Da Il Sole 24 Ore del 01/03/2006
Originale su http://www.ilsole24ore.com/fc?cmd=art&codid=20.0.1820223496&ch...

de Villepin: non è protezionismo ma patriottismo

di Chiara Bussi

Lo scacco matto all'Enel con l'annuncio delle nozze tra Gaz de France e Suez non è stato una mossa di «protezionismo economico», ma semmai un gesto di «patriottismo» che non cambia i «buoni rapporti con l'Italia».

Parola del premier francese Dominique de Villepin, gran regista della promessa di matrimonio tra i due colossi dell'energia francese per fermare l'avanzata di Enel Oltralpe, che ora si difende e tenta di ricucire lo strappo con Roma

«Non si è trattato assolutamente di protezionismo economico. Il progetto di fusione - afferma nel corso della consueta conferenza stampa mensile - è un vero e proprio progetto industriale tra le due imprese, un progetto franco-belga, che contribuisce all'indipendenza energetica dell'intera Europa». E spiega che «il patriottismo economico non è chiudersi a riccio su se stessi. Quello su cui puntiamo è assicurare alle nostre imprese i mezzi per battersi ad armi pari». La mossa, puntualizza, è stata «un episodio» che «non cambierà assolutamente i buoni rapporti» tra Italia e Francia. «Le irritazioni passano rapidamente - sottolinea - potete contare sulla volontà da parte mia e del Presidente della Repubblica di fare tutto il necessario per lavorare a questo fine ancora una volta, la mia amicizia ai vostri amici italiani!». Per de Villepin «lasciare le cose come stavano per non ridurre la parte di capitale pubblico nel capitale di Gdf» e avrebbe fatto correre «il triplo rischio di un indebolimento della nostra filiera energetica, un isolamento di Gdf e un complessivo indebolimento economico». Il premier riferisce di aver affrontato oggi il tema anche con il Presidente della Commissione Ue José Manuel Barroso e assicura che la Francia «rispetterà le regole della concorrenza».

Il capo del governo di Parigi ribadisce infine il proprio 'no' alla privatizzazione di Areva, il numero uno mondiale dell'industria nucleare. «Il settore nucleare, che è strategico - conclude - deve restare sotto controllo totale dello stato. È vero per Edf e anche per Areva».

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