Da La Repubblica del 05/10/2004
Polemica a sinistra sul ponte aereo con la Libia: "Sono rastrellamenti". Ma il Viminale replica: "Tutto legale"
Dall´Onu altolà al governo
"Grave preoccupazione, rimpatri senza garanzie"
di Giovanna Casadio, Claudia Fusani
ROMA - L´Onu dà l´altolà all´Italia: il ponte aereo con la Libia per il rimpatrio in massa dei clandestini giunti sulle coste siciliane è «preoccupante». L´Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati con una nota ufficiale esprime «la grave preoccupazione» per la sorte degli immigrati rispediti in Libia «senza le adeguate valutazioni delle loro eventuali necessità di protezione internazionale». È vero, ammette il direttore dell´ufficio per l´Europa, Raymond Hall, che questi continui arrivi creano una grande pressione, ma c´è la Convenzione sui rifugiati da rispettare. Una bacchettata al governo italiano.
Il Viminale e il ministero della Difesa tuttavia non sembrano disposti a ripensamenti e, in due comunicati, assicurano che la linea dura prosegue e non ci saranno cambiamenti di programma: «I voli di rimpatrio continueranno». Di fronte all´emergenza immigrati (1.488 da mercoledì 29 settembre), e mentre ieri si contano i morti di un nuovo naufragio a largo della Tunisia, il ministro dell´Interno, Beppe Pisanu, è nella bufera.
Va all´attacco il centrosinistra, chiede a Pisanu di riferire subito in Parlamento. Livia Turco, l´ex ministro delle Politiche sociali e "madre" della legge sull´immigrazione dell´Ulivo, denuncia: «Questi sono rastrellamenti che nulla hanno a che vedere con i respingimenti alla frontiera previsti anche dalla nostra legge e che si fanno dopo avere accertato identità, provenienza, l´eventuale diritto di asilo, ovvero in base a una prassi individuale». Di «prassi incostituzionale» parlano Verdi, Rifondazione, Pdci. «Il rimpatrio è illegale», afferma Giannicola Sinisi (Margherita). «È una deportazione», rincara Oliviero Dilibero (Pdci). Gavino Angius per i Ds chiede che Pisanu venga in Senato dove oggi inizia il dibattito sul decreto-legge di modifica della Bossi-Fini. C´era "maretta" nella Casa delle libertà sul decreto, ma «è superata», dice il ministro centrista Carlo Giovanardi ribadendo «apprezzamento a Pisanu».
In serata dal Viminale trapela che il ministro sarebbe disponibile a recarsi già oggi in Parlamento. Le polemiche crescono: dura è la presa di posizione dell´Arci, ma anche della comunità di Sant´Egidio («Abbiamo dubbi e perplessità sulla procedura usata, la Libia non è firmataria della Convenzione di Ginevra»), della Caritas. Il governo fa sapere che l´accordo con Tripoli funziona: il ministro degli Esteri Frattini ha telefonato ieri al collega libico Shalgam, che ha assicurato «il pieno impegno» nella lotta ai clandestini. A Palazzo Chigi segnalano che il commissario Ue uscente, Antonino Vitorino, ha "aperto" ai centri di accoglienza extra-Ue, finora sostenuti solo da Italia e Germania. Attesa però per l´audizione stamani a Bruxelles del neo commissario Rocco Buttiglione, successore di Vitorino: sarà una prova del nove anche per le politiche dell´immigrazione italiane.
E dal Viminale appunto, né stop né cambiamenti di programma. Avanti tutta con il ponte-aereo verso Tripoli. L´ipotesi di un cambio di rotta nella linea dura si era fatta strada quando le agenzie di stampa nel pomeriggio danno notizia che due aerei militari, già utilizzati domenica nella rotta su Tripoli, saranno "dirottati" su Crotone dove c´è un centro di permanenza temporaneo per i clandestini. Mai in questi anni il Viminale si era trovato a dover affrontare un´emergenza come in questi ultimi quattro giorni: «Stiamo applicando - replicano i tecnici dell´Immigrazione - gli accordi bilaterali con la Libia che prevedono il rimpatrio dei clandestini nel luogo di partenza». Le coste libiche. L´espulsione di massa di queste ore «avviene nel rispetto della legge e delle convenzioni internazionali». Ma come è possibile certificare in poche ore la provenienza dei clandestini e respingerli? «Per il novanta per cento - spiega il Viminale - sono cittadini egiziani e magrebini, paesi che non risultano nella lista degli avanti diritto all´asilo. In questi anni, grazie agli accordi bilaterali con questi paesi, abbiamo affinato un sistema di identificazione così immediato che siamo perfettamente in grado di stabilire la loro provenienza in poche ore».
