Da Nuova Agenzia Radicale del 08/06/2006
Originale su http://www.quaderniradicali.it/agenzia/index.php?op=read&nid=8801
Pakistan: Alta corte sospende tre esecuzioni, via libera ad una quarta
Il daily times ha riportato la sospensione di tre esecuzioni previste oggi, da parte di una divisione dell’Alta Corte di Lahore, in Pakistan.
I tre, Muhammad Ilyas, Muhammad Abbas e Muhammad Ilyas, erano stati condannati da un tribunale anti-terrorismo di Gujranwala, per l’omicidio di Abid Hussain, Mohammad Akram, Liaqat Ali, Zahid e Mohammad Inayat.
La sospensione è stata concessa per accertare se gli eredi delle vittime vogliono accettare il prezzo del sangue.
Il daily times riporta anche che lo stesso giorno, sempre l’Alta Corte di Lahore ha invece dato il via libera all’esecuzione di Asif, programmata alla fine del giorno nella prigione centrale di Gujranwala. La Corte Suprema aveva già precedentemente confermato la condanna a morte ed una richiesta di grazia era stata respinta dal Presidente. Non è nota la natura del reato.
Muzammal Akhtar Shabbir, capo della Commissione per l’Assistenza Legale dell’Associazione degli Avvocati dell’Alta Corte di Lahore, aveva sostenuto che il condannato era minorenne al tempo del reato, nel 1997, e che pertanto non era passibile di pena di morte.
La corte ha respinto la richiesta di sospensione sostenendo che Asif avrebbe dovuto dichiarare di essere minorenne al tempo dei processi presso l’Alta Corte e la Corte Suprema.
“Il condannato non ha detto di essere minorenne perché non era a conoscenza dell’Ordinanza sui Minori del Sistema Giudiziario del 2000,” ha aggiunto Shabbir.
Il 1° luglio 2000, l’allora Presidente Rafiq Tarar aveva promulgato l’Ordinanza sul Sistema della Giustizia Minorile (2000) che abolisce la pena di morte nei confronti dei minori di 18 anni, stabilisce processi ad hoc per i minorenni e autorizza la difesa legale a spese dello stato. Nel dicembre 2001, il Presidente Pervez Musharraf ha emesso un nuovo decreto che commutava in ergastolo tutte le sentenze capitali nei confronti dei minorenni. Il decreto è entrato in vigore con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 13 dicembre 2001.
Questi cambiamenti non hanno comunque posto fine alla pena di morte nei confronti dei minori.
I tre, Muhammad Ilyas, Muhammad Abbas e Muhammad Ilyas, erano stati condannati da un tribunale anti-terrorismo di Gujranwala, per l’omicidio di Abid Hussain, Mohammad Akram, Liaqat Ali, Zahid e Mohammad Inayat.
La sospensione è stata concessa per accertare se gli eredi delle vittime vogliono accettare il prezzo del sangue.
Il daily times riporta anche che lo stesso giorno, sempre l’Alta Corte di Lahore ha invece dato il via libera all’esecuzione di Asif, programmata alla fine del giorno nella prigione centrale di Gujranwala. La Corte Suprema aveva già precedentemente confermato la condanna a morte ed una richiesta di grazia era stata respinta dal Presidente. Non è nota la natura del reato.
Muzammal Akhtar Shabbir, capo della Commissione per l’Assistenza Legale dell’Associazione degli Avvocati dell’Alta Corte di Lahore, aveva sostenuto che il condannato era minorenne al tempo del reato, nel 1997, e che pertanto non era passibile di pena di morte.
La corte ha respinto la richiesta di sospensione sostenendo che Asif avrebbe dovuto dichiarare di essere minorenne al tempo dei processi presso l’Alta Corte e la Corte Suprema.
“Il condannato non ha detto di essere minorenne perché non era a conoscenza dell’Ordinanza sui Minori del Sistema Giudiziario del 2000,” ha aggiunto Shabbir.
Il 1° luglio 2000, l’allora Presidente Rafiq Tarar aveva promulgato l’Ordinanza sul Sistema della Giustizia Minorile (2000) che abolisce la pena di morte nei confronti dei minori di 18 anni, stabilisce processi ad hoc per i minorenni e autorizza la difesa legale a spese dello stato. Nel dicembre 2001, il Presidente Pervez Musharraf ha emesso un nuovo decreto che commutava in ergastolo tutte le sentenze capitali nei confronti dei minorenni. Il decreto è entrato in vigore con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 13 dicembre 2001.
Questi cambiamenti non hanno comunque posto fine alla pena di morte nei confronti dei minori.
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