Da Corriere della Sera del 13/10/2003

E l'America si chiede chi comanda

di Gianni Riotta

WASHINGTON - Un'autobomba salta a Bagdad davanti all'albergo indicato come quartier generale della Cia, ma nella capitale il telecomando indugia sui talk show della domenica. La tribù della politica rilutta davanti al nodo strategico: chi comanda negli Stati Uniti d'America? Chi traccia la rotta nel dopoguerra in Iraq? Il presidente George W. Bush, ancora popolare ma in calo nei sondaggi? Il misterioso vicepresidente Dick Cheney, sempre nascosto «in località segreta»? La colomba segretario di Stato Powell? Il falco ministro della Difesa Rumsfeld? La pletora dei neoconservatori, lucidi analisti ma goffi amministratori? O nessuno, con la cultura dominante alla Casa Bianca che si attarda nella tradizione della Guerra fredda, impotente sulle sfide del mondo globale, capace di analizzarlo solo in termini di dominio, controllo e ritenzione, ignorando «il potere soffice» degli ideali, della morale, del consenso, la lezione radicale della democrazia? Quel «potere soffice» che premia oggi con il Nobel per la pace la dissidente iraniana Shirin Ebadi, come allora il fisico russo Andrei Sacharov. Toccava a Condoleezza Rice «far schioccare la frusta» e ripristinare la disciplina. Condi Rice è la Consigliere per la Sicurezza Nazionale, ex docente universitaria, esperta di Russia, prima donna afroamericana alla Casa Bianca, unica amica del presidente nell'amministrazione. «Capisco di politica estera solo quello che Condi mi spiega» ripete Bush e non scherza. Tutto sembra andare a rotoli in Iraq, i francesi e i russi stoppano la nuova risoluzione all'Onu per mandare truppe e aiuti, il segretario generale Kofi Annan dice o amministrano gli iracheni o l'Onu non collabora, e perfino il Consiglio di governo di Bagdad, nominato dagli americani, condanna l'arrivo di truppe turche, implorato a lungo da Washington. Con i democratici all'offensiva, Bush affida alla Rice la mediazione tra i potenti ministri. Basta con le chiusure di Rumsfeld e le aperture di Powell, tocca a lei controllare che le decisioni della Casa Bianca siano applicate.

Condi Rice, con la solerzia che la contraddistingue da quando bambina si svegliava all'alba per studiare pianoforte, prepara un discorso con la nuova dottrina: tenere duro sull'Iraq, niente indietro tutta, il presidente ha il timone saldo. Gli esperti militari di www.globalsecurity.org assicurano «Condi è al comando», ma il ministro della Difesa Donald Rumsfeld, che opera nel labirinto di Washington da quando la Rice era al liceo, rilascia un'intervista al Financial Times e ne mina subito l'incarico. Ieri incalza il Washington Post : la Rice ha fallito, la sua frusta non doma i leoni della politica.

I giornali - perché meravigliarsi se poi l'opinione pubblica li ignora, vedi Schwarzenegger governatore in California? - restano ipnotizzati dallo scontro di personalità. Cheney, «incupito dagli infarti e dagli interventi al cuore», è «il falco dei falchi». Rumsfeld, che «odiava la politica moderata di Bush padre», si vendica «radicalizzando a destra» Bush figlio. I neoconservatori, dal viceministro della Difesa Paul Wolfowitz alla rivista The weekly standard sono «giacobini impuniti», intenti solo «a far polemica». La colomba Colin Powell, «tradita dai francesi e dall'Onu», «affascina nelle interviste ma perde colpi alla Casa Bianca». Condi si smarrisce, «professoressina che sa bene la lezione», ma non «riesce a dominare gli ego dei colleghi». E il presidente? «Deciso a non ripetere gli errori del padre», battuto da Clinton nel 1992, «ne commette di peggiori».

Le personalità, come sempre nella vita, giocano un ruolo. Il dilemma strategico che impania gli Stati Uniti è però ben più grave. Gli uomini del presidente non sanno governare insieme un pianeta in cui il predominio militare non confronta un gigante, come il Cremlino, ma nemici Lilliput, crudeli e irriducibili. Un anacronismo già contenuto nell’articolo che la Rice scrisse nella primavera del 2000 per la rivista Foreign Affairs delineando, per l'allora candidato George W. Bush, una dottrina di distacco dai problemi del mondo e difesa aristocratica degli interessi nazionali Usa, lontana dall'interventismo di Clinton in Africa, nei Balcani, in Medio Oriente e Irlanda. L'11 settembre sbriciola il sogno di solitudine armata e innesca la Dottrina strategica per la guerra preventiva, cara a Cheney e ai neoconservatori, manifesto militare insufficiente però in tempo di pace.

Dopo la vittoria nella Seconda guerra mondiale il contenimento dell’Urss, ideato da George Kennan, e il piano Marshall per gli aiuti ad Europa e Giappone, permisero a Washington di dominare la Guerra fredda. L'avversione di George W. Bush per le costruzioni astratte non fa seguire al brillante blitz tattico in Iraq un'analoga disciplina strategica: riallacciare con gli alleati e l'Onu subito, non essere egoisti nella gestione degli appalti, dare spazio a quanto di società civile libera va nascendo a Bagdad. Si prende, per inerzia, la strada delle concessioni alle lobbies amiche, della guerriglia tra fazioni nell'amministrazione, della denigrazione degli avversari, fino allo scandalo di rivelare il nome di un’agente Cia per colpire il marito, avversario di Bush. La capitale passa il week end a discutere quale mandarino spunterà la lotta di potere.

Bisognerebbe chiedersi piuttosto come impiegare in modo razionale il potere, ottenuto a così caro prezzo e come riconquistare il consenso e la legittimità morale davanti al mondo. Non attendetevi, temo, novità a breve.

Sullo stesso argomento

Articoli in archivio

Quante legioni ha l'america? Troppo poche per un impero
Com'è possibile che la più grande democrazia del mondo non riesca a liberarsi dal pantano iracheno?
di Niall Ferguson su Corriere della Sera del 23/10/2006
 
Cos'� ArchivioStampa?
Una finestra sul mondo della cultura, della politica, dell'economia e della scienza. Ogni giorno, una selezione di articoli comparsi sulla stampa italiana e internazionale. [Leggi]
Rassegna personale
Attualmente non hai selezionato directory degli articoli da incrociare.
Sponsor
Contenuti
Notizie dal mondo
Notizie dal mondo
Community
• Forum
Elenco degli utenti

Sono nuovo... registratemi!
Ho dimenticato la password
• Sono già registrato:
User ID

Password
Network
Newsletter

iscriviti cancella
Suggerisci questo sito

Attenzione
I documenti raccolti in questo sito non rappresentano il parere degli autori che si sono limitatati a raccoglierli come strumento di studio e analisi.
Comune di Roma

Questo progetto imprenditoriale ha ottenuto il sostegno del Comune di Roma nell'ambito delle azioni di sviluppo e recupero delle periferie

by Mondo a Colori Media Network s.r.l. 2006-2024
Valid XHTML 1.0, CSS 2.0