Da Reuters del 02/12/2005
Originale su http://today.reuters.it/news/newsArticle.aspx?type=topNews&storyID...

Appello Sme, Previti: rispetto sentenza come un colpo di pistola

MILANO (Reuters) - Il deputato di Forza Italia Cesare Previti commenta la conferma della condanna a cinque anni a suo carico nell'appello del processo Sme dicendo di rispettarla "come si rispetta un colpo di pistola, un'esecuzione pianificata".

I giudici della seconda Corte d'Appello di Milano hanno deciso oggi di confermare la sentenza di primo grado per Previti, condannandolo per la corruzione dell'ex capo dei gip romani Renato Squillante (Capo A) e assolvendolo per la vicenda della compravendita Sme (Capo B).

In particolare l'accusa s'incentra su un versamento di 434.000 dollari che nel marzo '91 sarebbe andato da un conto attribuito a Fininvest, a conti esteri riferibili a Previti, all'avvocato Attilio Pacifico, e infine al giudice Squillante -- il cosiddetto caso Ariosto, dal nome del teste d'accusa Stefania Ariosto.

"Dovrei essere sorpreso di una condanna che arriva al termine di un processo partito da un teste integralmente falso, che addirittura ha recentemente confessato di essere stato imbeccato ed eterodiretto, come io sostenevo da dieci anni, un dibattimento fondato su un fascicolo di prove inesistenti, inventate, e quindi cadute proprio perché inventate, dal quale sono scomparsi atti e documenti molto importanti", ha scritto Previti in una nota diffusa dopo la lettura della sentenza, riferendosi alla sua accusatrice Ariosto.

Il deputato di Forza Italia ed ex ministro della Difesa ha quindi ribadito la sua "totale e assoluta innocenza".

"Ma non sono meravigliato - ha aggiunto - Perché sono anni che subisco dei 'non processi', dove ho avuto solo la parte del presunto colpevole, quindi non mi sorprende neanche la macroscopica follia di questa sentenza disumana, se solo si pensa alle attenuanti generiche costantemente negatemi dalla magistratura milanese, con la motivazione che non si possono accordare ad una persona troppo conosciuta come perbene".

"Naturalmente, continuerò a battermi fino in fondo, per ottenere ciò che nessuno finora mi ha dato: giustizia", conclude Previti. "E' un diritto della collettività, di cui faccio parte, accertare fino a che punto il sistema giudiziario è malato, se è moribondo o, addirittura, morto".

I suoi legali hanno già annunciato che faranno ricorso in Cassazione per ottenere l'assoluzione piena del loro assistito.

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