Da La Repubblica del 19/12/2004
Comizio tra la folla nella capitale turca. La destra però attacca: "Abbiamo venduto l´isola per la causa europea"
Il trionfo di Erdogan
Festa ad Ankara per il premier, resta l´amarezza per Cipro
La gente pensa che per il premier cominci un compito difficile e che la sua vita è a rischio
A piazza Kizilay il leader ribadisce: "La nostra sensibilità non è seconda a nessuno"
di Marco Ansaldo
ANKARA - «La svolta è arrivata dopo 41 anni. Sarebbe esagerato dire che abbiamo ottenuto il cento per cento di quel che ci aspettavamo. Ma abbiamo avuto successo». Suonano quasi come una giustificazione le parole che Recep Tayyip Erdogan declama alle diecimila persone che lo accolgono in piazza Kizilay, ad Ankara, come «conquistatore d´Europa».
La festa è grande in Turchia per l´avvio dei negoziati con l´Unione il prossimo 3 ottobre 2005. Ma il primo ministro turco, con un lucido discorso scandito, com´è solito fare, ritto in piedi su un autobus, sa di rivolgersi, oltre ai connazionali sinceramente favorevoli all´ingresso nella Ue, a un corposo manipolo di oppositori interni che non mancheranno, da qui all´autunno, di fare di tutto per mettergli i bastoni fra le ruote.
Il nodo di Cipro è il convitato di pietra alla celebrazione che ha accolto Erdogan in trionfo al suo ritorno da Bruxelles. I dubbi si colgono già al mattino, alla lettura dei giornali. Dopo i titoli a tutta pagina, fra le immagini di un minareto accanto alla bandiera europea (Sabah), o l´incitamento a "Una nuova Europa, una nuova Turchia" (Zaman), i commenti mettono il dito nella piaga. E quella dell´isola divisa è una piaga dolente: dall´epoca della sua cruenta partizione (1974), fino all´ingresso nell´Ue della parte greca (2004). Trent´anni che non si potranno cancellare in dieci mesi, dalla capitale turco-cipriota Nicosia piovono le accuse, che si riferiscono al giorno in cui Ankara dovrà dare un segnale di riconoscimento Cipro del Sud, come vuole l´intesa di Bruxelles.
Sui canali televisivi turchi i colori azzurri dell´Europa si mescolano a quelli rossi della mezzaluna. Ma i progetti non cancellano le perplessità. "L´omelette è senza uova", scrive Cumhuriyet, quotidiano dell´opposizione socialdemocratica che si ispira al verbo laico e kemalista di Ataturk, sostenendo che "la Turchia per ottenere la data del negoziato ha venduto l´isola". «Ci siamo arresi - si arrabbia il leader del partito, Deniz Baykal - e il governo mette a rischio l´esistenza stessa di Cipro turca». «Un accordo inaccettabile», tuona il capo del Partito della giusta via, Mehmet Agar.
Bicchiere pieno a metà anche per l´uomo della strada. Metin, un giovane imprenditore che il sabato passa a trovare gli amici in un Internet caffè, è felice del risultato del vertice di Bruxelles. «Entrare a far parte del processo europeo - spiega senza staccare gli occhi dalla tv dove il premier parla- è importante. Ci costringerà a migliorare le riforme e porterà investimenti stranieri. Noi turchi sappiamo bene quanto l´Italia si è spesa per il nostro ingresso, e questo avrà un riflesso positivo sull´economia». Poi aggiunge: «Adesso per Erdogan comincia un compito difficile. La vita politica turca è come una scatola di matrioske: dentro il governo c´è un altro governo. Parlo dei militari più conservatori, dei burocrati, i nazionalisti, la destra estrema dei Lupi grigi e la gente che circola intorno al leader turco cipriota Denktash. Insomma, quello che in Turchia chiamiamo "lo stato profondo". Credo che Erdogan dovrà stare attento alla sua vita».
Parole che scuotono in un clima di festa. «Vogliamo essere parte d´Europa - si scalda un venditore di simit, le ciambelle di pane al sesamo - ma con il nostro onore e i nostri valori intatti. Bruxelles non ci può umiliare con condizioni continue. Dopo il riconoscimento di Cipro, che altro vorranno?».
