Da The New York Times del 07/11/2005

"Iraq-Al Qaeda, fonte inattendibile"

Così la Casa Bianca decise di ignorare i dubbi della Cia

Un documento 2002: "Verosimile che il prigioniero al-Libi ci stia raggirando"
Ma Bush usò quell'informazione per provare il legame tra Saddam e Osama
Il nesso tra Iraq e terrorismo qaedista fu tra i principali argomenti usati per la guerra

di Douglas Jehl

WASHINGTON - Secondo un documento della Defence Intelligence Agency (Dia) declassificato di recente si era capito che un membro di spicco di Al Qaeda sotto custodia degli americani aveva, con ogni probabilità, mentito già alcuni mesi prima che l'Amministrazione Bush iniziasse a utilizzare le sue dichiarazioni come presupposto fondamentale per sostenere che l'Iraq aveva addestrato agenti di Al Qaeda all'uso di armi chimiche e biologiche. Il documento, un rapporto dell'intelligence del febbraio 2002, afferma che era verosimile che il prigioniero Ibn al-Shaykh al-Libi «stava intenzionalmente raggirando gli inquirenti» allorché aveva dichiarato che l'Iraq stava agevolando le operazioni di Al Qaeda con armi illegali.

Il documento costituisce un primo e inequivocabile indizio dei dubbi espressi dalle agenzie dell'intelligence americane in merito alla credibilità di Libi. Senza mai farne il nome, il presidente Bush, il vice-presidente Dick Cheney e Colin Powell, allora Segretario di Stato, insieme ad altri funzionari dell'Amministrazione avevano ripetutamente definito «prova attendibile» la sua informazione. Tra le prime e più autorevoli dichiarazioni vi era stata quella di Bush che a Cincinnati nell'ottobre 2002 aveva detto: «Abbiamo appreso che l'Iraq sta addestrando gli agenti di Al Qaeda su come si confezionano bombe e si usano veleni e gas».

I brani del documento appena declassificati sono stati resi noti dal senatore Carl Levin, democratico del Michigan e membro del Senate Armed Service Committee. Levin ha detto che le nuove prove sui dubbi che circolavano in merito alle dichiarazioni di Libi rendono quanto mai grave quello che egli definisce un uso scorretto da parte dell'Amministrazione Bush delle intelligence raccolte prima della guerra nel tentativo di legittimare l'attacco all'Iraq. Una fonte dell'Amministrazione si è rifiutata di commentare il rapporto della Dia riguardante Libi.

Libi, catturato in Pakistan alla fine del 2001, ha ritrattato le proprie dichiarazioni nel gennaio 2004. Un mese dopo ciò ha indotto la Cia a ricontrollare tutti i rapporti dell'intelligence basati sulle sue affermazioni, fatto segnalato in una nota a piè di pagina nel rapporto pubblicato dalla Commissione incaricata di indagare sugli attentati dell'11 settembre. Libi non è il solo né l'unico tra le fonti dell'intelligence ad essere stato smascherato allorché ha fornito informazioni inventate di sana pianta. Tra gli altri vi è un esule iracheno il cui nome in codice era "Curveball": egli è stato la principale fonte per quella che si è rivelata essere un'informazione del tutto falsa, relativa all'Iraq e ai suoi laboratori mobili per la realizzazione di armi biologiche. Inoltre alcuni ufficiali dell'esercito americano avevano intrattenuto stretti rapporti con Ahmad Chalabi, capo del gruppo di esuli iracheni denominato Iraqi National Congress, che è stato accusato di aver fornito al Pentagono informazioni fuorvianti e false miranti a esercitare pressioni a favore della guerra.

Il rapporto redatto dalla Commissione sull'intelligence del Senato nel luglio 2004 segnalava che né la Cia né la Commissione sull'11 settembre avessero mai fatto riferimento all'esistenza di un rapporto molto scettico stilato dalla Dia nel 2002. Il documento (DITSUM No. 044-02) avrebbe dovuto circolare diffusamente nel governo e avrebbe dovuto essere accessibile alla Cia, alla Casa Bianca, al Pentagono e ad altre agenzie. Mentre non è tuttora chiaro se sia stato messo a disposizione della Commissione del Senato. Nel sottolineare i motivi che inducono allo scetticismo, il rapporto della Dia fa notare che le dichiarazioni di Libi erano del tutto prive di dettagli specifici sui nomi degli iracheni coinvolti, il tipo di armi illegali utilizzate e le località nelle quali avrebbe dovuto aver luogo l'addestramento. «È possibile che egli non sia a conoscenza di alcun ulteriore dettaglio ma è molto più probabile che questo individuo stia intenzionalmente ingannando gli inquirenti» si legge nel rapporto del febbraio 2002. «È sottoposto a interrogatori da parecchie settimane e potrebbe descrivere ai suoi inquisitori gli scenari che sa essere in grado di destare il loro interesse».

Per il suo discorso al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite del 5 febbraio 2003, Powell aveva fatto molto affidamento proprio sulle informazioni fornite da Libi: egli disse che stava riferendo «la storia di un terrorista operativo di spicco che aveva raccontato in che modo l'Iraq aveva addestrato all'uso di queste armi agenti di Al Qaeda». Allora una dichiarazione non classificata dalla Cia aveva descritto l'informazione come «attendibile». Levin ha però detto di aver appreso che un documento classificato della Cia risalente a quel periodo aveva affermato che «la fonte non era nella posizione di sapere se avesse effettivamente avuto luogo alcun tipo di addestramento».

In un'intervista rilasciata venerdì Levin ha richiamato l'attenzione su un brano del rapporto della Dia nel quale si esprime scetticismo in merito all'idea di una stretta collaborazione tra Iraq e al Qaeda. «Il regime di Saddam è fortemente laico ed è diffidente nei confronti dei movimenti rivoluzionari islamici» si legge in uno dei due paragrafi declassificati. «Inoltre, è inverosimile che Bagdad possa fornire supporto a un gruppo che non è in grado di controllare». Libi, che è stato per un periodo il più importante agente di Al Qaeda sotto custodia americana, è tuttora imprigionato, pare a Guantanamo.
Annotazioni − Articolo pubblicato il 07/11/2005 su "la Repubblica". Traduzione di Anna Bissanti.

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