BRUXELLES - Alla ricerca di fonti energetiche alternative, l'Europa punta sempre di più sull'energia eolica: la capacità produttiva degli impianti che trasformano il vento in energia elettrica è infatti aumentata tra il 2000 e il 2004 di oltre il 150%.

Secondo i dati pubblicati oggi da Eurostat, negli ultimi anni la capacità produttiva energetica dell'Ue è cresciuta in complesso del 6%: oltre la metà di questo incremento - segnala l'Ufficio statistico europeo - è dovuto all'ampliamento delle centrali eoliche. Nonostante questa crescita, il vento rimane ancora una fonte energetica pochissimo sfruttata nell'Ue, visto che degli oltre 700 milioni di kilowatt prodotti nell'Ue nel 2004, il 58% deriva dalle centrali termiche, il 19% da quelle nucleari, il 18% dagli impianti idroelettrici, mentre soltanto meno del 5% dagli stabilimenti eolici.

A parte la Danimarca, dove quasi un quarto dell'energia è prodotta dal vento, e Germania e Spagna (rispettivamente 13% e 12% del totale), il resto dei paesi europei fa ancora molto poco affidamento sull'energia eolica: in Italia essa rappresenta poco più dell'1% della produzione totale. Il rapporto Eurostat aggiorna anche il quadro della dipendenza energetica dei singoli paesi europei, sottolineando come l'Italia resta il principale importatore netto di energia, seguito ad ampia distanza da Olanda, Belgio e Gran Bretagna. La Francia, grazie alle sue centrali nucleari, è invece il maggiore esportatore di energia, seguito da Repubblica Ceca e Polonia. Sono in attivo anche Germania e Spagna.