Dar conto degli umori più critici sarebbe sviante per il genuino tributo versato dalla gente a Erdogan e al suo vice, il ministro degli Esteri, Abdullah Gul, "grande politico", come commentano in una taverna che serve pesce alla brace, mentre i due compaiono fianco a fianco sull´autobus del trionfo. Tutti a parlare della «vittoria» del governo, dell´«orgoglio» mostrato dal premier.
Non mancano gustosi retroscena sulle trattative con i leader europei, rivelati dai giornalisti turchi al seguito della loro delegazione. Con Erdogan, in una fase convulsa e decisiva, a fingere una calcolata indignazione di fronte al documento presentato dalla presidenza olandese. E Blair, Berlusconi e Schroeder a tentare di convincerlo a tornare al tavolo dei colloqui, mentre arriva la telefonata di Colin Powell, a placare gli animi.
È così che l´Ue si è dovuta accontentare di una dichiarazione verbale accompagnata da una postilla scritta - da Erdogan fatta mettere a verbale - secondo cui l´estensione del protocollo di unione doganale ai 10 nuovi membri dell´Ue, tra cui la Cipro greca, «non significherà un riconoscimento».
In tutta la Turchia l´atmosfera è quella di un giorno speciale. Nella piazza Kizilay, tra striscioni, bandiere, fuochi d´artificio, il premier garantisce di «lavorare ancora più intensamente» per sgombrare gli ostacoli. E sulla questione dell´isola divisa invita a non preoccuparsi: «La nostra sensibilità non è seconda a nessuno». La risposta ai leader di Cipro.
La festa è grande in Turchia per l´avvio dei negoziati con l´Unione il prossimo 3 ottobre 2005. Ma il primo ministro turco, con un lucido discorso scandito, com´è solito fare, ritto in piedi su un autobus, sa di rivolgersi, oltre ai connazionali sinceramente favorevoli all´ingresso nella Ue, a un corposo manipolo di oppositori interni che non mancheranno, da qui all´autunno, di fare di tutto per mettergli i bastoni fra le ruote.
Il nodo di Cipro è il convitato di pietra alla celebrazione che ha accolto Erdogan in trionfo al suo ritorno da Bruxelles. I dubbi si colgono già al mattino, alla lettura dei giornali. Dopo i titoli a tutta pagina, fra le immagini di un minareto accanto alla bandiera europea (Sabah), o l´incitamento a "Una nuova Europa, una nuova Turchia" (Zaman), i commenti mettono il dito nella piaga. E quella dell´isola divisa è una piaga dolente: dall´epoca della sua cruenta partizione (1974), fino all´ingresso nell´Ue della parte greca (2004). Trent´anni che non si potranno cancellare in dieci mesi, dalla capitale turco-cipriota Nicosia piovono le accuse, che si riferiscono al giorno in cui Ankara dovrà dare un segnale di riconoscimento Cipro del Sud, come vuole l´intesa di Bruxelles.
Sui canali televisivi turchi i colori azzurri dell´Europa si mescolano a quelli rossi della mezzaluna. Ma i progetti non cancellano le perplessità. "L´omelette è senza uova", scrive Cumhuriyet, quotidiano dell´opposizione socialdemocratica che si ispira al verbo laico e kemalista di Ataturk, sostenendo che "la Turchia per ottenere la data del negoziato ha venduto l´isola". «Ci siamo arresi - si arrabbia il leader del partito, Deniz Baykal - e il governo mette a rischio l´esistenza stessa di Cipro turca». «Un accordo inaccettabile», tuona il capo del Partito della giusta via, Mehmet Agar.
