Da RaiNews24 del 24/07/2006
Originale su http://www.rainews24.it/Notizia.asp?NewsID=63144
Staminali: l'Ue apre alla ricerca purché l'embrione non sia distrutto
Bruxelles - Via libera alla ricerca sulle cellule staminali adulte ed embrionali. Il Consiglio Europeo, riunito oggi a Bruxelles, ha approvato a maggioranza qualificata l'autorizzazione al finanziamento di iniziative di ricerca che prevedono l'utilizzo di cellule staminali.
Il provvedimento, incluso nel VII programma quadro per la ricerca, pone però dei precisi paletti, che prevedono, ad esempio, l'esclusione dal finanziamento di quelle ricerche che comportano la distruzione degli embrioni umani, oppure l'obbligo di utilizzare solo cellule embrionali già isolate in laboratori in Europa o oltreoceano. Rinviato invece il dibattito circa la definizione di un termine per l'impiantabilità degli embrioni, oltre il quale convenire che gli embrioni crioconservati sono utilizzabili ai fini della ricerca.
L'accordo sulla ricerca è giunto dopo che l'Italia e la Germania hanno tolto le proprie riserve, appoggiando il compromesso raggiunto dopo faticose trattative che hanno opposto le ragioni dei cattolici, che considerano gli embrioni vita umana a tutti gli effetti, e quelle degli scienziati, che considerano la ricerca sulle staminali imprescindibile.
Ora la parola passa al Parlamento Europeo, che dovrà esaminare l'accordo in seconda lettura.
Soddisfazione è stata espressa dal rappresentante italiano, il ministro dell'Università e della Ricerca Scientifica, il Ds Fabio Mussi. "Abbiamo fatto una battaglia per riportare l'Italia nello spazio europeo della ricerca anche se ha la legislazione più restrittiva d'Europa" ha spiegato il ministro.
Dall'opposizione piovono le critiche. Per il coordinatore nazionale di Forza Italia, Sandro Bondi, "Il compromesso sulla ricerca europea è uno strappo con legge 40 e spacca l'Europa in due ed è frutto di un colpo di mano del Governo Prodi, che non ha consultato alcun parlamentare".
Le cellule staminali sono cellule primitive non specializzate, dotate della capacità di trasformarsi in qualunque altro tipo di cellula del corpo. Per questo gli scienziati guardano con interesse alle possibilità di utilizzare queste cellule per "riparare" parti dell'organismo, specialmente quelle colpite da malattie degenerative.
Le staminali possono essere sia prelevate da un embrione, sia da tessuti "adulti", senza comportare problemi etici. Queste ultime però non possono dare origine a tutti i tipi di tessuti, ma solo ad alcuni.
Il provvedimento, incluso nel VII programma quadro per la ricerca, pone però dei precisi paletti, che prevedono, ad esempio, l'esclusione dal finanziamento di quelle ricerche che comportano la distruzione degli embrioni umani, oppure l'obbligo di utilizzare solo cellule embrionali già isolate in laboratori in Europa o oltreoceano. Rinviato invece il dibattito circa la definizione di un termine per l'impiantabilità degli embrioni, oltre il quale convenire che gli embrioni crioconservati sono utilizzabili ai fini della ricerca.
L'accordo sulla ricerca è giunto dopo che l'Italia e la Germania hanno tolto le proprie riserve, appoggiando il compromesso raggiunto dopo faticose trattative che hanno opposto le ragioni dei cattolici, che considerano gli embrioni vita umana a tutti gli effetti, e quelle degli scienziati, che considerano la ricerca sulle staminali imprescindibile.
Ora la parola passa al Parlamento Europeo, che dovrà esaminare l'accordo in seconda lettura.
Soddisfazione è stata espressa dal rappresentante italiano, il ministro dell'Università e della Ricerca Scientifica, il Ds Fabio Mussi. "Abbiamo fatto una battaglia per riportare l'Italia nello spazio europeo della ricerca anche se ha la legislazione più restrittiva d'Europa" ha spiegato il ministro.
Dall'opposizione piovono le critiche. Per il coordinatore nazionale di Forza Italia, Sandro Bondi, "Il compromesso sulla ricerca europea è uno strappo con legge 40 e spacca l'Europa in due ed è frutto di un colpo di mano del Governo Prodi, che non ha consultato alcun parlamentare".
Le cellule staminali sono cellule primitive non specializzate, dotate della capacità di trasformarsi in qualunque altro tipo di cellula del corpo. Per questo gli scienziati guardano con interesse alle possibilità di utilizzare queste cellule per "riparare" parti dell'organismo, specialmente quelle colpite da malattie degenerative.
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