Da La Stampa del 22/06/2006
Originale su http://www.lastampa.it/cmstp/rubriche/girata.asp?ID_blog=30&ID_art...
Microsoft e Creative Commons: un accordo per gli autori
di Luca Castelli
Cosa ci azzecca una delle società più ferree nella difesa del patrimonio intellettuale con l’associazione simbolo della lotta all’abbattimento delle vecchie norme sul diritto d’autore? Apparentemente, nulla. Eppure da ieri Microsoft e Creative Commons non si osservano più da distanze siderali ma sono legate da un accordo che riguarda la popolare suite Microsoft Office.
Il pomo della concordia è una nuova opzione di Office che permette agli utenti dei vari programmi del pacchetto di registrare i propri documenti sotto licenza Creative Commons. Dopo aver scritto un testo su Word o aver redatto una presentazione su PowerPoint, chiunque potrà aggiungere agevolmente il simbolo delle nuove licenze alternative (una doppia “c” racchiusa da un cerchio) e un link alla pagina Internet dove se ne spiegano il significato e le limitazioni.
Sarebbe esagerato affermare che Microsoft abbraccia in toto Creative Commons. Fino a prova contraria, i suoi programmi continueranno a essere distribuiti e custoditi secondo la rigida gabbia dei diritti d’autore tradizionali. Semmai, il nuovo plug-in faciliterà la vita di quegli autori che sono d’accordo ad adottare le CC per le proprie opere e vorrebbero inserirle direttamente e rapidamente nei documenti.
Reciprocamente entusiasti i commenti all’accordo. Sul fronte Microsoft ne hanno parlato in toni lusinghieri vari dirigenti, dal lato Creative Commons è arrivata la benedizione dell’ideologo del movimento, il cyberavvocato Lawrence Lessig, e di uno dei suoi sostenitori più autorevoli, il ministro della cultura brasiliano Gilberto Gil (che è stato anche il primo a utilizzare ufficialmente la nuova opzione per il discorso di apertura di una conferenza).
Il plug-in è disponibile sul sito di Microsoft. Dopo averlo installato, una voce “Creative Commons” comparirà nel menu “File” dei vari programmi. Lessig ha dichiarato che in futuro spera di convincere Microsoft ad adottare qualcosa di simile anche nei suoi software di produzione multimediale (quindi per le opere musicali e video). La principale differenza tra le licenze CC e il normale copyright sta nel passaggio dalla regola “tutti i diritti riservati” a “alcuni diritti riservati”. Con le Creative Commons, gli autori possono decidere di “liberare” alcuni usi delle proprie opere, per esempio il download, la copia e la condivisione su Internet, pur conservandone la proprietà. In questo modo, dicono i sostenitori delle CC, si verrebbe a realizzare un sistema di diritti d'autore più flessibile e compatibile con lo sviluppo delle tecnologie digitali.
Il pomo della concordia è una nuova opzione di Office che permette agli utenti dei vari programmi del pacchetto di registrare i propri documenti sotto licenza Creative Commons. Dopo aver scritto un testo su Word o aver redatto una presentazione su PowerPoint, chiunque potrà aggiungere agevolmente il simbolo delle nuove licenze alternative (una doppia “c” racchiusa da un cerchio) e un link alla pagina Internet dove se ne spiegano il significato e le limitazioni.
Sarebbe esagerato affermare che Microsoft abbraccia in toto Creative Commons. Fino a prova contraria, i suoi programmi continueranno a essere distribuiti e custoditi secondo la rigida gabbia dei diritti d’autore tradizionali. Semmai, il nuovo plug-in faciliterà la vita di quegli autori che sono d’accordo ad adottare le CC per le proprie opere e vorrebbero inserirle direttamente e rapidamente nei documenti.
Reciprocamente entusiasti i commenti all’accordo. Sul fronte Microsoft ne hanno parlato in toni lusinghieri vari dirigenti, dal lato Creative Commons è arrivata la benedizione dell’ideologo del movimento, il cyberavvocato Lawrence Lessig, e di uno dei suoi sostenitori più autorevoli, il ministro della cultura brasiliano Gilberto Gil (che è stato anche il primo a utilizzare ufficialmente la nuova opzione per il discorso di apertura di una conferenza).
Il plug-in è disponibile sul sito di Microsoft. Dopo averlo installato, una voce “Creative Commons” comparirà nel menu “File” dei vari programmi. Lessig ha dichiarato che in futuro spera di convincere Microsoft ad adottare qualcosa di simile anche nei suoi software di produzione multimediale (quindi per le opere musicali e video). La principale differenza tra le licenze CC e il normale copyright sta nel passaggio dalla regola “tutti i diritti riservati” a “alcuni diritti riservati”. Con le Creative Commons, gli autori possono decidere di “liberare” alcuni usi delle proprie opere, per esempio il download, la copia e la condivisione su Internet, pur conservandone la proprietà. In questo modo, dicono i sostenitori delle CC, si verrebbe a realizzare un sistema di diritti d'autore più flessibile e compatibile con lo sviluppo delle tecnologie digitali.
Sullo stesso argomento
Articoli in archivio
su Punto Informatico del 12/01/2006
Si schiera con le major e fa del copyright una questione politica
Bill Gates e i «comunisti moderni»
Bill Gates e i «comunisti moderni»
di Anna Masera su La Stampa del 11/01/2005
di Sara Arrigone su La Stampa del 18/12/2006
News in archivio
su Punto Informatico del 03/11/2006
su APCom del 22/09/2006
Aids: Roche condivide il suo sapere con l'Africa
Il gigante farmaceutico svizzero Roche trasferisce a tre compagnie africane i mezzi di fabbricare localmente un farmaco generico contro l'AIDS. Altre imprese seguiranno.
Il gigante farmaceutico svizzero Roche trasferisce a tre compagnie africane i mezzi di fabbricare localmente un farmaco generico contro l'AIDS. Altre imprese seguiranno.
su SwissInfo del 22/09/2006
In biblioteca
di Lawrence Lessig
Feltrinelli Editore, 2006
Feltrinelli Editore, 2006