Da Corriere della Sera del 10/10/2003

Nuovo vertice martedì. Storace a Berlusconi: non possiamo fare miracoli. L’allarme per il finanziamento della spesa sanitaria

Finanziaria, le Regioni chiedono 20 miliardi

Duello con l’esecutivo sulle risorse stanziate. La risposta ai governatori: siete voi a non aver rispettato i patti

di Mario Sensini

ROMA - Palazzo Chigi fa sapere che esaminerà meglio le richieste delle Regioni, ma il ministero dell’Economia chiude la porta alla possibilità di una modifica della Finanziaria, che i governatori ritengono «insostenibile». «Le loro richieste non sono in linea con gli accordi attuali» ha detto ieri il sottosegretario all’Economia, Giuseppe Vegas, contestando la fondatezza delle lamentele avanzate dai governatori due giorni fa e ancora ieri, prima in Senato, in un’audizione alla Commissione Bilancio, poi a Palazzo Chigi nel corso di un incontro con il premier al quale hanno presentato una fattura da 20 miliardi per gli arretrati. I governatori hanno chiesto un adeguamento degli stanziamenti per la sanità (in tutto 6 miliardi compresi i maggiori fondi per gli immigrati), e un’accelerazione dei rimborsi (il pregresso è di 14 miliardi), che per la loro lentezza costringono le Regioni a chiedere alle banche costose anticipazioni di cassa. Le spese per gli immigrati erano già contemplate nell’accordo sulla sanità del 2001, ha replicato Vegas, spiegando che per i crediti le annualità fino al 2001 sono state pagate, mentre per il 2002 e il 2003 sono in corso le verifiche e i primi pagamenti.

Contro le Regioni si è scagliato anche Ivo Tarolli, relatore al Senato del decreto che accompagna la Finanziaria. «Le loro richieste sono infondate. Hanno già una montagna di soldi e devono imparare a gestirli». Solo Berlusconi, almeno apparentemente, ha lasciato in piedi qualche speranza. «Il presidente - ha detto il ministro degli Affari regionali, Enrico La Loggia - esaminerà meglio le richieste delle Regioni». Ed è al premier, dunque, che si appellano i governatori. Come Francesco Storace, presidente del Lazio: «abbiamo spiegato le nostre difficoltà, il governo ha preso atto e ora ci attendiamo delle risposte. Il Governo non può chiederci di fare miracoli».

Uniti nella protesta contro la manovra, ma divisi politicamente sul condono edilizio (quelli del centro sinistra si oppongono), i governatori si rivedranno martedì per mettere nero su bianco le proposte di modifica alla Finanziaria, mentre l’Anci, l’associazione dei comuni, minaccia già la mobilitazione, se non ci saranno risposte immediate.

Votata la costituzionalità del decretone, sul quale si annunciano modifiche (tassazione dei videopoker, sgravi alle onlus), il Senato ieri ha ascoltato sulla Finanziaria anche l’Associazione Bancaria, che si è lamentata per la possibile concorrenza della nuova Cassa Depositi e Prestiti (che estende l’attività creditizia, ma sfugge alle regole e alla vigilanza sulle banche). L’Assonime, frattanto, denuncia il nuovo blitz fiscale di fine anno del ministro Tremonti. In vista della nuova Ires, che scatta nel 2004, il decretone impedisce la distribuzione anticipata dei dividendi. Con un aggravio fiscale valutato sui 700 milioni di euro: «una confisca», dice il direttore generale, Stefano Micossi.

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