Da La Repubblica del 16/05/2003
Sul sito dell'Unione europa la risposta a Berlusconi: pubblicati tutti i documenti sulla gestione dell'Iri
Sme, Prodi al contrattacco "Accuse false, ecco la prova"
La decisione di pubblicare le carte sarebbe stata presa dopo una consultazione con gli altri membri della Commissione
di Luca Fazzo
MILANO - Il sito è quello ufficiale dell'Unione Europea, il link è quello che porta all'home page del presidente Romano Prodi. Ed è su questa pagina del web che da tre giorni si possono leggere i documenti che secondo Prodi dimostrano come le accuse lanciate contro di lui nel corso degli anni per la sua gestione dell'Iri, e pesantemente rilanciate lo scorso 5 maggio da Silvio Berlusconi nell'aula del processo Sme, siano già tutte passate all'esame della magistratura. E tutte, una dopo l'altra, dichiarate inconsistenti. Ma più ancora della mole dei documenti - in larga parte inediti - pubblicati sul sito della Ue, a colpire è la decisione di ospitare l'autodifesa di Prodi sul sito ufficiale dell'Unione europea. Una decisione che è quasi certamente il frutto di una consultazione con gli altri membri del "governo" europeo.
Il primo fronte a venire toccato è quello di Giovanni Fimiani, il "superteste" che Berlusconi chiede sia interrogato nell'aula del processo Sme, e che sarebbe in possesso di rivelazioni sconvolgenti sul periodo in cui Prodi, nella sua veste di presidente dell'Iri, procedette alla privatizzazione della Sme. Ma il materiale pubblicato sul web tocca anche gli avvenimenti successivi allo smembramento della Sme. Della gragnuola di accuse seguite a quello smembramento, Prodi dimostra di essere già stato riconosciuto estraneo.
Il ruolo di Fimiani. "In prima fila nel promuovere le indagini della magistratura con le proprie denunce - si legge nel testo introduttivo - è stato Giovanni Fimiani, un imprenditore condannato per bancarotta che attribuiva il fallimento delle proprie aziende alle decisioni assunte dall'Iri". Tra i documenti, c'è il provvedimento con cui il pm romano Giuseppa Geremia chiedeva nell'ottobre 1996 l'archiviazione di un esposto proprio di Fimiani. Accogliendo la richiesta di archiviazione, il gip Carlo Sarzana scriveva: "La sentenza di condanna del tribunale penale di Salerno del 12 novembre 1993 offre un quadro molto preciso sia in ordine al fallimento del grappolo di società gestito dal Fimiani sia alle gravissime responsabilità di quest'ultimo" .
La cessione di Italgel. Nel 1996 Prodi viene indagato insieme a quattro ex consiglieri dell'Iri (tra cui Roberto Poli, oggi consigliere di Fininvest e Mondadori) in seguito ad un'interrogazione del missino Franco Servello che lo accusa di avere favorito la multinazionale Nestlè in occasione della privatizzazione dell'Italgel, uno dei due tronconi in cui era stata smembrata la Sme. "Si deve ritenere - scrive il pm Maria Monteleone chiedendo l'archiviazione del procedimento il 15 gennaio 1999 - che l'Iri riuscì ad ottenere il più elevato dei prezzi possibili". "L'iter seguito dal consiglio d'amministrazione dell'Iri appare formalmente e sostanzialmente corretto". E le iniziative assunte da Prodi, si legge ancora, sono state esaminate e approvate collegialmente dal consiglio d'amministrazione".
La cessione della Cirio. Prodi viene indagato per abuso d'ufficio, insieme ai medesimi ex consiglieri dell'Iri, anche per la privatizzazione del secondo troncone della Sme: la Cdb ovvero CirioBertolliDe Rica, tre marchi storici dell'alimentare made in Italy. Prodi, in sostanza, viene accusato di avere spianato la strada all'acquisto dei tre marchi da parte della Fisvi, una azienda di modesto spessore guidata da Carlo La Miranda, che subito dopo avrebbe ceduto la Bertolli agli stranieri dell'Unilever. Nel sito dell'Unione Europea a questo proposito viene pubblicata integralmente la sentenza di assoluzione pronunciata il 9 gennaio 1998 dal giudice delle indagini preliminari di Roma Eduardo Landi nei confronti di tutti gli indagati. "Il reato di abuso d'ufficio richiede una valutazione "ex post" che nel nostro caso è largamente positiva: Fisvi adempie puntualmente a tutte le obbligazioni e versa un prezzo ritenuto congruo". E ancora: "Non esistevano offerte per l'intera CirioBertolliDe Rica che avrebbero consentito un risultato migliore per l'Iri[85] la vendita separata dei singoli rami d'azienda, in base alle offerte presentate, avrebbe portato un risultato economico notevolmente peggiore per l'Iri".
