Da Corriere della Sera del 09/07/2003

Telesogni, la tv digitale non libererà il mercato

Tempi lunghi: l’Italia pensa al 2006, l’Europa al 2010 Il ruolo degli alleati di Mediaset, i guai degli esordienti

di Dario Di Vico

ROMA - Più passa il tempo e più cresce lo scetticismo degli esperti circa le magnifiche e progressive sorti della televisione digitale. In un passato, tutto sommato recente, il digitale terrestre era stato raccontato come il Paradiso del mercato televisivo e della convergenza multimediale, un luogo dove il superamento della struttura duopolistica dell'offerta italiana sarebbe avvenuto senza conflitti. In virtù della tecnologia e senza dover far i conti politici con Mediaset e la sua capacità di fare lobby. Il ragionamento era lineare: passando dall'analogico al digitale aumenterà di almeno quattro volte la capacità trasmissiva del sistema e quindi ci sarà posto per tutti. Per la Grande Sorella di Milano 2, per la Rai, per Telecom, per gli editori «tipografici» che vorranno cimentarsi con la tv e per le reti di nicchia dei produttori indipendenti. Ora in parecchi cominciano a nutrire dei dubbi sia sui tempi reali del passaggio al digitale sia sul carattere «democratico e pluralista» di questa inedita accoppiata tecnologia-mercato. A rafforzare le perplessità arrivano le indiscrezioni dal fronte del business. Le due frequenze analogico-terrestri di Telepiù che il nuovo proprietario Rupert Murdoch deve vendere per effetto dell'ultimatum Ue dovrebbero finire nell'orbita di Mediaset e dei suoi più stretti alleati. Nei giorni scorsi Angelo Codignoni, ex top manager del Biscione e fondatore di Forza Italia, attuale amministratore delegato del canale francese Eurosport (gruppo Bouygues), ha confermato che la sua tv è intenzionata a comprare almeno una delle due frequenze.

TEMPI STRETTI? UNA CHIMERA - La legislazione vigente fissa al 31 dicembre 2006 il passaggio al digitale, ma nei giorni scorsi Marco Gambaro, esperto di economia dei media, ha scritto sul sito www.lavoce.info che si tratta di «una chimera», pur riconoscendo che «la tv digitale terrestre è un'innovazione di sistema importante perché è possibile trasmettere più canali sulle stesse frequenze e attivare nuovi servizi interattivi». Del resto gli altri Paesi europei si sono dati scadenze più a lunga gittata: la Spagna il 2012, Gran Bretagna, Francia e Germania il 2010. E dietro almeno due di queste decisioni, quelle di Londra e Madrid, c'è la delusione dopo il fallimento delle prime sperimentazioni. L'anticipo italiano si potrebbe giustificare con la volontà di conquistare una posizione di vantaggio, ma nessun atto governativo lascia pensare che si stia dispiegando un disegno di politica industriale di medio periodo. Durante le audizioni parlamentari che hanno preceduto l'esame della legge Gasparri, il senatore diessino Carlo Rognoni si è divertito a domandare a ciascuno degli interpellati, manager delle aziende televisive e commissari delle authority, se davvero in Italia fosse possibile passare al digitale terrestre entro il 2006 e da nessuno ha avuto una risposta affermativa. Decisivo, comunque, sarà l’atteggiamento dei consumatori e secondo Gambaro ci vorranno almeno 8-9 anni prima che il grosso delle famiglie decida di acquistare il decoder necessario per ricevere i nuovi programmi.