I C-130 dell´Aeronautica sono stati utilizzati ieri per trasferire a Crotone circa 150 persone, «tutti eritrei e etiopi» (a cui vanno aggiunti i 98 già trasferiti sabato) cioè di paesi che possono richiedere l´asilo. Così gli aerei militari, più piccoli, tra gli ottanta e i novanta posti, sono stati usati per i trasferimenti minori. Gli airbus dell´Alitalia, che hanno 150-180 posti, sono impiegati per il ponte aereo sulla Libia che conta circa 800 rimpatri. «Tutto secondo i piani e secondo le leggi». Soddisfazione del Guardasigilli, il leghista Roberto Castelli, per la «posizione ferma» del governo.
Il Viminale e il ministero della Difesa tuttavia non sembrano disposti a ripensamenti e, in due comunicati, assicurano che la linea dura prosegue e non ci saranno cambiamenti di programma: «I voli di rimpatrio continueranno». Di fronte all´emergenza immigrati (1.488 da mercoledì 29 settembre), e mentre ieri si contano i morti di un nuovo naufragio a largo della Tunisia, il ministro dell´Interno, Beppe Pisanu, è nella bufera.
Va all´attacco il centrosinistra, chiede a Pisanu di riferire subito in Parlamento. Livia Turco, l´ex ministro delle Politiche sociali e "madre" della legge sull´immigrazione dell´Ulivo, denuncia: «Questi sono rastrellamenti che nulla hanno a che vedere con i respingimenti alla frontiera previsti anche dalla nostra legge e che si fanno dopo avere accertato identità, provenienza, l´eventuale diritto di asilo, ovvero in base a una prassi individuale». Di «prassi incostituzionale» parlano Verdi, Rifondazione, Pdci. «Il rimpatrio è illegale», afferma Giannicola Sinisi (Margherita). «È una deportazione», rincara Oliviero Dilibero (Pdci). Gavino Angius per i Ds chiede che Pisanu venga in Senato dove oggi inizia il dibattito sul decreto-legge di modifica della Bossi-Fini. C´era "maretta" nella Casa delle libertà sul decreto, ma «è superata», dice il ministro centrista Carlo Giovanardi ribadendo «apprezzamento a Pisanu».
In serata dal Viminale trapela che il ministro sarebbe disponibile a recarsi già oggi in Parlamento. Le polemiche crescono: dura è la presa di posizione dell´Arci, ma anche della comunità di Sant´Egidio («Abbiamo dubbi e perplessità sulla procedura usata, la Libia non è firmataria della Convenzione di Ginevra»), della Caritas. Il governo fa sapere che l´accordo con Tripoli funziona: il ministro degli Esteri Frattini ha telefonato ieri al collega libico Shalgam, che ha assicurato «il pieno impegno» nella lotta ai clandestini. A Palazzo Chigi segnalano che il commissario Ue uscente, Antonino Vitorino, ha "aperto" ai centri di accoglienza extra-Ue, finora sostenuti solo da Italia e Germania. Attesa però per l´audizione stamani a Bruxelles del neo commissario Rocco Buttiglione, successore di Vitorino: sarà una prova del nove anche per le politiche dell´immigrazione italiane.
E dal Viminale appunto, né stop né cambiamenti di programma. Avanti tutta con il ponte-aereo verso Tripoli. L´ipotesi di un cambio di rotta nella linea dura si era fatta strada quando le agenzie di stampa nel pomeriggio danno notizia che due aerei militari, già utilizzati domenica nella rotta su Tripoli, saranno "dirottati" su Crotone dove c´è un centro di permanenza temporaneo per i clandestini. Mai in questi anni il Viminale si era trovato a dover affrontare un´emergenza come in questi ultimi quattro giorni: «Stiamo applicando - replicano i tecnici dell´Immigrazione - gli accordi bilaterali con la Libia che prevedono il rimpatrio dei clandestini nel luogo di partenza». Le coste libiche. L´espulsione di massa di queste ore «avviene nel rispetto della legge e delle convenzioni internazionali». Ma come è possibile certificare in poche ore la provenienza dei clandestini e respingerli? «Per il novanta per cento - spiega il Viminale - sono cittadini egiziani e magrebini, paesi che non risultano nella lista degli avanti diritto all´asilo. In questi anni, grazie agli accordi bilaterali con questi paesi, abbiamo affinato un sistema di identificazione così immediato che siamo perfettamente in grado di stabilire la loro provenienza in poche ore».
I C-130 dell´Aeronautica sono stati utilizzati ieri per trasferire a Crotone circa 150 persone, «tutti eritrei e etiopi» (a cui vanno aggiunti i 98 già trasferiti sabato) cioè di paesi che possono richiedere l´asilo. Così gli aerei militari, più piccoli, tra gli ottanta e i novanta posti, sono stati usati per i trasferimenti minori. Gli airbus dell´Alitalia, che hanno 150-180 posti, sono impiegati per il ponte aereo sulla Libia che conta circa 800 rimpatri. «Tutto secondo i piani e secondo le leggi». Soddisfazione del Guardasigilli, il leghista Roberto Castelli, per la «posizione ferma» del governo.
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