Nonostante donna. Storie civili al femminile

Edito da EGA - Edizioni Gruppo Abele, Torino, 1996

di Sandra Bonsanti, Maurizio De Luca

Quarta di copertina

Sei giornalisti hanno raccolto le storie di sei donne impegnate contro la mafia. Le prime cinque storie sono sotto frutto di un'intervista, esposta sotto forma di breve monologo della protagonista.

Tina Anselmi, Una solitudine ostinata (testo raccolto da Sandra Bonsanti) è la storia della commissione P2 vista attraverso gli occhi della sua presidente;

Saveria Antiochia, Senza mai lacrime (testo raccolto da Giuliano Gallo) narra di come una donna ha vissuto la morte del proprio figlio poliziotto e ha iniziato una nuova vita alla ricerca di una giustizia per troppo tempo negata;

Rita Borsellino, A testa alta (testo raccolto da Maurizio De Luca) è ancora la vicenda di una parente di una vittima, strappata ad una vita "normale" per dedicarsi con impegno incessante alla sensibilizzazione dei giovani;

Doris Lo Moro, Una normale rivoluzione (testo raccolto da Antonio Roccuzzo) racconta di un magistrato calabrese che sceglie la strada dell'impegno politico per combattere la mafia;

Nora Rizzi, Voglia di vivere (testo raccolto da Guido Ruotolo) è la storia di una preside di scuola media che - tra mille difficoltà, minacce, attentati alle sue scuole - cerca di instaurare con i giovani un rapporto nuovo, che consenta loro di prendere coscienza delle opportunità della propria vita, al di là della camorra. E' forse la storia più interessante, in un contesto scolastico.

L'ultima storia non poteva essere raccontata direttamente dalla protagonista, perché Maria Consuelo Suarez Abriego, giovane magistrato di Bogotà, è morta sotto i colpi dei sicari mafiosi. Eppure Claudio Fava ne "raccoglie" lo stesso il testo, facendo parlare la protagonista in prima persona, dopo morta, in un racconto bellissimo, commovente ma scritto con perfetta misura. Il titolo del racconto è Fiori di Bogotà. Abbiamo sperimentato la lettura in classe ad alta voce di questo testo (dura circa 20 minuti) e forse mai avevamo sentito un così nitido silenzio, una così partecipe attenzione. Riportiamo l'incipit del racconto, per convincere chi legge queste righe a comprare il libro, leggerlo, e rileggerlo più volte in classe, o altrove:

"Il primo colpo è un pugno che spezza il fiato nei polmoni e schiaccia le spalle contro il sedile e ti sembra che sia uno scherzo, un brutto scherzo e hai voglia di dire qualcosa, di fare qualcosa ma senti che le braccia si fanno torpide e le parole ti muoiono in bocca. Il secondo colpo è un chiodo che si conficca dentro il petto e lo ascolti che scava, rompe, piega, frantuma senza fermarsi più. Il terzo colpo è come un ago di ferro: spacca il cuore, dritto, affilato. Poi arriva il quarto colpo. Poi il quinto e tutti gli altri: ma io non ci sono più. Sono morta, ormai. Perduta. Stupita per quelle raffiche che si accaniscono invano sul mio corpo e intanto si alza un ruggito di schegge di vetro e l'urlo delle lamiere che si accartocciano sotto le pallottole e gli sguardi della gente attorno a noi, gli sguardi muti che si riempiono di orrore..."

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