Il conflitto di interessi. Prodi mette a disposizione sul sito anche un atto giudiziario da cui si apprende che nel marzo 2002 la Procura di Roma lo iscrisse nel registro degli indagati sulla base di atti ricevuti dalla Procura di Bologna, che ipotizzavano un conflitto di interessi sulla cessione della Bertolli all'Unilever: la Unilever era cliente della Goldman Sachs, la società di consulenza di cui Prodi era a sua volta consulente (attraverso la Ase, posseduta al 50 per cento con la moglie Flavia Franzoni). Ma due giorni dopo, la Procura stessa chiede l'archiviazione: "In realtà - si legge nel provvedimento - nel periodo in cui è avvenuta la cessione a favore della Fisvi, cui è seguita quella parziale in favore di Unilever, Romano Prodi aveva già cessato il proprio rapporto con la Goldman Sachs, per cui non è neanche astrattamente ipotizzabile alcun profilo di incompatibilità".
Il primo fronte a venire toccato è quello di Giovanni Fimiani, il "superteste" che Berlusconi chiede sia interrogato nell'aula del processo Sme, e che sarebbe in possesso di rivelazioni sconvolgenti sul periodo in cui Prodi, nella sua veste di presidente dell'Iri, procedette alla privatizzazione della Sme. Ma il materiale pubblicato sul web tocca anche gli avvenimenti successivi allo smembramento della Sme. Della gragnuola di accuse seguite a quello smembramento, Prodi dimostra di essere già stato riconosciuto estraneo.
Il ruolo di Fimiani. "In prima fila nel promuovere le indagini della magistratura con le proprie denunce - si legge nel testo introduttivo - è stato Giovanni Fimiani, un imprenditore condannato per bancarotta che attribuiva il fallimento delle proprie aziende alle decisioni assunte dall'Iri". Tra i documenti, c'è il provvedimento con cui il pm romano Giuseppa Geremia chiedeva nell'ottobre 1996 l'archiviazione di un esposto proprio di Fimiani. Accogliendo la richiesta di archiviazione, il gip Carlo Sarzana scriveva: "La sentenza di condanna del tribunale penale di Salerno del 12 novembre 1993 offre un quadro molto preciso sia in ordine al fallimento del grappolo di società gestito dal Fimiani sia alle gravissime responsabilità di quest'ultimo" .
La cessione di Italgel. Nel 1996 Prodi viene indagato insieme a quattro ex consiglieri dell'Iri (tra cui Roberto Poli, oggi consigliere di Fininvest e Mondadori) in seguito ad un'interrogazione del missino Franco Servello che lo accusa di avere favorito la multinazionale Nestlè in occasione della privatizzazione dell'Italgel, uno dei due tronconi in cui era stata smembrata la Sme. "Si deve ritenere - scrive il pm Maria Monteleone chiedendo l'archiviazione del procedimento il 15 gennaio 1999 - che l'Iri riuscì ad ottenere il più elevato dei prezzi possibili". "L'iter seguito dal consiglio d'amministrazione dell'Iri appare formalmente e sostanzialmente corretto". E le iniziative assunte da Prodi, si legge ancora, sono state esaminate e approvate collegialmente dal consiglio d'amministrazione".
La cessione della Cirio. Prodi viene indagato per abuso d'ufficio, insieme ai medesimi ex consiglieri dell'Iri, anche per la privatizzazione del secondo troncone della Sme: la Cdb ovvero CirioBertolliDe Rica, tre marchi storici dell'alimentare made in Italy. Prodi, in sostanza, viene accusato di avere spianato la strada all'acquisto dei tre marchi da parte della Fisvi, una azienda di modesto spessore guidata da Carlo La Miranda, che subito dopo avrebbe ceduto la Bertolli agli stranieri dell'Unilever. Nel sito dell'Unione Europea a questo proposito viene pubblicata integralmente la sentenza di assoluzione pronunciata il 9 gennaio 1998 dal giudice delle indagini preliminari di Roma Eduardo Landi nei confronti di tutti gli indagati. "Il reato di abuso d'ufficio richiede una valutazione "ex post" che nel nostro caso è largamente positiva: Fisvi adempie puntualmente a tutte le obbligazioni e versa un prezzo ritenuto congruo". E ancora: "Non esistevano offerte per l'intera CirioBertolliDe Rica che avrebbero consentito un risultato migliore per l'Iri[85] la vendita separata dei singoli rami d'azienda, in base alle offerte presentate, avrebbe portato un risultato economico notevolmente peggiore per l'Iri".
Il conflitto di interessi. Prodi mette a disposizione sul sito anche un atto giudiziario da cui si apprende che nel marzo 2002 la Procura di Roma lo iscrisse nel registro degli indagati sulla base di atti ricevuti dalla Procura di Bologna, che ipotizzavano un conflitto di interessi sulla cessione della Bertolli all'Unilever: la Unilever era cliente della Goldman Sachs, la società di consulenza di cui Prodi era a sua volta consulente (attraverso la Ase, posseduta al 50 per cento con la moglie Flavia Franzoni). Ma due giorni dopo, la Procura stessa chiede l'archiviazione: "In realtà - si legge nel provvedimento - nel periodo in cui è avvenuta la cessione a favore della Fisvi, cui è seguita quella parziale in favore di Unilever, Romano Prodi aveva già cessato il proprio rapporto con la Goldman Sachs, per cui non è neanche astrattamente ipotizzabile alcun profilo di incompatibilità".
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