Da Corriere della Sera del 05/12/2003
Bruxelles annuncia: fermiamo le ritorsioni da 2,2 miliardi
Bush si piega, ritirati i dazi sull’acciaio
Lamy (Ue): il Wto funziona. Ma gli Usa avvertono: se serve pronti a nuove barriere
di Ennio Caretto
WASHINGTON - Finalmente è ufficiale: il presidente Bush revoca i dazi sugli acciai dichiarando che «hanno raggiunto lo scopo di consentire all'industria Usa di ristrutturarsi» e che «essendo cambiate le circostanze economiche è ora di espandere i commerci». Ma lo scontento negli stati culla delle acciaierie, dalla Pennsylvania all'Ohio, è tale che per evitare ripercussioni elettorali il presidente annuncia il monitoraggio delle importazioni dall'estero, Europa in testa: colpiremo severamente, dice senza precisare meglio, chiunque pratichi «prezzi non equi» o tenti di inondare il mercato dei propri prodotti. Rimane quindi il rischio di altri scontri internazionali.
Data l'impopolarità della misura, Bush non si presenta ai giornalisti, ma manda avanti il negoziatore dei commerci Robert Zoellick. Questi nega che il presidente abbia ceduto al Wto, l'Organizzazione mondiale dei commerci, che aveva decretato la revoca dei dazi, o all'Ue, che aveva preparato 2,2 miliardi di euro di sanzioni contro i prodotti americani. «Abbiamo condotto un'analisi indipendente», afferma. «Da un lato, abbiamo visto che la nostra industria degli acciai è in ripresa e dall'altro che riaprendo il mercato ne avremmo fatto scendere i prezzi a vantaggio di altre industrie». Zoellick coglie l'occasione per chiedere più rapidi negoziati sulla liberalizzazione dei commerci.
Al Congresso, la marcia indietro di Bush, che impose i dazi 20 mesi fa e che intendeva mantenerli per altri 16, desta scalpore: entro 3 mesi, sempre su ordine del Wto, il Congresso deve revocare gli sgravi fiscali all'export, una forma occulta di sussidi, o esporrà l'America a sanzioni europee per 4 miliardi di euro. Il presidente è del parere che debba allinearsi: da indiscrezioni della Casa Bianca, si è impegnato con il premier inglese Tony Blair in tal senso. Blair, il suo più fedele alleato, lo avrebbe ammonito che il protezionismo americano minaccia di causare una guerra commerciale e aggravare l'isolamento politico della super-potenza nella guerra dell'Iraq.
A Bruxelles, il commissario dell'Ue Pascal Lamy esulta: «Il sistema ha dimostrato che sa farsi rispettare», dice del Wto. E a sua volta annuncia la revoca delle misure di salvaguardia prese in Europa contro il flusso degli acciai stranieri respinti dagli Usa. «E' una buona notizia per l'Ue, che aveva perso il 15% delle esportazioni in America» spiega. «Ed è una buona notizia per tutti i produttori e lavoratori delle industrie dell'acciaio nel mondo». Lamy spera che l'industria americana del settore si sia ripresa e stabilizzata: «La cosa più importante è che vicende del genere non si ripetano. Il ricorso ai dazi è inammissibile anche in periodi di crisi». Si mostra soddisfatto anche il Wto: ricorda che se Bush non avesse ceduto, le sanzioni sarebbero scattate il 15 del mese.
Data l'impopolarità della misura, Bush non si presenta ai giornalisti, ma manda avanti il negoziatore dei commerci Robert Zoellick. Questi nega che il presidente abbia ceduto al Wto, l'Organizzazione mondiale dei commerci, che aveva decretato la revoca dei dazi, o all'Ue, che aveva preparato 2,2 miliardi di euro di sanzioni contro i prodotti americani. «Abbiamo condotto un'analisi indipendente», afferma. «Da un lato, abbiamo visto che la nostra industria degli acciai è in ripresa e dall'altro che riaprendo il mercato ne avremmo fatto scendere i prezzi a vantaggio di altre industrie». Zoellick coglie l'occasione per chiedere più rapidi negoziati sulla liberalizzazione dei commerci.
Al Congresso, la marcia indietro di Bush, che impose i dazi 20 mesi fa e che intendeva mantenerli per altri 16, desta scalpore: entro 3 mesi, sempre su ordine del Wto, il Congresso deve revocare gli sgravi fiscali all'export, una forma occulta di sussidi, o esporrà l'America a sanzioni europee per 4 miliardi di euro. Il presidente è del parere che debba allinearsi: da indiscrezioni della Casa Bianca, si è impegnato con il premier inglese Tony Blair in tal senso. Blair, il suo più fedele alleato, lo avrebbe ammonito che il protezionismo americano minaccia di causare una guerra commerciale e aggravare l'isolamento politico della super-potenza nella guerra dell'Iraq.
A Bruxelles, il commissario dell'Ue Pascal Lamy esulta: «Il sistema ha dimostrato che sa farsi rispettare», dice del Wto. E a sua volta annuncia la revoca delle misure di salvaguardia prese in Europa contro il flusso degli acciai stranieri respinti dagli Usa. «E' una buona notizia per l'Ue, che aveva perso il 15% delle esportazioni in America» spiega. «Ed è una buona notizia per tutti i produttori e lavoratori delle industrie dell'acciaio nel mondo». Lamy spera che l'industria americana del settore si sia ripresa e stabilizzata: «La cosa più importante è che vicende del genere non si ripetano. Il ricorso ai dazi è inammissibile anche in periodi di crisi». Si mostra soddisfatto anche il Wto: ricorda che se Bush non avesse ceduto, le sanzioni sarebbero scattate il 15 del mese.
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