Da Corriere della Sera del 11/07/2003

Probabili modifiche ad antitrust ed editoria: i gruppi televisivi non potranno acquistare quotidiani prima del 2007

Legge Gasparri, la maggioranza apre ai centristi

Annunziata: impressionante il silenzio Rai su norme che determineranno il suo futuro. Il ministro: si occupi del prodotto

di Dario Di Vico

ROMA - I centristi sembrano aver riportato una prima vittoria in Senato sul fronte della legge per l’emittenza radiotelevisiva. Sia il relatore Luigi Grillo (Forza Italia) sia il ministro Maurizio Gasparri si sono dichiarati disponibili ad accogliere alcuni emendamenti presentati dal senatore Udc Antonio Iervolino. Grillo ha depositato due nuovi testi: il primo allunga il periodo «asimmetrico» durante il quale i grandi gruppi televisivi non potranno acquistare quotidiani e lo porta al 31 dicembre 2006; il secondo restringe il perimetro del Sic (sistema integrato della comunicazione) decisivo per formulare i tetti antitrust per i maggiori operatori nazionali. Nella nuova formulazione si parla di investimenti e non più di attività promozionali e la dizione «vendite di beni, servizi e abbonamenti relativi ai settori» sostituisce la vecchia e onnicomprensiva indicazione di «vendite di beni e abbonamenti» nonché «prestazioni di servizi». Per capire meglio quale dinamica si sia aperta dentro la maggioranza e nel confronto con gli editori bisognerà valutare nel merito i due emendamenti. E vedere che fine faranno gli altri testi presentati dall’Udc. Quello sulla data di scadenza dell’attuale Cda Rai (su cui sarebbe in corso una mediazione) e quello per l’inserimento delle telepromozioni nei tetti pubblicitari. Intanto ieri con qualche incidente di percorso - il numero legale è mancato per ben tre volte - i senatori hanno approvato il testo Gasparri fino all’articolo 6 compreso. «Ieri al Senato ci sono state 500 votazioni, record storico ma nessuno l’ha sottolineato», ha commentato il ministro Gasparri.
L’unico emendamento importante votato è quello che disciplina l’attività della commissione di Vigilanza. In un primo tempo la si voleva estendere alle tv private, ma poi l’idea è stata accantonata. Le frequenti interruzioni dovute alla mancanza di senatori in aula - 5 volte in due giorni - avranno come effetto un possibile slittamento del voto di Palazzo Madama oltre il 17 luglio. E comunque il Senato tornerà a votare - partendo dall’articolo 7 - lunedì 14.
A movimentare la giornata di ieri è arrivata la presa di posizione del presidente della Rai, Lucia Annunziata. «in un momento in cui è in discussione la legge Gasparri che determina il destino della Rai - ha detto -è impressionante, e forse rivelatore di incertezze e di paure, il silenzio dell’azienda stessa». La legge, secondo Annunziata, riserva alla tv pubblica un futuro si subalternità e di declino perché non viene risolto il nodo del conflitto di interessi. «E’ tempo che tutti i dipendenti della Rai - ha proseguito - facciano sentire la loro voce». Le parole del presidente non sono piaciute al ministro Gasparri che ha replicato: «Molti parlano di Rai, tutti se ne occupano, chi la guida dovrebbe occuparsi anche del prodotto e dell’impegno. Quindi buon lavoro!». Dal canto suo il direttore generale Flavio Cattaneo si è limitato a dichiarare che «l’azienda si difende tutti i giorni con i fatti, non con le chiacchiere».

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