Da APCom del 14/02/2006
Originale su http://economia.virgilio.it/news/foglia.html?t=2&id=2&codNotiz...

Energia/solare, per ritorno investimenti necessari almeno 8 anni

Roma - Anche il "conto energia", la campagna di incentivi per l'energia prodotta da impianti fotovoltaici, può essere un business. Già, ma per chi? Chi trae davvero profitto (e a spese di chi) tra i vari soggetti coinvolti? La risposta è contenuta in uno studio elaborato da alcuni docenti dell'Università degli Studi di Brescia, pubblicato sull'ultimo numero del periodico Nuova Energia. I ricercatori hanno concentrato l'attenzione sull'analisi economica di due soluzioni di taglia differente: 3 kW, rappresentativi di in piccolo impianto domestico, e 50 kW in riferimento ad impianto di taglia medio-grande. È stato valutato l'effetto dell'installazione rispettivamente a Milano (latitudine 45°) e Ragusa (latitudine 36°).

In primo luogo emerge che il soggetto - persona fisica o giuridica, ente pubblico o privato - proprietario dell'impianto ottiene da esso un guadagno sostanziale. Per i pannelli da 3 kW installati a Ragusa il tempo di ritorno dell'investimento è di soli 8 anni; per l'impianto da 50 kW si ottengono 8,3 anni. Nel caso di Milano si ha invece un pay back in 13,1 anni per il 3 kW e in 12,6 per il 50 kW. Tali risultati sono giustificati dalla maggiore produzione annua di energia elettrica che si può realizzare al Sud: considerando i 3 kW, si producono circa 5.500 kWh/anno a Ragusa contro i circa 4.000 kWh/anno di Milano. Va da sé che anche tutto il mercato indotto dal fotovoltaico (produttori, installatori, studi di ingegneria) ci guadagna e partecipa alla suddivisIone dei proventi.

Ma da dove arrivano le risorse economiche? Il sole fornisce il suo contributo, rendendo disponibile energia a costo nullo. Tuttavia, al momento, ciò non risulta sufficiente e va invariabilmente integrato con un aggravio in bolletta (previsto nella componente tariffaria A3) pari a circa 0,0014 euro/kWh, destinato per l'appunto a coprire i finanziamenti. Ecco quindi la risposta al quesito posto sopra: pochi ci guadagnano e a spese di tutti gli utenti dell'energia elettrica. In realtà tale effetto, essendo diluito su un gran numero di persone, risulta quasi impercettibile e quindi generalmente accettato di buon grado.

Ciò non toglie che l'impatto in termini di costi complessivi per il sistema elettrico sia comunque significativo e stimabile in circa 45-50 milioni di euro/anno a completamento dei primi 100 MW di impianti, e di 120-130 milioni di euro una volta realizzato l'obiettivo nazionale (300 MW). "È interessante valutare - proseguono i docenti dell'Università di Brescia - quale sarebbe il beneficio per il sistema Italia una volta raggiunto il traguardo auspicato dalla normativa. Se tutti gli impianti venissero irradiati costantemente per tutte le 8.760 ore dell'anno con la potenza di picco (quando l'insolazione è pari a 1.000 W/m2) fornirebbero in un anno 2.628 GWh. Naturalmente questo valore va ridotto, nel caso dell'Italia, di un fattore di circa 6, ridimensionando tale cifra in circa 440 GWh. Il che è equivalente a dire che i 300 MW potenziali in realtà corrispondono a circa 50 MW medi.

In ogni caso i 440 GWh di energia solare vanno confrontati con i circa 322.000 GWh di energia elettrica consumati in Italia (nel 2004), di cui sono poco più dell'1 per mille. Si può controbattere però che dal punto di vista dell'interesse nazionale, l'energia fotovoltaica determina un risparmio di combustibili fossili. Ebbene, volendo valutare anche questa possibilità, si possono calcolare per semplicità i metri cubi di metano risparmiati in un anno da un impianto fotovoltaico di 1 kW. Un tale impianto mediamente può produrre in Italia circa 1.500 kWh elettrici. La stessa quantità di energia, se prodotta da un ciclo combinato, porterebbe ad un consumo di combustibile pari a circa 275 m3 di metano, ovvero a una spesa - ai costi attuali - di circa 70 l'anno.

Per quanto riguarda il pannello fotovoltaico, considerata una vita utile di 25 anni, il costo annuo del capitale investito è pari a circa 680 . Si spendono quindi 680 per risparmiarne 70". Solo una drastica diminuzione del costo degli impianti potrà quindi rendere il fotovoltaico davvero sostenibile.

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