Da Corriere della Sera del 28/07/2005
Originale su http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2005/07_Luglio/28/islam.shtml

Le nuove identità

Un destino tricolore per l'Islam

di Magdi Allam

Chi sono i musulmani moderati con cui lo Stato potrebbe trattare e di cui gli italiani potrebbero fidarsi? Che ci siano si è detto certo anche il deputato leghista Edouard Ballaman intervenendo ieri a «Radio anch'io», anche se «l'Islam moderato non esiste», ha ribadito il capogruppo della Lega alla Camera Andrea Gibelli, «perché è un paravento dietro cui si nasconde l'Islam fondamentalista». Problematico è apparso perfino Carlo Giovanardi, ministro Udc per i Rapporti con il Parlamento, quando afferma: «C'è difficoltà a individuare con certezza l'organo che sia esponente della collettività dei musulmani d'Italia».

Il luogo comune più diffuso è che, eccezion fatta per una infima minoranza di terroristi che storpiano il messaggio dell'Islam e che pertanto non dovrebbero essere neppure considerati musulmani, tutti gli altri musulmani sarebbero moderati. Eppure la bravissima Fiamma Nirenstein, sulla Stampa, racconta sul luogo della recente strage di Sharm el Sheikh che pur essendo vero, verissimo, che la maggioranza degli egiziani è fermamente contro il terrorismo, questa stessa maggioranza resta convinta che gli attentati, perfino quelli suicidi, sarebbero opera di Israele o dell'America.

Perché, è questa la leggenda metropolitana inculcata ai più, un buon musulmano non potrebbe rendersi responsabile di simili atrocità e di conseguenza sono certamente da addebitare ai nemici eterni dell' islam, gli ebrei e i novelli crociati.

La verità è che esiste una cultura dell'odio che accomuna integralisti islamici e laici. Affermata in modo dirompente dall'11 settembre 2001 che ha visto dei giovani arabi laici convertirsi alla fede del «martirio» islamico ad Amburgo, prima di scatenare il più micidiale attentato terroristico della Storia. Che ha registrato l'avvento dei kamikaze palestinesi laici, prima uomini e poi anche donne, nel contesto di una terrificante guerra per il potere tra Arafat e Hamas a suon di vittime innocenti israeliane. Un'ennesima conferma la si è avuta con gli attentati di Londra dello scorso 7 luglio, protagonisti quattro giovani kamikaze britannici che fino a pochi giorni prima esibivano uno stile di vita laico. Il che sottolinea la radice ideologica, anziché religiosa tout court, della guerra globalizzata del terrorismo di matrice islamica.

Quindi se il «male» non è nell' islam in quanto religione universale ma casomai in una sua interpretazione estremista, e se al tempo stesso la cultura dell'odio è diffusa anche in seno alla maggioranza di musulmani che denuncia il terrorismo, chi sarebbero dunque i musulmani moderati? Forse sono quelli dell'Ucoii (Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia), che non hanno resistito alla tentazione per la prima volta in Italia di emettere una fatwa, un responso legale islamico, condannando il terrorismo tramite il riferimento al concetto coranico della fitna, intesa come sedizione e eversione, e dell'elaborato giuridico del Aqd al Aman, un Patto di sicurezza che i musulmani stipulerebbero al momento del loro ingresso legale nel nostro Paese? Forse è moderato l'ex ambasciatore Mario Scialoja, presidente della Lega musulmana mondiale-Italia, che si prodiga da anni per traghettare la grande moschea di Roma dal controllo assoluto dell'Arabia Saudita a una gestione più italianizzata, pur senza recidere i legami con il regime fondamentalista wahhabita che non a caso ha partorito Osama bin Laden e ben 15 dei 19 dirottatori-kamikaze dell'11 settembre?

Ma a questo punto sorge l'interrogativo: se non vanno bene quelli dell'Ucoii perché longa manus del movimento integralista dei Fratelli Musulmani che tramite il controllo delle moschee mira a imporre il proprio potere politico, se non va bene la Lega musulmana mondiale perché, come ha rilevato ieri Giovanardi, «è retta dagli ambasciatori dei Paesi musulmani», chi potrebbero essere gli interlocutori musulmani moderati da includere nella prospettata Consulta dei musulmani d'Italia che il ministro dell'Interno Pisanu si appresta a varare? I nomi non mancano e ieri, sul nostro giornale, ne abbiamo elencati alcuni a titolo esemplificativo. Ciò che vale sono i principi e i valori che ispirano i musulmani. Non si può, come fa l'Ucoii, porsi come riferimento giuridico e politico dei musulmani. Non si può, come fa la Lega musulmana mondiale, immaginare che l'islam italiano possa derivare dalla mala pianta del wahhabismo saudita. C'è un'unica legge che deve valere per tutti. C'è un sistema di valori fondanti della civiltà italiana che deve essere condiviso da tutti. C'è un'unica identità nazionale italiana che deve essere interiorizzata da tutti. Tutti. Compresi i musulmani.

La guerra globalizzata ha una radice ideologica C'è una sola legge che deve valere per tutti. C'è un sistema di valori fondanti della civiltà italiana che deve essere condivisto da tutti. C'è un'unica identità nazionale italiana che deve essere interiorizzata da tutti. Tutti. Compresi i musulmani.

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