Da Il Messaggero del 01/11/2004

Verso l’incontro per il caro prezzi dell’alimento in polvere. La nuova normativa avrà la firma dei ministri della Salute e delle Attività produttive

Latte, decreto Sirchia: via le aziende dagli ospedali

Pronto il testo che sarà presentato domani: ridotte le sponsorizzazioni, basta con le forniture gratuite

di Carla Massi

ROMA - Niente più forniture gratuite di latte in polvere ai reparti di neonatologia. Vietato a medici e infermieri regalare campioni e mini-dosi alle mamme che vengono dimesse dagli ospedali dopo il parto. Vietato alle aziende produttrici regalare macchinari e apparecchiature come le termoculle. Riduzione drastica, di un terzo, delle sponsorizzazioni dei congressi pediatrici. Obbligo per le industrie a chiedere l’autorizzazione a sostenere economicamente un incontro di medici specialisti. Nuovi divieti, limitazioni e obblighi sono contenuti in un decreto scritto prima del lungo week end. Verrà firmato domani dai ministri della Salute e delle Attività produttive. Martedì sarà il giorno in cui è in programma l’incontro tra i rappresentanti delle aziende, i farmacisti, i grossisti i pediatri e il ministro Sirchia per decidere come e quanto abbassare il prezzo del latte in polvere. Latte che, in Italia, ha i costi più alti d’Europa.


IL DECRETO - E’ pronto, dunque, un provvedimento che renderà vera e propria legge una circolare che negli ospedali è arrivata ben quattro anni fa. Ma che, quasi in nessun reparto, è mai stata applicata. Si tratta di una modifica di un decreto che, nel 1991, recepiva una normativa europea sulla limitazione della pubblicità in corsia. Questo nuovo testo inasprisce le regole e mette paletti più solidi tra le strutture sanitarie (sia pubbliche che private) e le aziende che producono latte in polvere. Quelle che, fino ad oggi, nella stragrande maggioranza dei reparti offrono gratuitamente i prodotti da somministrare ai piccoli pazienti. Dal momento in cui entrerà in vigore il provvedimento gli ospedali, infatti, dovranno approvvigionarsi in altro modo. Facendo una regolare e trasperente gara d’appalto come per qualsiasi altro prodotto. Il latte, infatti, non è un farmaco ma un alimento. Ai reparti, lo prevede il testo, non dovranno arrivare doni sotto forma di apparecchi o altri strumenti.


LE MAMME - Basta con la pubblicità, più o meno occulta, nel momento in cui le mamme lasciano l’ospedale dopo il parto. Il decreto, infatti, vieta nel modo più assoluto il “regalo” fatto di campioni prova o piccole dosi. Dalle borse delle purpere dovranno sparire anche i gadget firmati con le etichette di questo o quel latte. Modifiche tassative anche per le lettere di dimissioni dei neonati: non va previsto uno spazio predefinito destinato alla prescrizione del sostituto del latte materno equiparandolo, così, ad una prescrizione obbligatoria come quella di un farmaco. Per le mamme consumatrici, un’altra novità. Tutti i luoghi dove verrà venduto del latte in polvere, dalla farmacia al supermercato, sarà obbligatorio esporre il listino. Questo dovrà contenere il prezzo base, quello di partenza, delle aziende. Così, chi compra potrà calcolare qual è stato il ricarico fino al costo che vede impresso sulla confezione che sta per acquistare.


I CONGRESSI - «Le aziende - aveva detto il ministro Sirchia all’uscita della riunione sui prezzi del latte in polvere che si è svolta martedì scorso - sponsorizzano 650 congressi pediatrici l’anno. Chiederemo il contingentamento». E così sarà. Il nuovo decreto, infatti, mette mano anche a questo capitolo. Da 650 incontri per l’aggiornamento medico si dovrà passare a 200. Non di più. E ogni sponsorizzazione avrà l’obbligo di passare attraverso una commissione del ministero della Salute. I congressi saranno tagliati di un terzo. Un passo in più per arrivare alla riduzione del prezzo del latte. I produttori, infatti, sostengono che la mole di spese che hanno nel nostro Paese per congressi, riviste e apparecchi, costringe, in qualche modo, alla lievitazione dei costi. Nel momento in cui tutto questo verrà ridimensionato sarà più agile, per le aziende, limare il margine di guadagno.


IL PREZZO - Dalla riunione di domani ci si aspetta proprio il taglio dei prezzi. La riduzione potrebbe arrivare fino al 30%: il 26% sarebbe a carico dei produttori, il 3% dei farmacisti e l’1% di grossisti. Gli oltre 600 congressi organizzati ogni anno dalle aziende pesano, a loro avviso, per una percentuale intorno al 25% sui costi che sostengono le famiglie.

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