I PAPA’ DEL DIGITALE - Nell'attesa vale la pena chiedersi perché sono tanto importanti le frequenze di Telepiù. La legge assegna agli operatori in possesso di concessione televisiva analogica (e i cui impianti di trasmissione coprono almeno il 60% del territorio) un ruolo chiave, da veri e propri papà del digitale. Si sarebbe potuto scegliere un meccanismo «liberista» mettendo all’asta le frequenze e invece l’ha spuntato il Dna duopolista e conservatore della tv italiana. Così ciascuno dei concessionari dell’analogico - per un meccanismo che i giuristi chiamano di «legge fotografia» - diventerà proprietario di un multiplex, almeno quattro canali digitali. Ora visto che Mediaset già controlla direttamente tre concessioni (Canale 5, Retequattro e Italia 1) e in più è alleata di Home Shopping Europe che ha un'altra concessione e fa capo al banchiere Ubaldo Livolsi, con le frequenze di Telepiù Fedele Confalonieri e i suoi alleati disporrebbero di una potenza di fuoco televisivo pari a sei multiplex e quindi ad almeno 24 canali, di cui però solo 12 targati direttamente Mediaset. E dodici, secondo le prime stime, dovrebbe essere un numero che potrebbe rientrare nei limiti antitrust fissati dalla Gasparri per i nuovi network digitali. Insomma ancora una volta se c'è qualcuno che sta preparandosi al digitale terrestre con serietà è ancora una volta il gruppo Berlusconi. Tanto che un esperto come Adriano Sassano dell'università La Sapienza di Roma annota che «la legge affida agli operatori dominanti il controllo del processo di trasformazione e il suo effetto sarà senza dubbio quello di trasformare il duopolio analogico in un duopolio digitale».

E’ QUI L’ACCESSO? - Troppo drastico? Quel che è certo che Mediadigit (il gruppo è sempre quello) sta già provando su piattaforma Sky i canali digitali di domani. Si tratta della Macchina del tempo, di Teen Tv, di Happy Channel, di Duel Tv e di Cfn. Mediaset poi dispone di un magazzino programmi che oggi riesce a sfruttare in maniera ridottissima e che invece sono destinati a riempire il palinsesto dei nuovi canali. L'operazione di intelligente revival che sta conducendo su Drive In in fondo è proprio questo, un processo di valorizzazione del magazzino per futuri riutilizzi. A mitigare il pessimismo di quanti vedono già il digitale terrestre colonizzato prima ancora di partire, c'è da dire che qualche spazio di mercato si aprirà. Il relatore di maggioranza della Gasparri in Senato, il forzista Luigi Grillo, lo ha ribadito anche nei giorni scorsi: «L'avvio del digitale terrestre permetterà di moltiplicare per quattro gli attuali canali dando la possibilità di accedere al mercato a diversi operatori». Non è chiaro però come avverrà quest'ingresso. La legge 66, varata dal governo Amato con Salvatore Cardinale ministro, aveva fissato il principio che nella fase di sperimentazione ciascun proprietario di un multiplex dovesse affittare a terzi il 40% della sua capacità trasmissiva ed era questo lo spazio «inventato» per favorire la costruzione di un’offerta pluralista e per l’eventuale accesso al business televisivo da parte degli editori della carta stampata. Con la novità rappresentata dalla nuova legge non è chiaro a chi le new entry dovranno rivolgersi. E' probabile che il primo e il secondo indirizzo a cui bussare saranno quelli di Rai e Telecom Italia, proprietarie rispettivamente di tre e due multiplex e quindi di dodici canali digitali la prima e di otto la seconda. Ma quale debba essere il ruolo della Rai e del servizio pubblico nell’era digitale è materia tutta da scoprire.

COME NEI TELEFONI - Fatta la tara sui tempi di reali attuazione del digitale e sul lunghissimo periodo di transizione da una tecnologia all'altra, è comunque vero che il digitale consentirà maggiore spazio di mercato e pluralità di offerta. Ma i nuovi imprenditori del piccolo schermo saranno dei semplici fornitori di contenuti che avranno come concorrenti delle aziende integrate (Mediaset, Rai e Telecom) proprietarie dei multiplex e insieme fornitrici di contenuti. Si tratterà, allora, di definire regole giuridiche, magari mutuate dall'esperienza di liberalizzazione nella telefonia, che consentano agli ultimi arrivati di non essere alla mercé di chi affitta loro i canali sia per quanto riguarda le condizioni di accesso sia per l'assoluta libertà nella scelta dei contenuti. Di sicuro comunque lo strapotere Mediaset nel digitale terrestre sarà garantito dal fatto che a finanziare il «nuovo» sistema televisivo saranno comunque le risorse pubblicitarie. E il Biscione, su un mercato in cui si muove da campione, avrà un ulteriore vantaggio. Potrà sottoporre agli inserzionisti, insieme agli alleati, un'offerta coordinata di 24 canali, alcuni generalisti e altri tematici. Chi sognava la fine del duopolio e la vittoria del mercato libero dovrà aspettare ancora. E non scoraggiarsi.

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