Da La Repubblica del 09/10/2006
Originale su http://www.repubblica.it/2006/10/sezioni/cronaca/ndrangheta-madre/prod...

Il premier a Locri a un anno dall'omicidio dell'esponente dell'Ulivo. La visita al cimitero, poi una targa in suo onore al Pronto soccorso

'Ndrangheta: Prodi rende omaggio a Fortugno "Non c'è sviluppo senza sicurezza"

La vedova: "Il governo identifichi i responsabili dei delitti impuniti e si impegni per la crescita economica e infrastrutturale della Locride"

LOCRI - L'omaggio alla tomba di Francesco Fortugno al cimitero di Locri, una targa che intitola al vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria ucciso lo scorso anno, tre richieste della vedova, per il presidente del Consiglio, per la lotta alla criminalità organizzata e le indagini sull'omicidio del marito. A pochi giorni dal primo anniversario della morte di Fortugno, assassinato il 16 ottobre del 2005, Romano Prodi rende omaggio a lui e "a tutte le altre vittime della criminalità" e risponde alle sollecitazioni e alle invocazioni di giustizia giunte, nei giorni scorsi, da alcuni familiari di vittime di mafia, in particolare da parte di Liliana Esposito, madre di Massimiliano Carbone, ucciso a Locri due anni fa, e di Mario Congiusta, padre di Gianluca, assassinato a Superno nel 2005.

Prodi si è recato nel cimitero della città jonica, insieme alla vedova Fortugno, Maria Grazia Laganà, al viceministro dell'Interno, Marco Minniti, al presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, e al sindaco di Locri, Francesco Macrì. Erano presenti anche il suocero di Fortugno, Mario Laganà, e altri familiari del politico ucciso. Poi, il premier è andato al Pronto soccorso, dove ha scoperto la targa che ricorda Fortugno (primario in aspettativa dopo l'elezione a consigliere regionale) con queste parole: "Persona solare, disponibile e generosa, riferimento certo per correttezza e professionalità. Una mano assassina lo ha strappato alla vita e alla sua missione di medico esemplare".

Intitolando il pronto soccorso all'esponente della Margherita ucciso, il presidente del Consiglio ha rimarcato che "l'esperienza di questi mesi dimostra che non c'è futuro economico se non viene sradicata la criminalità organizzata. Nulla può avvenire in Calabria e nel Mezzogiorno se qui non regna la legge, a qualsiasi livello la legge stessa debba toccare".

"Sono qui per dimostrare l'esigenza di un cambiamento radicale - ha detto il premier - e la piena volontà del governo di affrontare fino in fondo i problemi della mafia e di imporre la legalità". "I propositi - ha aggiunto Prodi - sono gli stessi dello scorso anno. Adesso abbiamo cominciato a lavorare e abbiamo stanziato tutte le risorse disponibili per queste zone". Parlando dell'impegno del governo per la Calabria nella Finanziaria, Prodi ha osservato come sia stata rinvenuta "una scarsità di infrastrutture assolutamente elementari, che nelle altre parti del territorio sono già state realizzate una generazione fa. Il nostro obiettivo, quindi, è recuperare il tempo perduto".

Per quel che riguarda la lotta alla criminalità, Prodi ha spiegato di aver chiesto ai suoi "collaboratori e al governo di preparare un'azione insistente di lungo periodo, non teatrale ma profonda. La criminalità sta devastando un'altra generazione. Se non la si combatte, anche i ragazzi di Locri dovranno emigrare". "Ma non c'è futuro - ha sottolineato il premier - se una parte emigra e un'altra è vittima. Mi assumo l'impegno davanti ai ragazzi di Locri: tutta la società dev'essere cambiata. L'omicidio di Francesco rappresenta una linea di non ritorno e noi dobbiamo interromperla".

Tre, si diceva, le richieste avanzate al presidente del Consiglio dalla vedova Fortugno, deputato dell'Ulivo: il potenziamento degli organici della magistratura inquirente, della forze dell'ordine e degli altri organismi di prevenzione e controllo del territorio, "affinché lo Stato fornisca l'unica risposta dovuta: l'identificazione dei responsabili di migliaia di gravissimi delitti di mafia impuniti, la confisca dei patrimoni illecitamente accumulati, la risoluzione di ogni rapporto tra Pubblica amministrazione e soggetti infiltrati dalla ndrangheta".

Altra richiesta, il finanziamento di un piano straordinario per il lavoro, soprattutto a favore dei giovani, e lo sviluppo economico e infrastrutturale della Locride. Infine Laganà chiede "che il governo sostenga la mia richiesta di intervento diretto della Direzione Nazionale Antimafia, anche nella persona del Procuratore nazionale, nelle indagini riguardanti la morte di mio marito, da sviluppare in ogni direzione e a ogni livello". "Ho piena fiducia in lei, presidente - conclude Laganà - che governa bene l'Italia, partendo dai bisogni dei più deboli".

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