Da Adnkronos del 31/03/2006
Originale su http://www.adnki.com/index_2Level.php?cat=Religion&loid=8.0.282441...

Islam: fatwa ayatollah Montazeri contro pena di morte per convertiti

Teheran - La vicenda di Abdul Rahman, l'afgano convertito al cristianesimo che ha trovato rifugio in Italia, ha riaperto nel mondo islamico il dibattito sulle conversioni. Dinanzi alle posizioni oltranziste di parte del clero sciita e sunnita, alcuni Ayatollah e Mujtahid (religiosi con diritto di interpretare la legge coranica) sono del parere che se la conversione avviene per convinzione e dopo un periodo di studi, non deve essere punita. Il Grande Ayatollah iraniano, Hossein Ali Montazeri, è uno dei Mujtahid sciiti contrari alla pena di morte per chi abbandona l'Islam, se non in casi molto particolari.Qualche giorno prima che il caso dell'afgano Abdul Rahman scoppiasse, l'Ayatollah al Ozma (Grande Ayatollah) Hossein Ali Montazeri, rispondendo alla domanda di un fedele sulla conversione degli islamici ad altre religioni, aveva emesso la seguente fatwa (editto religioso): "Ognuna delle religioni - come il zoroastrismo, ebraismo e cristianesimo - sono state a loro tempo fedi di diritto, anche se l'Islam è l'ultima delle religioni abramiche che chiude il ciclo, e pertanto abbandonarlo non è legittimo. Le religioni si susseguono come corsi universitari e non è logico che dopo aver frequentato l'ultimo anno, si ritorni a frequentare il primo anno. Cio' detto, ritengo opportuno affermare che se non in casi particolari ed specifici, la conversione non deve essere punita con la pena di morte". In un colloquio telefonico con AKI ADNKRONOS INTERNATIONAL, uno dei segretari dell'Ayatollah al Ozma Montazeri ha aggiunto che "merita la pena di morte solo chi abbandona la fede in un'ottica di rinnegamento e di miscredenza, mentre chi si converte ad un'altra fede dopo studi e per convinzione, non è soggetto a nessuna forma di punizione".

"Nel Corano- aggiunge - non esiste alcun riferimento alla pena di morte per la conversione". "Nel passato - conclude il collaboratore dell'Ayatollah Montazeri - sono state condannate alla pena capitale quelle persone che avevano abbandonato la fede originale per ragioni politiche e per danneggiare l'Islam". Per Ahmad Ghabel, religioso di Qom che studiando con Hossein Ali Montazeri ha raggiunto il grado di Mujtahid, "in nessun caso chi cambia la fede può essere ucciso". "La sentenza di morte per i convertiti - sopiega ad AKI Ghabel - è un'eredità delle Crociate, quando sia i mussulmani che i cristiani uccidevano chi passava dall'altra parte". "Una logica - aggiunge Ghabel - che oggi non può essere più valida". Per un altro studioso sciita, Mohammad Ali Ayazi, "l'individuo deve essere libero a cambiare fede e credo, così come è libero nella scelta iniziale della religione". "Secondo la mia interpretazione del Corano - ha aggiunto Ayazi in un'intervista all'emittente britannica BBC - può essere definito 'mortad' (apostata) solo chi tradisce l'Islam a scopo di danneggiarlo e non chi non si riconosce più nei precetti della nostra religione".

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