Da ITNews del 04/01/2006
Originale su http://www.itnews.it/news/2006,795,dx,0104,,,175658.html
Microsoft chiude il blog di un cinese
Censurato il sito perché contrario alle leggi locali
Roma - Può succedere che un blog allocato su un server negli Stati Uniti venga chiuso perché contenga contenuti contrari alle leggi della Repubblica popolare cinese? Sì, è il bello, e anche il brutto, di Internet. Una questione da rimandare al diritto internazionale.
E' la storia del blogger cinese Zhao Jing, in rete conosciuto come Michael Anti. Il 31 dicembre Microsoft ha staccato la spina al suo blog, memorizzato nella piattaforma Msn Spaces. La motivazione? Contrario alla legislazione locale.
Inizialmente si era pensato che la scure fosse stata gettata dalle autorità cinesi ma in realtà, da quanto emerge dall'accurato lavoro della giornalista della Cnn, Rebecca Mackinnon, l'iniziativa è stata presa in prima persona da Microsoft.
Il caso evoca quello della scorsa estate quando il portale Yahoo! rivelò alle autorità cinese il nome che si nascondeva dietro un indirizzo Ip per identificare l'autore di un'email indirizzata negli Usa con un allegato contenente la censura applicata dal governo cinese per evitare di commemorare i morti a piazza Tienanmen, nel 1989. Quell'indirizzo corrispondeva a un giornalista, arrestato e condannato a dieci anni di carcere.
E' la storia del blogger cinese Zhao Jing, in rete conosciuto come Michael Anti. Il 31 dicembre Microsoft ha staccato la spina al suo blog, memorizzato nella piattaforma Msn Spaces. La motivazione? Contrario alla legislazione locale.
Inizialmente si era pensato che la scure fosse stata gettata dalle autorità cinesi ma in realtà, da quanto emerge dall'accurato lavoro della giornalista della Cnn, Rebecca Mackinnon, l'iniziativa è stata presa in prima persona da Microsoft.
Il caso evoca quello della scorsa estate quando il portale Yahoo! rivelò alle autorità cinese il nome che si nascondeva dietro un indirizzo Ip per identificare l'autore di un'email indirizzata negli Usa con un allegato contenente la censura applicata dal governo cinese per evitare di commemorare i morti a piazza Tienanmen, nel 1989. Quell'indirizzo corrispondeva a un giornalista, arrestato e condannato a dieci anni di carcere.
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