Da Corriere della Sera del 20/12/2004
IL CAVALIERE / E Bondi: l’identità cristiana non può essere difesa così. Il capo dell’esecutivo andrebbe sostenuto, non frenato
Berlusconi: mossa elettorale, non tornerò indietro
Il premier: l’apertura ad Ankara porterà vantaggi economici. Il Carroccio non guadagnerà voti in questo modo
di Paola Di Caro
ROMA - Sulla Turchia non ci sarà «nessun passo indietro, nessun ripensamento». Silvio Berlusconi nei giorni scorsi e ancora ieri con i suoi interlocutori è stato chiaro, e anche conciso perché non è che le proteste della Lega, per dirlo con le parole di un autorevole esponente azzurro «gli tolgano il sonno». «L’ingresso della Turchia in Europa, con tutta la gradualità e le garanzie previste, è un caposaldo della mia politica estera, perché sarà un bene per tutti - è il ragionamento del premier -. E poi, ho costruito un rapporto di grande simpatia con un Paese importante che ci è riconoscente e questo porterà anche vantaggi economici per le nostre aziende. Quindi, andremo avanti». Anche perché, secondo il premier non c’è uno sbocco concreto della battaglia leghista visto che «i negoziati ormai sono partiti», e un eventuale referendum «non vedrebbe prevalere i no». Piuttosto, si tratta di una «mossa elettorale», ma di respiro corto perché non è su queste cose che la Lega «guadagnerà voti, tantomeno a scapito di FI». Se dunque il Cavaliere non ha intenzione di aprire spiragli alla Lega, si capisce come lo sforzo di tutti sia quello di minimizzare. Certo, a Berlusconi un certo fastidio gli atteggiamenti del Carroccio l’hanno dato, ma su come finirà questa battaglia nel suo partito c’è ottimismo: «Faranno un po’ di casino, ma mica romperanno l’alleanza per questo». Ancora più duro l’udc Ronconi: «Un buffetto di Berlusconi a Calderoli e la Lega, come sempre, tornerà all’ordine».
Ecco allora che Paolo Bonaiuti, portavoce del premier, dopo aver ripetuto che «come ha detto il premier, anche nelle famiglie più unite ci può essere un punto su cui non si è d’accordo», attacca il centrosinistra: «Con che coraggio ci accusano di essere divisi, loro che sono divisi su tutto?». Comunque, aggiunge il coordinatore azzurro Sandro Bondi usando toni decisi, un chiarimento nella maggioranza ci sarà: «Lo faremo, perché la questione è malposta dalla Lega: l’identità cristiana non si difende così, questo è il modo peggiore per affrontare il problema. Bisogna operare perché la Turchia guardi all’Europa e alla democrazia e non sia preda degli estremismi, ed è a questo che lavora Berlusconi, il cui sforzo andrebbe sostenuto e non frenato».
Insomma, conclude il presidente degli eurodeputati azzurri Antonio Tajani «non c’è alcuna possibilità per noi di tornare indietro, anche perché a parte la Lega la Cdl è unita, secondo i sondaggi la grande maggioranza degli italiani è favorevole all’ingresso della Turchia e il Ppe all’unanimità ha dato l’okay all’inizio dei negoziati con Istanbul». L’inizio, appunto. Perché, come sottolineano nella Cdl ci vorranno dieci anni prima che la Turchia entri e come fa notare l’udc Volontè «dieci anni di campagna elettorale al largo di Lepanto e senza nessuna nave di Solimano all'orizzonte, mi sembrano lunghi anche per Castelli...».
Ecco allora che Paolo Bonaiuti, portavoce del premier, dopo aver ripetuto che «come ha detto il premier, anche nelle famiglie più unite ci può essere un punto su cui non si è d’accordo», attacca il centrosinistra: «Con che coraggio ci accusano di essere divisi, loro che sono divisi su tutto?». Comunque, aggiunge il coordinatore azzurro Sandro Bondi usando toni decisi, un chiarimento nella maggioranza ci sarà: «Lo faremo, perché la questione è malposta dalla Lega: l’identità cristiana non si difende così, questo è il modo peggiore per affrontare il problema. Bisogna operare perché la Turchia guardi all’Europa e alla democrazia e non sia preda degli estremismi, ed è a questo che lavora Berlusconi, il cui sforzo andrebbe sostenuto e non frenato».
Insomma, conclude il presidente degli eurodeputati azzurri Antonio Tajani «non c’è alcuna possibilità per noi di tornare indietro, anche perché a parte la Lega la Cdl è unita, secondo i sondaggi la grande maggioranza degli italiani è favorevole all’ingresso della Turchia e il Ppe all’unanimità ha dato l’okay all’inizio dei negoziati con Istanbul». L’inizio, appunto. Perché, come sottolineano nella Cdl ci vorranno dieci anni prima che la Turchia entri e come fa notare l’udc Volontè «dieci anni di campagna elettorale al largo di Lepanto e senza nessuna nave di Solimano all'orizzonte, mi sembrano lunghi anche per Castelli...».
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