Da Corriere della Sera del 04/08/2003

Attacchi alla proposta Tabacci di ripresentare alla Camera gli emendamenti sul pluralismo

Modifiche alla legge Gasparri, An dice no ai centristi

Butti: «Deve smetterla di fare l' uomo a due velocità. Se non passa il testo, la Rai ne soffrirà» Tra le proposte di correzione, la delimitazione del Sic e il computo delle telepromozioni

di Dario Di Vico

ROMA - A questo punto l' iter parlamentare della legge Gasparri di riforma del sistema dell' emittenza è tutt' altro che chiaro. Le dichiarazioni rilasciate ieri al Corriere da Bruno Tabacci (Udc), presidente della commissioni Attività produttive, fanno intravedere un percorso più lungo. Insomma se il ministro Maurizio Gasparri e il governo contavano di chiudere la partita al massimo entro i primi giorni di ottobre grazie ad un' approvazione «veloce» da parte della Camera in seconda lettura, ora i tempi rischiano di allungarsi. I centristi, infatti, avrebbero tutta l' intenzione di riproporre a Montecitorio alcuni degli emendamenti presentati a palazzo Madama e poi, secondo Tabacci, «un po' frettolosamente» ritirati in cambio di una modifica al testo legislativo che di fatto accorcia il mandato dell' attuale Cda della Rai. Le osservazioni di Tabacci hanno ricevuto il plauso dell' opposizione. Le ha giudicate «sicuramente interessanti» il responsabile informazione della Margherita, Paolo Gentiloni e come lui la pensano due diessini, Giuseppe Giulietti e Claudio Petruccioli, che pure in passato avevano avuto posizioni differenti tra loro. Per il primo vanno ricercati sui singoli punti della legge convergenze «che superino i semplici confini di schieramento» e l' auspicio di Petruccioli è che «Tabacci traduca, insieme ai suoi colleghi, questa sua intenzione in atti di concretezza». La sortita di Tabacci non è però piaciuta ad An, che per bocca del responsabile informazione Alessio Butti, ha replicato duramente. «Tabacci deve smettere di fare l' uomo delle due velocità, quando i provvedimenti sono i suoi o di suo interesse mette la quinta, quando non lo sono innesta la retromarcia. Ma perché l' Udc non ha parlato in sede di discussione alla Camera?». Nel merito Butti accusa Tabacci di essere «retrogrado e retrivo perché anche negli Usa si sta palesando la necessità di fare ricorso al Sic (il sistema integrato della comunicazione previsto dalla Gasparri, ndr.)» e comunque i centristi non si rendono conto che se la legge non passasse «la prima a patirne sarebbe la Rai». Che per effetto della sentenza della stessa Corte Costituzionale, che manda Retequattro sul satellite, sarebbe costretta a togliere la pubblicità da Rai Tre. Butti, insomma, fa capire esplicitamente che entro il 31 dicembre 2003 la Gasparri deve essere approvata per evitare l' esecutività del dispositivo della Consulta. Ma è ragionevole pensare che, pur con la larga maggioranza parlamentare di cui dispone, il centrodestra possa far flop? Alla Camera si tornerà a parlare di emittenza il 18 settembre e sono programmate quattro audizioni (Rai, Fieg e i presidenti delle due authority). Tabacci chiederà che anche la sua commissione, la Attività Produttive, sia coinvolta nell' esame del testo e stavolta potrebbe spuntarla. Subito dopo il provvedimento passerà all' esame dell' aula che dovrebbe concludere i suoi lavori ai primi di ottobre. Se, come a questo punto pare possibile, ci saranno delle modifiche si renderà necessario un nuovo passaggio al Senato. I tempi? L' ipotesi che si può fare è che tutto accada nella prima decade di novembre, quando comunque i senatori di palazzo Madama saranno impegnati nella sessione di bilancio. Molto dipenderà poi da che tipo di modifiche la Camera avrà eventualmente apportato. Se fossero novità giudicate dal governo compatibili con il testo originario la seconda lettura senatoriale sarebbe poco più che una formalità, ma se le modifiche dovessero essere sostanziali e dovessero interessare punti nevralgici della legge tutto si complicherebbe. Quali sono i temi sui quali è più facile pensare a un ripescaggio degli emendamenti che l' Udc aveva elaborato e poi accantonato? Il primo riguarda sicuramente il perimetro del Sic. E' vero che i mercati più evoluti ragionano in termini di integrazione multimediale ma a comporre il monte-ricavi del Sic - su cui ci si dovrà basare per calcolare i tetti antitrust di domani - concorrono voci come «la prestazione di servizi» oppure «le vendite di beni» che appaiono difficili da controllare. L' orientamento di Tabacci è quindi quello di delimitare il Sic. Un' altra modifica potrebbe riguardare il computo delle telepromozioni, come richiede la Fieg. La terza potrebbe, infine, allargare i poteri della commissione di Vigilanza sulla Rai anche all' emittenza privata. Un' eventualità che anche nei giorni scorsi Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset, ha giudicato plausibile. An, poi, volendo fare una sgarbo ai centristi e alla loro voglia di nominare un Cda Rai nuovo di zecca prima delle Europee del 2004 potrebbe - e lo ha ventilato nei giorni scorsi lo stesso Butti - rimettere mano a quella norma e lasciare Lucia Annunziata e Flavio Cattaneo in sella più a lungo. Ma a decidere sulla presentazione o meno di emendamenti-dispetto sarà - è quasi ovvio ricordarlo - il clima generale che si respirerà dentro la coalizione di maggioranza alla ripresa dell' attività politica e parlamentare.

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