Da Corriere della Sera del 19/11/2005
Barche più grandi, scafisti dilettanti: in aumento gli sbarchi
Già raggiunta la quota del 2004. Il ministro maltese: 600 morti in mare
di Dino Martirano
ROMA - In Sicilia, con oltre 13.600 arrivi, aumenta la pressione degli sbarchi rispetto al 2004 e diventa sempre più fitta la lista dei morti in mare che, secondo il ministro dell’Interno maltese Tonio Borg, raggiungerebbe quota 600 se si mettono in fila i naufragi di quest’anno. E il flusso continua anche a novembre, con il vento di libeccio forza 7 che spazza il Canale di Sicilia. Imbarcazioni a perdere sempre più grandi e capaci di traghettare dalla Libia anche 2-300 persone per volta, equipaggi improvvisati che sono all’origine di queste tragedie, tanti clandestini «fai ad te» che si avventurano in mare su piccole lance. Basterebbero questi tre elementi per comprendere quanto sia diventata pericolosa la rotta dei disperati che parte dal porto libico di Al Zuwara, passa da Malta, e si apre a ventaglio su un tratto di costa siciliana compreso tra Capo Passero, l’Agrigentino e l’isola di Lampedusa.
Gli ultimi dati forniti dal ministro dell’Interno alla vigilia di Ferragosto mettevano in luce una diminuzione degli sbarchi rispetto agli anni precedenti: 23.719 nel 2002, 14.331 nel 2003, 13.635 nel 2004, 7.543 nei primi sei mesi del 2005. La proiezione di metà anno, insomma, permetteva a Giuseppe Pisanu di valutare con soddisfazione lo sforzo compiuto dal dispositivo (direzione centrale dell’Immigrazione del Viminale, Guardia di Finanza, Marina Militare e Guardia Costiera) nelle acque che separano la frontiera esterna della Ue dalla Libia.
Da Ferragosto, tuttavia, il ritmo degli sbarchi si è intensificato. Dati non ufficiali, che mettono in fila gli sbarchi di cui è stata data notizia, dicono che a metà novembre è già stato raggiunto il tetto del 2004: 778 arrivi nella seconda metà di agosto, 1.689 a settembre, 2.533 a ottobre, 1.085 a novembre. Totale 13.620 nei primi dieci mesi e mezzo del 2005. La rotta Libia-Sicilia passa da Malta ma lì nessuno si ferma anche se le condizioni del mare sono proibitive: gli scafisti tendono a rifornirsi di carburante e a tirare dritto. E il dispositivo di soccorso maltese forse chiude un occhio quando i pescherecci carichi di disperati proseguono verso Nord. Anche per questo, l’eurodeputato Giusto Catania (Prc) ha chiesto che la Ue avvii una commissione d’inchiesta.
E sono quasi tutti cittadini egiziani i clandestini che rischiano la vita in mare. Il loro destino è quello di finire nei centri di permanenza temporanea dove spesso vengono identificati già entro i primi 30 giorni. Ufficialmente sono 15 i voli charter allestiti nel 2005 dal Viminale per le espulsioni via aerea: sei verso la Libia (con cittadini egiziani), sei diretti in Egitto, uno in Nigeria, uno in Romania e uno a Malta carico di immigrati cinesi.
Gli ultimi dati forniti dal ministro dell’Interno alla vigilia di Ferragosto mettevano in luce una diminuzione degli sbarchi rispetto agli anni precedenti: 23.719 nel 2002, 14.331 nel 2003, 13.635 nel 2004, 7.543 nei primi sei mesi del 2005. La proiezione di metà anno, insomma, permetteva a Giuseppe Pisanu di valutare con soddisfazione lo sforzo compiuto dal dispositivo (direzione centrale dell’Immigrazione del Viminale, Guardia di Finanza, Marina Militare e Guardia Costiera) nelle acque che separano la frontiera esterna della Ue dalla Libia.
Da Ferragosto, tuttavia, il ritmo degli sbarchi si è intensificato. Dati non ufficiali, che mettono in fila gli sbarchi di cui è stata data notizia, dicono che a metà novembre è già stato raggiunto il tetto del 2004: 778 arrivi nella seconda metà di agosto, 1.689 a settembre, 2.533 a ottobre, 1.085 a novembre. Totale 13.620 nei primi dieci mesi e mezzo del 2005. La rotta Libia-Sicilia passa da Malta ma lì nessuno si ferma anche se le condizioni del mare sono proibitive: gli scafisti tendono a rifornirsi di carburante e a tirare dritto. E il dispositivo di soccorso maltese forse chiude un occhio quando i pescherecci carichi di disperati proseguono verso Nord. Anche per questo, l’eurodeputato Giusto Catania (Prc) ha chiesto che la Ue avvii una commissione d’inchiesta.
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