Da La Repubblica del 21/03/2006
L'esecutore materiale sarebbe Salvatore Ritorto, 27 anni, di Locri. Provvedimento restrittivo anche per il capo cosca Vincenzo Cordì
'ndrangheta: omicidio Fortugno, arrestati i killer grazie a collaboratore di giustizia
Dopo cinque mesi di indagini individuati gli assassini
REGGIO CALABRIA - Identificati i presunti killer di Francesco Fortugno, il vice presidente del Consiglio regionale della Calabria ucciso a Locri il 16 ottobre del 2005, nel seggio per le primarie dell'Unione. La polizia ha arrestato Salvatore Ritorto, 27 anni, pregiudicato, accusato di essere l'esecutore materiale dell'assassinio, Domenico Audino (27), Carmelo Dessì (28), Carmelo Crisalli (26) e Nicola Pitari (27). Sono inoltre state emesse quattro ordinanze di custodia cautelare a persone già detenute: Vincenzo Cordì di 49 anni, presunto capo dell'omonima cosca della 'ndrangheta; Domenico Novella (30), Antonio Dessì (24) e Gaetano Mazzara (42), che era agli arresti domiciliari. Tutti sono di Locri e appartengono alla cosca dei Cordì.
La svolta nelle indagini c'è stata grazie a un collaboratore di giustizia e ad intercettazioni telefoniche ad alcuni esponenti della cosca Cordì, che parlavano di una pistola dello stesso calibro di quella usata per l'omicidio di Fortugno. L'identità del collaboratore di giustizia non viene rivelata, ma si tratterebbe, comunque, di un esponente della cosca Cordì, l'associazione mafiosa che avrebbe ordinato l'assassinio dell'esponente della Margherita. Sulla base delle dichiarazioni del pentito e seguendo la pista dell'arsenale che la cosca aveva a disposizione per mettere a segno i suoi colpi, il pool di inquirenti è riuscito a definire il quadro delle responsabilità connesso all'assassinio di Fortugno.
L'operazione del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia e della Squadra mobile di Reggio Calabria per fare piena luce sull'assassinio è comunque in corso e le forze dell'ordine hanno eseguito dalle prime ore di oggi in tutta la regione una maxi operazione contro la 'ndrangheta. Tra i reati contestati associazione di tipo mafioso, omicidio, rapina a mano armata.
Le nove ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal Gip del Tribunale di Reggio Calabria, Maria Grazia Arena, su richiesta dei magistrati Giuseppe Creazzo e Marco Colamonici, della procura distrettuale Antimafia del capoluogo calabrese diretta dal Procuratore capo Antonino Catanese, team che insieme al procuratore aggiunto Francesco Scuderi ha condotto l'inchiesta penale sull'omicidio Fortugno.
Le indagini, durate cinque mesi, avrebbero permesso di raccogliere concreti elementi di responsabilità a carico di quattro esponenti di spicco della cosca Cordì. Gli investigatori hanno fatto ricorso a sofisticate tecnologie, in collaborazione con gli specialisti del servizio Polizia Scientifica e del reparto prevenzione crimine della direzione centrale Anticrimine diretta da Nicola Cavaliere.
La svolta nelle indagini c'è stata grazie a un collaboratore di giustizia e ad intercettazioni telefoniche ad alcuni esponenti della cosca Cordì, che parlavano di una pistola dello stesso calibro di quella usata per l'omicidio di Fortugno. L'identità del collaboratore di giustizia non viene rivelata, ma si tratterebbe, comunque, di un esponente della cosca Cordì, l'associazione mafiosa che avrebbe ordinato l'assassinio dell'esponente della Margherita. Sulla base delle dichiarazioni del pentito e seguendo la pista dell'arsenale che la cosca aveva a disposizione per mettere a segno i suoi colpi, il pool di inquirenti è riuscito a definire il quadro delle responsabilità connesso all'assassinio di Fortugno.
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