Da La Stampa del 20/09/2006
Originale su http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/200609articoli/1100...

Bangkok a notte fonda i soldati occupano il parlamento e la tv di stato. La Casa Bianca sollecita «una risoluzione pacifica e democratica»

Thailandia: colpo di Stato militare

Dichiarata la legge marziale, mentre il premier Shinawatra è a New York. Il re con i golpisti

BANGKOK. Sembrava finita per sempre, invece torna la stagione dei colpi di Stato. In Thailandia. A notte fonda, dopo una ridda di voci contraddittorie affollatesi nella giornata, era chiaro che l'esercito era tornato in piazza, e a distanza di 15 anni ci riprovava con un golpe. I soldati guidati dal generale Sonthi Boonyaratglin hanno imposto la legge marziale, dopo aver rovesciato il governo del primo ministro Thaksin Shinawatra, mentre lui si trova a New York per l'Assemblea generale dell'Onu. Sonthi è il primo musulmano alla guida dell'esercito di terra in un Paese a maggioranza di religione buddhista.

L'esercito ha fatto sapere di essere fedele al re e ha promesso riforme democratiche, sulla canna dei fucili. Ed il re, Bhumibol Adulyadej, non ha disdegnato la dichiarazione di fedeltà, visto che nella notte - come ha afferma un portavoce dei militari e confermato Palazzo reale - ha accettato di incontrare il generale golpista «per mettere a punto un governo ad interim». La Costituzione del 1997, la Corte costituzionale, il Parlamento e il governo - spiegano i militari - sono da considerarsi «sospesi».

Al momento non vi sarebbero italiani coinvolti. Lo fa sapere la Farnesina, la cui unità di crisi è continuamente in contatto con l'ambasciata italiana a Bangkok. Dove, ai connazionali che si sono fatti vivi, viene raccomandato di comportarsi con prudenza. Gli italiani residenti in Thailandia sono circa 1600.

Quanto ai turisti, sono certamente molti di più dei 200 che si sono registrati sul sito web della Farnesina al momento della partenza, come consiglia sempre di fare il ministero degli Esteri a chi si reca fuori dall'Italia per lavoro o per diporto, «per ogni evenienza».

Da New York, dove si è recato per l'assemblea plenaria dell'Onu, Thaksin Shinawatra, premier thailandese oggetto del golpe, non si è dato per vinto. «La situazione è molto grave ma stiamo prendendo contromisure» ha detto un uomo del suo staff raggiunto telefonicamente da «La Stampa». Il primo ministro si considere ancora capo di governo: lo ha dichiarato un alto responsabile thailandese che si trova con lui a New York. Thaksin, dopo aver appreso la notizia, è rimasto nel suo hotel da dove ha seguito lo sviluppo della crisi. «Il primo ministro thailandese è assolutamente tranquillo - ha detto il responsabile thailandese che ha preferito mantenere l'anonimato, aggiungendo -: ha seguito l'intervento del presidente Bush all'Onu dalla sua stanza d'albergo». «Si considera il primo ministro eletto e intende conservare la Costituzione del Paese», ha sottolineato la fonte. In seguito agli avvenimenti in corso il suo intervento all'Onu era stato anticipato ad oggi, ma Shinawatra ha rinunciato.

La Thailandia ha un rapporto di alleanza privilegiata con gli Usa. «Stiamo seguendo gli sviluppi da vicino, ma la situazione non è chiara», ha detto Frederick Jones, portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca. «Sappiamo di movimenti militari, così come alla dichiarazione dello stato d'emergenza a Bangkok da parte del primo ministro Thaksin - ha proseguito Jones -. Ci rivolgiamo al popolo thailandese affinché risolva i propri contrasti politici in maniera pacifica e in base ai principi democratici».

Gruppi di carri armati hanno bloccato le strade intorno agli uffici di governo e gli uffici del partito del premier, il «Thai rak Thai» (Thailandesi per la Thailandia). Il Thai Rak Thai aveva vinto a larghissima maggioranza le ultime elezioni «valide», tenutosi nel gennaio 2005.

Le voci del golpe si erano diffuse nel pomeriggio quando la tv dell'esercito, «Channel 5», ha sospeso i programmi regolari per mandare in onda canzoni patriottiche. Ma non era ancora un segnale chiaro. Nelle settimane scorse alcuni giovani ufficiali erano stati arrestati perché accusati di stare organizzando un attentato alla vita di Thaksin. L'opposizione però smentiva le accuse dicendo che si trattava di un inganno ordito da Thaksin stesso.

Sicuramente la notizia di un colpo di Stato in questo Paese, leader del Sud-Est asiatico, è una campana di allarme per tutte le giovani democrazie della regione.

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