Thom Shanker
Giornalista − Stati Uniti
Attualmente è il corrispondente dal Pentagono per il "New York Times".
Prima di approdare al NYT, ha lavorato per il "Chicago Tribune". Durante la sua lunga carriera di corrispondente per gli esteri e la sicurezza nazionale, è stato "senior European correspondent" da Berlino, dal 1992 al 1995. La maggior parte del tempo è stata spesa per la copertura della guerra in Croazia e in Bosnia-Herzegovina, dove è stato il primo reporter a scoprire e scrivere sulla campagna serba di sequestri sistematici di donne musulmane. Ha anche scritto sull'integrazione Europea, la politica della Nato, il disarmo nucleare ed il ritiro delle truppe americane, britanniche, francesi e russe da Berlino in seguito alla riunificazione della capitale tedesca.
Dal 1985 al 1988 è stato a capo dell'ufficio del "Tribune" di Mosca, narrando i primi anni dell'era di Gorbachev. Torna a Mosca nel 1990 per raccontare la morte dell'Unione Sovietica e il collasso dell'impero comunista nell'Europa orientale.
Arriva al "Times" nel 1997 come responsabile della copertura degli esteri, della sicurezza nazionale e dell'economia, prima di essere nominato corrispondente dal Pentagono nel maggio 2001.
Ha scritto con altri "Crimini di guerra: quello che tutti dovrebbero sapere".
Prima di approdare al NYT, ha lavorato per il "Chicago Tribune". Durante la sua lunga carriera di corrispondente per gli esteri e la sicurezza nazionale, è stato "senior European correspondent" da Berlino, dal 1992 al 1995. La maggior parte del tempo è stata spesa per la copertura della guerra in Croazia e in Bosnia-Herzegovina, dove è stato il primo reporter a scoprire e scrivere sulla campagna serba di sequestri sistematici di donne musulmane. Ha anche scritto sull'integrazione Europea, la politica della Nato, il disarmo nucleare ed il ritiro delle truppe americane, britanniche, francesi e russe da Berlino in seguito alla riunificazione della capitale tedesca.
Dal 1985 al 1988 è stato a capo dell'ufficio del "Tribune" di Mosca, narrando i primi anni dell'era di Gorbachev. Torna a Mosca nel 1990 per raccontare la morte dell'Unione Sovietica e il collasso dell'impero comunista nell'Europa orientale.
Arriva al "Times" nel 1997 come responsabile della copertura degli esteri, della sicurezza nazionale e dell'economia, prima di essere nominato corrispondente dal Pentagono nel maggio 2001.
Ha scritto con altri "Crimini di guerra: quello che tutti dovrebbero sapere".
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