Da Corriere della Sera del 20/03/2003

«Americani, stiamo liberando l’Iraq»

Alle 4.15 di questa mattina Bush ha annunciato l’attacco: «Può essere un’operazione lunga e difficile»

di Ennio Caretto

WASHINGTON - «Il disarmo dell’Iraq è cominciato». E’ Ari Fleischer, portavoce della Casa Bianca, a annunciare l’inizio della seconda guerra del Golfo, alle 3.45 di ieri notte in Italia (le 21.45 a Washington). Mezz’ora dopo, le 4.15, Bush parla al mondo dallo Studio Ovale della Casa Bianca: «Sono iniziate le ostilità per la liberazione dell’Iraq. Il nostro unico obiettivo è rimuovere la minaccia: con noi è una larga coalizione di Paesi, che dividono con l’America i rischi e l’onore di questa azione. Faremo ogni sforzo per risparmiare i civili, il nostro obbiettivo è la liberazione del popolo dell’Iraq. Il disarmo potrà essere lungo e difficile».
Poco prima del collegamento con la Casa Bianca, in tv si è intravisto lo Studio Ovale con Bush che veniva truccato per le telecamere: e il presidente ha stretto il pugno in segno di forza e determinazione.
La strategia militare sembra essere quella di colpire obiettivi mirati, collegati alla leadership del regime iracheno: palazzi presidenziali, basi militari e altre strutture.
L’annuncio di Fleischer e il discorso di Bush hanno posto fine all’attesa dell'America, che ha vissuto per tutta la giornata di ieri la vigilia di guerra più angosciosa dal conflitto del Vietnam, nell’incubo di armi chimiche e batteriologiche in Iraq, e di rappresaglie terroristiche in casa. Ha atteso la scadenza dell'ultimatum di Bush, le 20 locali, le 2 di ieri notte in Italia. Bush in serata aveva firmato i piani definitivi dell’attacco, dando il via libera ai generali. Durante la giornata, il suo portavoce Ari Fleischer ha ammonito gli americani «a prepararsi a un conflitto che costerà vite umane. Speriamo che sia una guerra quanto più breve possibile, ma ci sono molte incognite, e potrebbe anche protrarsi». Il Pentagono ha messo le mani avanti: «E’ irrealistico pensare che non ci saranno danni collaterali o perdite civili», ha detto il colonnello Gary Crowder.


LA STRATEGIA - In un’azione preventiva ai confini col Kuwait, i bombardieri Usa hanno distrutto durante la giornata missili e cannoni iracheni; un giornale inglese, l' Evening standard , ha dato il conflitto per iniziato con un blitz dei corpi speciali su Bassora. In Israele, ieri sera alle otto, l’esercito ha ordinato a tutti i cittadini di tener pronte le maschere antigas. Attaccati alle tv, gli americani hanno seguito le telecamere fisse che la Cnn e altri canali hanno installato a Bagdad.


L'ONU - Mentre il mondo attendeva lo scadere dell’ultimatum, al Palazzo di Vetro di New York Hans Blix ha presentato l'ultimo, inutile rapporto sul disarmo iracheno. Ha detto di esser «triste per il fatto che tre mesi di lavoro non abbiano fruttato delle certezze». Ma ha criticato Bagdad perché il suo ultimo dossier «non conteneva novità sostanziali». Il segretario generale Kofi Annan gli ha fatto eco: «E' un brutto giorno per la comunità internazionale». Boicottata dal segretario di Stato americano Colin Powell, la riunione dei ministri degli Esteri al Palazzo di Vetro è diventata una denuncia dell'unilateralismo di Bush. Il francese Dominique de Villepin ha accusato gli Usa di volere fare della Francia un capro espiatorio del fallimento della diplomazia e insiste su un vertice dei capi di Stato e di governo. Il russo Igor Ivanov e il tedesco Joschka Fischer hanno bollato il ricorso americano alla forza come un’illegalità che danneggia la coalizione contro il terrorismo dell'11 settembre 2001.

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