Da L'Unità del 25/10/2006
Originale su http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=60569
Diritto d'autore: l'emendamento che venne dal web
di Pierluigi Regoli
Tra le modifiche introdotte al testo della Legge Finanziaria, una in particolare ha visto il popolo del web in prima linea. Si tratta della soppressione dell'articolo 32 del decreto fiscale collegato.
L'articolo 32 prevedeva che "i soggetti che realizzano, con qualsiasi mezzo, la riproduzione totale o parziale di articoli di riviste o giornali, devono corrispondere un compenso agli editori per le opere da cui i suddetti articoli sono tratti". La soppressione definitiva di tale articolo sarà adesso rimessa al voto dell'Aula.
Questa decisione arriva dopo una campagna di sensibilizzazione che ha coinvolto diversi attori, tra cui molti blogger del centrosinistra.
Appena uscito il testo del collegato, infatti, si è diffuso in rete il timore che questo provvedimento avrebbe potuto limitare la circolazione di notizie e informazioni sul web. Alcuni hanno evidenziato come questa modifica della legge (n. 633 del 1941) sul diritto d´autore avrebbe avuto conseguenze principalmente per le rassegne stampa, mentre altri hanno paventato l´ipotesi che questo provvedimento avrebbe potuto fare da "apripista" ad altre restrizioni alla libera circolazione delle notizie on line.
Quali che siano stati i timori e l´interpretazione più corretta, fatto sta che contro questo articolo si è scatenato un vero e proprio blog-movimento. Uno dei primi a commentare l´articolo 32 è stato un lettore di Wittgenstein. Il commento viene letto e ripreso da Mantellini e da altri blogger, così in poche ore i post e i commenti contro l´articolo 32 si sono diffusi a macchia d´olio nel web. Il salto di qualità - e di quantità- arriva grazie al sito di peacelink che lancia immediatamente una campagna di raccolta firme on line. Risultato: 4000 firme individuali e 271 tra enti e associazioni.
Grazie anche a tali iniziative, si trova la disponibilità dei Ds, in particolare di Walter Tocci e di Andrea Ranieri (segreteria nazionale) – decisiva qui l´azione condotta insieme a Paolino Madotto e a Roberto Polli -, di Roberto Giachetti (Margherita) e di Maurizio Turco (RnP) ad intervenire per l´abolizione dell´articolo.
In tutta questa vicenda vi sono due aspetti "strategici" di cui fare tesoro. Innanzitutto, la rete con questa mobilitazione ha riproposto alla politica un tema molto preciso, quello del cosiddetto copyleft, ossia della tutela e della promozione dei contenuti liberi in alternativa alle politiche di difesa del copyright. Le preoccupazioni e i timori dei blogger sull´articolo 32 infatti hanno, a volte implicitamente altre volte in modo chiaro e diretto, questo comune denominatore. Nulla preoccupa, infatti, gli internauti più della libertà di accesso. Il secondo aspetto di questa vicenda riguarda la capacità della Rete di incidere sulle decisioni politiche. Se ancora oggi il web in Italia non può vantare la diffusione e l´impatto che ha nei paesi anglosassoni, è anche vero che come strumento di pressione e di lobby è già efficace. Se ne parla già da tempo, ma da oggi la politica e le istituzioni dovrebbero più consapevolmente prendere atto della "forza della Rete". Una forza che sta con sempre maggiore determinazione uscendo dal mondo virtuale.
L'articolo 32 prevedeva che "i soggetti che realizzano, con qualsiasi mezzo, la riproduzione totale o parziale di articoli di riviste o giornali, devono corrispondere un compenso agli editori per le opere da cui i suddetti articoli sono tratti". La soppressione definitiva di tale articolo sarà adesso rimessa al voto dell'Aula.
Questa decisione arriva dopo una campagna di sensibilizzazione che ha coinvolto diversi attori, tra cui molti blogger del centrosinistra.
Appena uscito il testo del collegato, infatti, si è diffuso in rete il timore che questo provvedimento avrebbe potuto limitare la circolazione di notizie e informazioni sul web. Alcuni hanno evidenziato come questa modifica della legge (n. 633 del 1941) sul diritto d´autore avrebbe avuto conseguenze principalmente per le rassegne stampa, mentre altri hanno paventato l´ipotesi che questo provvedimento avrebbe potuto fare da "apripista" ad altre restrizioni alla libera circolazione delle notizie on line.
Quali che siano stati i timori e l´interpretazione più corretta, fatto sta che contro questo articolo si è scatenato un vero e proprio blog-movimento. Uno dei primi a commentare l´articolo 32 è stato un lettore di Wittgenstein. Il commento viene letto e ripreso da Mantellini e da altri blogger, così in poche ore i post e i commenti contro l´articolo 32 si sono diffusi a macchia d´olio nel web. Il salto di qualità - e di quantità- arriva grazie al sito di peacelink che lancia immediatamente una campagna di raccolta firme on line. Risultato: 4000 firme individuali e 271 tra enti e associazioni.
Grazie anche a tali iniziative, si trova la disponibilità dei Ds, in particolare di Walter Tocci e di Andrea Ranieri (segreteria nazionale) – decisiva qui l´azione condotta insieme a Paolino Madotto e a Roberto Polli -, di Roberto Giachetti (Margherita) e di Maurizio Turco (RnP) ad intervenire per l´abolizione dell´articolo.
In tutta questa vicenda vi sono due aspetti "strategici" di cui fare tesoro. Innanzitutto, la rete con questa mobilitazione ha riproposto alla politica un tema molto preciso, quello del cosiddetto copyleft, ossia della tutela e della promozione dei contenuti liberi in alternativa alle politiche di difesa del copyright. Le preoccupazioni e i timori dei blogger sull´articolo 32 infatti hanno, a volte implicitamente altre volte in modo chiaro e diretto, questo comune denominatore. Nulla preoccupa, infatti, gli internauti più della libertà di accesso. Il secondo aspetto di questa vicenda riguarda la capacità della Rete di incidere sulle decisioni politiche. Se ancora oggi il web in Italia non può vantare la diffusione e l´impatto che ha nei paesi anglosassoni, è anche vero che come strumento di pressione e di lobby è già efficace. Se ne parla già da tempo, ma da oggi la politica e le istituzioni dovrebbero più consapevolmente prendere atto della "forza della Rete". Una forza che sta con sempre maggiore determinazione uscendo dal mondo virtuale.
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