Da Adnkronos del 23/09/2006
Originale su http://www.adnkronos.com/3Level.php?cat=Cronaca&loid=1.0.550042080

Ieri la lettera in cui l'uomo, malato terminale di distrofia muscolare, ha chiesto ''una morte opportuna''

Eutanasia: Napolitano a Welby: ''Serve confronto approfondito''

Il presidente della Repubblica risponde al video-appello: ''Mi auguro una riflessione nelle sedi più idonee. Il silenzio sarebbe ingiustificabile''

Roma - ''Raccolgo il suo messaggio di tragica sofferenza con sincera comprensione e solidarietà''. Esso può rappresentare un’occasione di riflessione su ''temi di particolare complessità sul piano etico, che richiedono un confronto sensibile e approfondito'', così il capo dello Stato Giorgio Napolitano risponde al video-appello in cui Piergiorgio Welby, affetto da distrofia muscolare, chiede di poter ricorrere all'eutanasia.

''Caro Welby, ho ascoltato e letto con profonda partecipazione emotiva l’appello che lei ha voluto pubblicamente rivolgermi - scrive Napolitano nella lettera annunciata questa mattina dal Quirinale e pubblicata sul sito dell'Associazione Luca Coscioni -. Ne sono stato toccato e colpito come persona e come Presidente. Lei ha mostrato piena comprensione della natura e dei limiti del ruolo che il Parlamento mi ha chiamato ad assolvere, secondo il dettato e lo spirito della nostra Costituzione. Penso che tra le mie responsabilità vi sia quella di ascoltare con la più grande attenzione quanti esprimano sentimenti e pongano problemi che non trovano risposta in decisioni del governo, del Parlamento, delle altre autorità cui esse competono. E quindi raccolgo il suo messaggio di tragica sofferenza con sincera comprensione e solidarietà. Esso può rappresentare un’occasione di non frettolosa riflessione su situazioni e temi, di particolare complessità sul piano etico, che richiedono un confronto sensibile e approfondito, qualunque possa essere in definitiva la conclusione approvata dai più''.

''Mi auguro che un tale confronto ci sia, nelle sedi più idonee, perché il solo atteggiamento ingiustificabile sarebbe il silenzio, la sospensione o l’elusione di ogni responsabile chiarimento'', conclude il capo dello Stato.

La distrofia muscolare costringe Welby, co-presidente dell'Associazione Luca Coscioni, su un letto senza poter parlare, mangiare o leggere. Una macchina lo aiuta a respirare e viene alimentato con un sondino. Per esprimersi utilizza un sintetizzatore. Nel suo video appello al presidente della Repubblica chiede l'eutanasia e che in Italia venga approvata una legge che consenta di sottrarsi ''a questo oltraggio estremo''. ''Fino a due mesi e mezzo fa - spiega - la mia vita era sì segnata da difficoltà non indifferenti, ma almeno per qualche ora del giorno potevo, con l'ausilio del mio computer, scrivere, leggere, fare delle ricerche, incontrare gli amici su Internet. Ora sono come sprofondato in un baratro da dove non trovo uscita''.

''Io amo la vita, Presidente - scrive ancora Welby nella sua lettera appello - Vita è la donna che ti ama, il vento tra i capelli, il sole sul viso, la passeggiata notturna con un amico. Vita è anche la donna che ti lascia, una giornata di pioggia, l'amico che ti delude. Io non sono né un malinconico né un maniaco depresso - morire mi fa orrore, purtroppo ciò che mi è rimasto non è più vita - è solo un testardo e insensato accanimento nel mantenere attive delle funzioni biologiche. Il mio corpo non è più mio... è lì, squadernato davanti a medici, assistenti, parenti. Montanelli mi capirebbe. Se fossi svizzero, belga o olandese potrei sottrarmi a questo oltraggio estremo ma sono italiano e qui non c'è pietà''. ''Starà pensando, Presidente, che sto invocando per me una 'morte dignitosa'. No, non si tratta di questo''. L'eutanasia, continua, ''non è 'morte dignitosa', ma morte opportuna''.

Welby prosegue quindi nella sua lunga lettera appello sottolineando che ''quando un malato terminale decide di rinunciare agli affetti, ai ricordi, alle amicizie, alla vita e chiede di mettere fine ad una sopravvivenza crudelmente 'biologica' - io credo che questa sua volontà debba essere rispettata ed accolta con quella pietas che rappresenta la forza e la coerenza del pensiero laico''.

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