria per la ricerca, l’innovazione, la competizione, la difesa della produzione nazionale e - ha aggiunto Tremonti - per la sicurezza dei cittadini, per la Polizia, i Carabinieri e l’Esercito, cui vanno risorse aggiuntive». Anche se il sindacato di Polizia e i Cocer della Guardia di Finanza e dei Carabinieri non la pensano così e la definiscano «inadeguata».

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