Bicchiere pieno a metà anche per l´uomo della strada. Metin, un giovane imprenditore che il sabato passa a trovare gli amici in un Internet caffè, è felice del risultato del vertice di Bruxelles. «Entrare a far parte del processo europeo - spiega senza staccare gli occhi dalla tv dove il premier parla- è importante. Ci costringerà a migliorare le riforme e porterà investimenti stranieri. Noi turchi sappiamo bene quanto l´Italia si è spesa per il nostro ingresso, e questo avrà un riflesso positivo sull´economia». Poi aggiunge: «Adesso per Erdogan comincia un compito difficile. La vita politica turca è come una scatola di matrioske: dentro il governo c´è un altro governo. Parlo dei militari più conservatori, dei burocrati, i nazionalisti, la destra estrema dei Lupi grigi e la gente che circola intorno al leader turco cipriota Denktash. Insomma, quello che in Turchia chiamiamo "lo stato profondo". Credo che Erdogan dovrà stare attento alla sua vita».
Parole che scuotono in un clima di festa. «Vogliamo essere parte d´Europa - si scalda un venditore di simit, le ciambelle di pane al sesamo - ma con il nostro onore e i nostri valori intatti. Bruxelles non ci può umiliare con condizioni continue. Dopo il riconoscimento di Cipro, che altro vorranno?».
Dar conto degli umori più critici sarebbe sviante per il genuino tributo versato dalla gente a Erdogan e al suo vice, il ministro degli Esteri, Abdullah Gul, "grande politico", come commentano in una taverna che serve pesce alla brace, mentre i due compaiono fianco a fianco sull´autobus del trionfo. Tutti a parlare della «vittoria» del governo, dell´«orgoglio» mostrato dal premier.
Non mancano gustosi retroscena sulle trattative con i leader europei, rivelati dai giornalisti turchi al seguito della loro delegazione. Con Erdogan, in una fase convulsa e decisiva, a fingere una calcolata indignazione di fronte al documento presentato dalla presidenza olandese. E Blair, Berlusconi e Schroeder a tentare di convincerlo a tornare al tavolo dei colloqui, mentre arriva la telefonata di Colin Powell, a placare gli animi.
È così che l´Ue si è dovuta accontentare di una dichiarazione verbale accompagnata da una postilla scritta - da Erdogan fatta mettere a verbale - secondo cui l´estensione del protocollo di unione doganale ai 10 nuovi membri dell´Ue, tra cui la Cipro greca, «non significherà un riconoscimento».
In tutta la Turchia l´atmosfera è quella di un giorno speciale. Nella piazza Kizilay, tra striscioni, bandiere, fuochi d´artificio, il premier garantisce di «lavorare ancora più intensamente» per sgombrare gli ostacoli. E sulla questione dell´isola divisa invita a non preoccuparsi: «La nostra sensibilità non è seconda a nessuno». La risposta ai leader di Cipro.
Sullo stesso argomento
Articoli in archivio
di Nicholas Watt su The Guardian del 03/11/2006
su Le Monde del 20/09/2005
Erdogan acclamato conquistatore d’Europa
Istanbul in festa per il premier che promette: «Più diritti umani». Ma c’è chi accusa: «Hai svenduto Cipro»
Istanbul in festa per il premier che promette: «Più diritti umani». Ma c’è chi accusa: «Hai svenduto Cipro»
di Antonio Ferrari su Corriere della Sera del 19/12/2004
News in archivio
su L'Unità del 22/10/2006
Gli ordigni sono state lanciati in un locale del centro. Il capo della polizia: "L'attacco non è di natura politica"
Turchia: attentato a Smirne, granate contro un bar
Turchia: attentato a Smirne, granate contro un bar
su La Repubblica del 02/10/2006
Riaperte le trattative per l'ingresso del Montenegro
Ue: disco verde per Bulgaria e Romania nel gennaio 2007
Ma Bruxelles avverte Sofia e Bucarest: dovranno adeguare gli standard interni a quelli dei 25
Ue: disco verde per Bulgaria e Romania nel gennaio 2007
Ma Bruxelles avverte Sofia e Bucarest: dovranno adeguare gli standard interni a quelli dei 25
su Adnkronos del 26/09/2006
In biblioteca
di Timothy Garton Ash
Mondadori, 2006
Mondadori, 2006
di Mario Astarita
A&B Edizioni, 2006
A&B Edizioni, 2006
di Vittorio E. Parsi
Università Bocconi, 2006
Università Bocconi, 2006