Da La Stampa del 20/03/2003

Ma ancora quella cosa non s'è capita

di Lietta Tornabuoni

PARLA e riparla, leggi e rileggi, ascolta e riascolta, ormai da mesi: eppure, una spiegazione accettabile e convincente della ragione che ha indotto il presidente degli Stati Uniti a muovere guerra all'Iraq ancora non è stata data, oppure non s'è capita. Abbiamo sentito, naturalmente, tutte le dichiarazioni ufficiali e le ipotesi ufficiose, anche le meno credibili, le più assurde o sceme. Bush vuole colpire i Paesi da lui sospettati di sostenere il terrorismo, non essendo in alcun modo riuscito a battere il terrorismo stesso. Bush vuol punire il dittatore che non rispetta gli accordi internazionali. Bush progetta di assoggettare e riordinare tutto il Medio Oriente, magari affidandone poi la gestione ad Israele. Bush intende garantirsi per il futuro ogni possibile rifornimento a buon prezzo di petrolio, prodotto essenziale che secondo scienziati ed economisti andrà sempre più rarefacendosi e il cui costo potrebbe diventare impraticabile. Bush è un tipico caso di matto al potere. Bush programma di condurre con ardore religioso la lotta contro l'islamismo, prima che l'Islam soffochi l'Occidente. Bush è deciso a liberare l'Iraq e il mondo da Saddam Hussein. Bush deve dare incremento all'industria degli armamenti del suo Paese, e senza guerre questo è impossibile. Bush torna all'imperialismo puro, adesso che l'America non ha più i classici avversari-freno del passato. Bush vuol vendicare il suo papà, l'altro presidente che fece una tale brutta figura con la guerra del Golfo. Bush vuole instaurare la democrazia in Iraq, poi in Iran, poi... In ciascuna di queste spiegazioni ci sarà una parte minima o massima di verità, ma neppure sommandole si arriva a capire la smania, la testardaggine, l'irragionevolezza, il furore con cui il progetto di Bush è stato portato avanti, senza sentire ragioni: spezzando le alleanze europee degli Stati Uniti, isolandosi, violando leggi e istituzioni della convivenza internazionale, andando contro il collettivo sentimento pacifista, facendo prevalere su tutto la forza, la potenza militare, la minaccia bellica, la volontà sopraffattoria e cieca. In altri casi, s'è spesso visto che atteggiamenti del genere derivano dalla malattia mentale, oppure da motivi personali: ma nessuno, in tanto tempo, ci ha raccontato quali potrebbero essere (ricatto, debiti contratti con sponsor e sostenitori, favori da concedersi in vista di future tornate elettorali?) gli eventuali motivi personali d'un comportamento tanto insensato e impolitico da lasciare senza fiato. Allora, perché? Perché sì, e basta. E' anche perciò che questa guerra viene tanto avversata e risulta tanto odiosa: come si potrebbe non detestare un'azione che oltre ad essere mortifera è così assolutamente incomprensibile, illogica, irrazionale?

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