Da Corriere della Sera del 21/07/2003

Bush chiede l’aiuto degli alleati per l’Iraq

L’invio di nuove truppe e i rapporti con l’Europa nell’incontro al ranch con Berlusconi

di Ennio Caretto

CRAWFORD (Texas) - La bandiera tricolore, la scritta «Benvenuti» in italiano, ma anche un cartello di protesta «No alla guerra dell'Iraq» accolgono Berlusconi nella piccola città-rifugio di Bush nel Texas. I due leader s'incontrano in un clima difficile: Bush afflitto dalle crescenti perdite americane sul fronte iracheno (altri due morti ieri) e dai dati sconfortanti sull’economia e il deficit pubblico; Berlusconi preoccupato del ferimento dei quattro italiani sul fronte afghano. Il compito più urgente diventa così discutere una strategia comune per gestire il dopoguerra nelle due zone calde. Bush cerca aiuti militari in Iraq e, oggi, tramite il premier potrebbe chiedere in segreto agli alleati, Italia in testa, se siano disposti a spostarvi parte delle truppe presenti in Afghanistan. Un rimedio estremo, che tradisce l'isolamento e le difficoltà di Washington nella pacificazione dell’Iraq.

Nella sala stampa della «Casa Bianca del west» - in realtà si tratta della piccola palestra del liceo locale - i giornalisti americani commentano che in questo momento Bush ha più bisogno di Berlusconi di quanto Berlusconi abbia bisogno di Bush. Ne ha bisogno per stroncare le uccisioni dei suoi soldati e riportare l'ordine in Iraq; per mettere a tacere il «Nigergate», lo scandalo dei falsi documenti contro Saddam (e, ieri, il New York Times scriveva che dal '98 in poi il raís non è mai riuscito a ottenere nuove armi di sterminio); e infine Bush ha bisogno di Berlusconi per riallacciare il dialogo con l'Europa, senza cui non potrebbe ripresentarsi all'Onu e lavorare ai problemi del Medio Oriente.

Anche per questo, oltre che per ringraziarlo di essere «il premier più filoamericano della storia italiana», come rileva il Washington Times , Bush apre a Berlusconi le porte del suo ranch dopo avergli aperto quelle di Camp David, un privilegio riservato a pochissimi leader: «Lo considera un partner prezioso» ripete il portavoce di Bush, Scott McLelland. Ma, ufficialmente, oggi i due leader lanceranno all'America e all'Italia un messaggio di fiducia.

Bush lo ha anticipato a Houston, l’altroieri sera, a una raccolta di fondi elettorali, dicendosi sicuro del trionfo in Afghanistan e in Iraq, e della propria rielezione: «Non ci fermeremo fino a quando i nemici della libertà non saranno sconfitti». Fuori, tuttavia, una piccola folla protestava al grido di «Bush mente, e i soldati muoiono».


LE TRUPPE - Con le sue enormi basi militari, il Texas è lo Stato che fornisce più truppe in Iraq, e non nasconde che il morale dei soldati al fronte è basso e le famiglie sono in rivolta. Qui si avverte l’urgenza che Bush faccia rimpatriare la Terza divisione, da settembre 2002 nel Golfo (secondo la tv Cnn lo farà in settimana) e la sostituisca per ora con un contingente Usa e più tardi con uno alleato. Il premier turco Erdogan svela che il presidente gli ha chiesto un grosso contributo ma non precisa se glielo fornirà. A Washington fonti diplomatiche dicono che Bush ha cominciato a sondare nascostamente quali forze europee, tra cui 1500 italiani, potrebbero lasciare l'Afghanistan, e quali potrebbero subentrare loro.


IL NIGERGATE - I media Usa si preparano a interrogare in merito Bush e Berlusconi alla conferenza stampa congiunta delle 18 ore italiane di oggi al ranch. Il Washington Post ha rivolto una nuova, seria accusa al presidente di avere sostenuto due volte, a settembre, che Saddam Hussein era in grado di scatenare un attacco chimico e batteriologico con un preavviso di appena 45 minuti, come aveva affermato il premier britannico Blair. Bush, ha scritto il giornale, non controllò con la Cia, che aveva già smentito. Alla tv, il senatore democratico John Rockefeller, vice-presidente della Commissione ai servizi segreti che investiga lo scandalo, ha invitato Bush ad «assumersi un po' di colpa, perché gli americani vogliono la verità».


L'EUROPA - Bush chiede a Berlusconi di suggerirgli che linea seguire per migliorare i rapporti transatlantici e promuovere una nuova risoluzione sull'Iraq all'Onu, dove domani si riunirà il Consiglio di sicurezza. E dove Kofi Annan, il segretario generale, ha sollecitato il passaggio dei poteri a Bagdad agli iracheni. Intende consultarsi con lui anche sul Medio Oriente, in vista dei prossimi contatti del premier italiano con i leader palestinesi.

Bush sa di giocarsi la presidenza sulle sue iniziative nel mondo arabo, oltre che sull'economia. Lo ha sottolineato, in un articolo sul Washington Post , l'ex segretario di Stato Madeleine Albright: «C'è di che preoccuparsi - ha ammonito - rischiamo d'impantanarci».

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