Da Punto Informatico del 29/09/2006
Originale su http://www.punto-informatico.it/p.aspx?id=1670934
Google: noi rispettiamo i diritti d'autore
Il motore di ricerca getta acqua sul fuoco riguardo all'indicizzazione dei contenuti giornalistici: siamo dalla parte degli autori, le nostre iniziative sono tutte a loro vantaggio. Ora si tratta di convincerli
di Tommaso Lombardi
Mountain View (USA) - Google ha deciso di esprimersi in merito alla polemica sulla possibile violazione del diritto d'autore da parte dei propri servizi d'indicizzazione di contenuti testuali. Le dichiarazioni ufficiali dei portavoce del motore di ricerca, pubblicate sul blog ufficiale dell'azienda, vogliono sottolineare l'approccio di Google nei confronti dell'editoria online: l'imperativo, in questo caso, è: rispetto totale dei diritti d'autore.
David Eun, uno dei vicepresidenti di Google, ha voluto difendere il principio di libera indicizzazione dei contenuti pubblicati su Internet. Secondo Eun, infatti, l'indicizzazione e l'organizzazione delle informazioni su Internet rientra pienamente nel cosiddetto fair use e non lede in alcun modo i diritti dei rispettivi autori. "Ad ogni modo, anche se la nostra attività è pienamente legale", ha dichiarato Eun, "rispettiamo sempre le decisioni degli editori, qualora non volessero che i loro contenuti siano indicizzati".
Editori di tutto il Mondo si sono più volte infuriati contro il re dei motori di ricerca ed hanno persino ideato un protocollo identificativo per evitare che Google possa indicizzare contenuti in maniera totalmente libera. Il conflitto tra editoria e Google è sempre acceso, nonostante i portavoce dell'azienda di Mountain View abbiano più volte ricordato che assecondare l'obiettivo del più importante search engine di Internet, ovvero "organizzare l'informazione globale", significa avere visibilità.
I progetti di Google per l'editoria non si limitano a Google News, motore di ricerca per contenuti giornalistici e "lanci" d'agenzia. Il colosso californiano ha lanciato il controverso Book Search, un servizio che offre pubblicamente la consultazione limitata di libri digitalizzati protetti da speciali sistemi DRM.
Malgrado l'impiego di questi sistemi per garantire il rispetto del diritto d'autore, l'iniziativa di Google ha scatenato l'ira dei più importanti editori nordamericani. Questo perché la digitalizzazione dei tomi avviene in modo quasi arbitrario, senza che Google richieda esplicitamente agli autori un'autorizzazione a procedere.
Non mancano comunque numerose istituzioni ed aziende che credono in Book Search. In Europa, ad esempio, editori come Giunti, De Boeck e Springer hanno autorizzato immediatamente la libera indicizzazione dei loro volumi. Recentemente, l'Università Complutense di Madrid ha messo a disposizione di Google l'intera biblioteca accademica, tra le più grandi di tutta la Spagna.
David Eun, uno dei vicepresidenti di Google, ha voluto difendere il principio di libera indicizzazione dei contenuti pubblicati su Internet. Secondo Eun, infatti, l'indicizzazione e l'organizzazione delle informazioni su Internet rientra pienamente nel cosiddetto fair use e non lede in alcun modo i diritti dei rispettivi autori. "Ad ogni modo, anche se la nostra attività è pienamente legale", ha dichiarato Eun, "rispettiamo sempre le decisioni degli editori, qualora non volessero che i loro contenuti siano indicizzati".
Editori di tutto il Mondo si sono più volte infuriati contro il re dei motori di ricerca ed hanno persino ideato un protocollo identificativo per evitare che Google possa indicizzare contenuti in maniera totalmente libera. Il conflitto tra editoria e Google è sempre acceso, nonostante i portavoce dell'azienda di Mountain View abbiano più volte ricordato che assecondare l'obiettivo del più importante search engine di Internet, ovvero "organizzare l'informazione globale", significa avere visibilità.
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