Da La Repubblica del 02/08/2005
Teheran annuncia l'apertura della centrale di Isfahan e l'Europa minaccia di rompere le trattative.
L'Ue avverte l'Iran: "Stop all'atomica"
È crisi tra regime e Occidente dopo la scadenza dell'ultimatum
La Francia rassicura gli ayatollah: "La troika presenterà una proposta ampia"
di Alberto Mattone
L'ultimatum all'Europa è scaduto. E, come annunciato, l'Iran si appresta a riprendere l'attività di conversione dell'uranio e a riavviare il programma nucleare. Sale alle stelle la tensione tra Teheran e l'Unione europea, e oramai nessuno può più negare che tra il regime degli ayatollah e l'Occidente sia esplosa una crisi internazionale dagli esiti imprevedibili.
L'Iran ha rotto gli indugi. E ieri ha comunicato All'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) di aver riaperto l'importante centrale di Isfahan, dove si converte l'uranio in gas prima della fase di arricchimento vero e proprio. L'Unione europea contrattacca, mette in guardia Teheran dall'attuare «scelte unilaterali». E gli Stati Uniti minacciano di portare al consiglio di sicurezza dell'Onu la questione delle attività nucleari iraniane.
La crisi con Teheran si complica. Con una mossa a sorpresa, il regime guidato dal neopresidente Ahmadinejad, ha lanciato domenica un ultimatum alla troika composta da Gran Bretagna, Francia e Germania (Eu3) che, per conto dell'Europa e in accordo con gli Usa, sta negoziando per convincere il regime a rinunciare alle velleità atomiche, in cambio di cooperazione economica e di un patto di non aggressione. Le proposte erano state annunciate per il 7 agosto, ma l'Iran voleva che arrivassero ieri, pena la ripresa del programma nucleare.
Teheran non si fida dell'Ue e l'accusa di voler prendere tempo. Ma anche Europa e Stati Uniti dubitano delle affermazioni degli ayatollah di non voler costruire la bomba atomica. La rottura di ieri si è consumata proprio su questo punto delicato: la Repubblica islamica chiedeva il ritiro di una lettera inviata dall'Ue ai propri negoziatori, nella quale non si riconosceva il diritto dell'Iran di produrre energia nucleare anche solo per fini civili. Il commissario europeo per la politica Estera, Javier Solana, non ha raccolto l'ultimatum, ed è partito l'ordine di togliere i sigilli alla centrale di Isfahan.
La decisione è stata annunciata in tv da Ali Agha Mohammadi, portavoce del supremo consiglio per la sicurezza nazionale e l'impianto è stato riaperto in presenza di funzionari dell'Aiea. Ma proprio dal presidente dell'Agenzia, Mohammed el Baradei, è arrivata la richiesta di rivedere la scelta. Il ministro degli Esteri francese, Philippe Douste-Blazy promette che «nel giro di qualche giorno la troika presenterà una proposta ampia». Ma la Germania invita gli ayatollah ad «astenersi da gesti unilaterali che potrebbero far fallire i negoziati». E anche gli Usa sono sul piede di guerra. «Se gli iraniani non rispetteranno gli impegni - ha avvertito il portavoce della Casa Bianca, Scott McClellan - dovremo rivolgerci al consiglio di sicurezza».
L'Iran ha rotto gli indugi. E ieri ha comunicato All'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) di aver riaperto l'importante centrale di Isfahan, dove si converte l'uranio in gas prima della fase di arricchimento vero e proprio. L'Unione europea contrattacca, mette in guardia Teheran dall'attuare «scelte unilaterali». E gli Stati Uniti minacciano di portare al consiglio di sicurezza dell'Onu la questione delle attività nucleari iraniane.
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