Da La Stampa del 18/11/2004
Oggi Ciampi consegna il riconoscimento della Fondazione Balzan alla comunità romana e al suo impegno contro l’Aids
Sant’Egidio, un premio al sogno
di Michela Tamburrino
ROMA. SI chiama «Dream» e per la comunità di Sant’Egidio si tratta proprio di un sogno, quello di sconfiggere l’Aids in Africa. E «Dream» è diventato programma multicomprensivo di aiuti e di interventi che la Comunità porta avanti con l’aiuto di scienziati e volontari. Un sogno che oggi sarà celebrato dal presidente della Repubblica Ciampi, all’Accademia dei Lincei, dove consegnerà i cinque premi assegnati dalla Fondazione Internazionale Balzan per il 2004: due per le scienze umane, due per le materie scientifiche e, appunto, quello straordinario per «l’umanità, la pace e la fratellanza tra i popoli». Un milione e trecentomila euro che la Comunità destinerà al progetto, seicentocinquanta mila euro agli altri insigniti selezionati dal Comitato Generale Premi, organismo indipendente della Fondazione, presieduto da Sergio Romano.
Ieri, in anticipo sulla cerimonia ufficiale, i vincitori hanno fatto un punto sulle loro ricerche. Colin Renfrew, università di Cambridge, archeologo, ha spiegato come la sua disciplina e le sue ricerche sul mondo preistorico possano aiutare la comprensione «dell’uomo moderno, analizzando le sue origini fin dall’homo sapiens. I miei infatti sono soprattutto studi di archeo-genetica in cui la matrice umanistica si è fusa con lo studio del carbonio radioattivo per la datazione e sul Dna. Il fine è quello di creare una teoria archeologica che dia senso e metodo a questo lavoro, con particolare riguardo anche alla preistoria dei linguaggi».
Assente per problemi di salute, Nikki Ragozian Keddie della Ucla è stata sostituita dalla collega Nicolette Mau che ha parlato degli studi che per trent’anni hanno impegnato Keddie alla comprensione del mondo musulmano. Michael Marmot, University College London, ritirerà il premio per l’epidemiologia. Suo l’assunto riguardo l’ambiente sociale come elemento cruciale nelle disuguaglianze che influiscono in maniera determinante sullo stato di salute dell’individuo. Il lavoro nasce da una constatazione: se si parte in metropolitana dal benestante West End di Londra, dopo sei fermate verso la periferia est, l’aspettativa media di vita sarà calata di sei anni. Peggio se si copre il tragitto che va da Washington Dc per 12 miglia a sud-ovest: il divario sarà addirittura di 20 anni. Arriva dall’Istituto for Advanced Studies di Princeton Pierre Deligne, premiato per la matematica che ha sottolineato i progressi enormi compiuti dalla matematica moderna.
E dunque la Comunità di Sant’Egidio e il «Dream» illustrato da Leonardo Palombi, professore di biologia e igiene presso l’università di Tor Vergata di Roma e membro della Comunità: «La Banca Mondiale ha stimato che solo in Sud Africa il Pil si dimezzerà nel giro di due generazioni, vale a dire 15 anni, se non si interverrà prima. Parliamo di un continente come l’Africa che raccoglie 30 milioni di infetti. Noi abbiamo avuto un’intuizione persino banale; fino ad oggi c’era l’illusione di poter intervenire solo con la prevenzione, noi invece abbiamo voluto fare della terapia una componente della prevenzione, assicurando le generazioni future con interventi sulle donne che aspettano un figlio. Abbiamo in assistenza oltre 15.000 sieropositivi africani, 5.000 persone in terapia, 1.000 bambini sono nati sani grazie agli interventi sulle madri malate». Insiste il portavoce della Comunità Mario Marazziti: «Non ci siamo arresi all’idea che non c’era speranza e ci sono venute dietro le banche come BancaIntesa e Unicredit e le case farmaceutiche. Così abbiamo abbattuto le spese: ogni paziente costa 300 dollari per un anno. Un sogno che potrebbe realizzarsi».
Ieri, in anticipo sulla cerimonia ufficiale, i vincitori hanno fatto un punto sulle loro ricerche. Colin Renfrew, università di Cambridge, archeologo, ha spiegato come la sua disciplina e le sue ricerche sul mondo preistorico possano aiutare la comprensione «dell’uomo moderno, analizzando le sue origini fin dall’homo sapiens. I miei infatti sono soprattutto studi di archeo-genetica in cui la matrice umanistica si è fusa con lo studio del carbonio radioattivo per la datazione e sul Dna. Il fine è quello di creare una teoria archeologica che dia senso e metodo a questo lavoro, con particolare riguardo anche alla preistoria dei linguaggi».
Assente per problemi di salute, Nikki Ragozian Keddie della Ucla è stata sostituita dalla collega Nicolette Mau che ha parlato degli studi che per trent’anni hanno impegnato Keddie alla comprensione del mondo musulmano. Michael Marmot, University College London, ritirerà il premio per l’epidemiologia. Suo l’assunto riguardo l’ambiente sociale come elemento cruciale nelle disuguaglianze che influiscono in maniera determinante sullo stato di salute dell’individuo. Il lavoro nasce da una constatazione: se si parte in metropolitana dal benestante West End di Londra, dopo sei fermate verso la periferia est, l’aspettativa media di vita sarà calata di sei anni. Peggio se si copre il tragitto che va da Washington Dc per 12 miglia a sud-ovest: il divario sarà addirittura di 20 anni. Arriva dall’Istituto for Advanced Studies di Princeton Pierre Deligne, premiato per la matematica che ha sottolineato i progressi enormi compiuti dalla matematica moderna.
E dunque la Comunità di Sant’Egidio e il «Dream» illustrato da Leonardo Palombi, professore di biologia e igiene presso l’università di Tor Vergata di Roma e membro della Comunità: «La Banca Mondiale ha stimato che solo in Sud Africa il Pil si dimezzerà nel giro di due generazioni, vale a dire 15 anni, se non si interverrà prima. Parliamo di un continente come l’Africa che raccoglie 30 milioni di infetti. Noi abbiamo avuto un’intuizione persino banale; fino ad oggi c’era l’illusione di poter intervenire solo con la prevenzione, noi invece abbiamo voluto fare della terapia una componente della prevenzione, assicurando le generazioni future con interventi sulle donne che aspettano un figlio. Abbiamo in assistenza oltre 15.000 sieropositivi africani, 5.000 persone in terapia, 1.000 bambini sono nati sani grazie agli interventi sulle madri malate». Insiste il portavoce della Comunità Mario Marazziti: «Non ci siamo arresi all’idea che non c’era speranza e ci sono venute dietro le banche come BancaIntesa e Unicredit e le case farmaceutiche. Così abbiamo abbattuto le spese: ogni paziente costa 300 dollari per un anno. Un sogno che potrebbe realizzarsi».
Sullo stesso argomento
Articoli in archivio
di Joshua Massarenti su Vita No Profit del 12/09/2006
di Andrew Meldrum su The Guardian del 04/09/2006
THE AIDS CONFERENCE
Political leaders accused of AIDS genocide
Failure to invest heavily in fighting disease is crime, head of international body says
Political leaders accused of AIDS genocide
Failure to invest heavily in fighting disease is crime, head of international body says
di André Picard su The Globe and Mail del 18/08/2006