Da La Repubblica del 07/08/2006
Originale su http://www.repubblica.it/2006/08/sezioni/cronaca/traffico-armi-treviso...

Società di prodotti ortofrutticoli era copertura di un commercio d'armi dalla ex Jugoslavia. Tra le armi sequestrate fucili AK 47 e proiettili

Traffico armi: sgominato a Treviso import di fucili da guerra dalla Serbia

Le armi da guerra utilizzate per sfondare vetri e furgoni blindati

TREVISO - Un'azienda di importazione di prodotti ortofrutticoli sull'orlo del fallimento per debiti decide di risolvere con i proventi promessi dal traffico internazionale di armi. Questo, a detta degli inquirenti, lo scenario nel quale è maturata due mesi fa la decisone di due fratelli, Andrea e Doriano Gobbo, di mettere in piedi l'import-export d'armi tra l'Italia e la Serbia che è stato scoperto questa mattina nel trevigiano.

Nell'operazione della Squadra Mobile di Treviso sono finiti in manette i due fratelli Gobbo e i loro collaboratori serbo-bosniaci, Nuhiji Burhan e Daniel Marsic. Diverse armi, tra cui kalahshnikov, mitra, fucili, pistole e centinaia di proiettili sono state sequestrate. Le armi e le munizioni erano destinate alla criminalità specializzata in assalti alle gioiellerie e ai furgoni portavalori. Tra le armi sequestrate dagli agenti tra la provincia di Treviso e quella di Belluno ci sarebbero fucili mitragliatori da guerra AK 47, facilmente reperibili in Serbia dopo la cessazione del conflitto serbo-bosniaco, e centinaia di proiettili da guerra, in grado di sfondare le normali coperture antiproiettili di vetri e furgoni blindati.

A detta delle autorità i due italiani hanno accolto la proposta proveniente da ambienti legati al commercio di materiale bellico nella ex Jugoslavia, di nascondere le armi nei carichi di frutta e verdura che i Gobbo si recavano periodicamente ad acquistare in Romania e in Slovacchia. Secondo quanto detto dal Procuratore della Repubblca Antonio Fojadelli, questa copertura avrebbe evitato ai due serbo-bosniaci di esporsi personalmente.

Il blitz di questa mattina, scaturito dalle indagini riguardanti i rapporti commerciali tra i due importatori e i due serbo-bosniaci, operai in una ditta di pneumatici del Bellunese, si sarebbe svolto con l'aiuto di agenti sotto copertura che si sarebbero fatti scambiare per esponenti della criminalità organizzata interessati all'acquisto di armi, riuscendo a concludere due transazioni relative ad altrettanti mitragliatori.

Questa operazione è la prima portata a termine sfruttando la nuova legge sui reati transnazionali, una nuova normativa entrata in vigore nel marzo scorso, che consente alle autorità di praticare, entro certi limiti, operazioni contrarie alla legge al fine di individuare in maniera chiara la trama della struttura criminale che si sta indagando. L'intera operazione si è avvalsa degli strumenti giuridici forniti dalla recente legge di ratifica della Convenzione delle Nazione Unite contro il crimine organizzato transnazionale.

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