Da Corriere della Sera del 30/10/2003

La manovra

Fiducia sul decretone, l’assedio si sposta sulla Finanziaria

Oggi il voto. Sulla legge di bilancio già 2.500 emendamenti. Ghigo: sanità, per i cittadini ci sarà un maggior onere di 150 euro

di Mario Sensini

ROMA - «L’intesa è definitiva». Il vice premier Gianfranco Fini dichiara chiusa la partita politica sul decreto che accompagna la Finanziaria. Oggi in Senato il governo incasserà la fiducia sul maxi-emendamento che corregge il decreto, ma nel successivo passaggio alla Camera dei Deputati, ha detto Fini, non ci sarà spazio per altre modifiche, «salvo sfumature o dettagli». Secondo Fini non ci sono altre questioni in sospeso sul decreto, e in ogni caso non saranno sollevate da Alleanza nazionale. Anche l’Udc, dopo l’accordo, si ritiene soddisfatta, e così Forza Italia. La fiducia di oggi «chiesta per accelerare i tempi, perché - ha spiegato Fini - per trovare l’accordo siamo andati oltre la tabella di marcia» dovrebbe quindi chiudere almeno il primo atto della manovra 2004. Il secondo, quello della Finanziaria vera e propria, sommersa alla Commissione Bilancio del Senato da 2.500 emendamenti di cui metà della maggioranza, è ancora da scrivere, ma dai primi capitoli appare complicato quanto il precedente.

Ieri, intanto, il testo del maxi-emendamento al decreto è stato corredato in Senato dalla relazione tecnica. Le modifiche su cui oggi sarà chiesta la fiducia, ha spiegato il governo, non incideranno sul gettito del decreto, che fornisce alla Finanziaria 9,6 miliardi di copertura. Le minori entrate dovute al nuovo limite sul condono edilizio saranno compensate dalla cartolarizzazione degli alloggi dei militari. L’allentamento della stretta sulle pensioni per i lavoratori dell’amianto (l’opposizione e i sindacati sono comunque infuriati) costerà 50 milioni l’anno, mentre i tagli alla Tecno-Tremonti comporteranno un risparmio di 94 milioni di euro l’anno.

Di più, la relazione non dice, anche se da una lettura più approfondita del maxi-emendamento (un unico articolo di 47 pagine) emergono altre sorprese. La più grossa è «il colpo da k.o. assestato allo sport italiano», per usare le parole dei vertici del Coni e della Figc quando hanno scoperto il taglio di 52 milioni di euro sul 2004, anno olimpico per giunta. Gianni Petrucci e Franco Carraro speravano in una svista, ma il sottosegretario all’Economia, Manlio Contento, spiegando il perché di quel taglio operato sulle vecchie somme dovute dai concessionari delle scommesse, li ha gelati. «E’ una decisione che risponde a esigenze di equità» ha detto Contento, spiegando che il governo aveva fatto lo stesso con le agenzie ippiche e l’Unire, e promettendo che «i Monopoli studieranno iniziative per reperire altre risorse per lo sport». Protestano anche le Regioni, con il presidente della Conferenza dei Governatori, Enzo Ghigo, che lamenta un maggior costo per i cittadini di 150 euro per i minori trasferimenti alla sanità. Protestano anche i benzinai, con un sciopero il 6 novembre, contro la mancata proroga delle agevolazioni ai gestori, anche se il Tesoro si è detto pronto a intervenire.

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