Da La Repubblica del 02/10/2004

Le coppie omosessuali avranno gli stessi diritti di quelle eterosessuali. Potranno adottare bambini, ma non all´estero. La Chiesa protesta

Spagna, sì ai matrimoni gay

Zapatero presenta la legge, previsto il via libera del Parlamento

I vescovi: "Rischiamo di abbandonare la saggezza umana e giuridica"

di Alessandro Oppes

MADRID - Sì ai matrimoni gay, sì alla possibilità di adozione per le coppie omosessuali. La Spagna come l´Olanda, all´avanguardia in Europa e nel mondo nel riconoscimento dei diritti delle unioni di persone dello stesso sesso. Il governo Zapatero ha fatto ieri il passo ufficiale, presentando in Consiglio dei ministri la nuova legge che - se tutto andrà in Parlamento secondo le previsioni - potrà entrare in vigore già all´inizio del prossimo anno. Il premier socialista l´aveva promesso in campagna elettorale, e nel discorso d´investitura era stato uno dei suoi primi solenni impegni. Ora che ha mantenuto la promessa commenta speranzoso: «Vogliamo mettere fine a una discriminazione ingiustificabile della quale soffrono, da secoli, milioni di omosessuali». In Spagna, secondo le stime più attendibili, sono almeno quattro milioni (il dieci per cento della popolazione) i gay e le lesbiche che ora - nelle parole di Zapatero - «smetteranno di essere cittadini di seconda categoria».

La svolta passa attraverso la modifica di dieci articoli del codice civile, a cominciare dall´articolo 44, secondo il quale «l´uomo e la donna hanno diritto di contrarre matrimonio». Il governo ha aggiunto un paragrafo per specificare che «l´identità di sesso dei due contraenti» non impedisce che si possa celebrare il matrimonio. Ogni ulteriore riferimento del codice all´uomo e alla donna viene sostituito dal termine «coniugi».

Piena uguaglianza giuridica rispetto alle coppie eterosessuali, sentenzia il governo socialista, e questo significa riconoscere, tra gli altri, i diritti alla pensione, all´eredità e all´adozione. Con un´unica limitazione, su quest´ultimo punto: così come in Olanda, non viene riconosciuta la possibilità di adozione internazionale, soprattutto perché esistono ancora numerosissimi paesi nei quali questa eventualità non gode del necessario sostegno sociale o dell´appoggio dei governi. Ma, alle critiche di chi contesta il diritto dei gay all´adozione, la vice-premier Maria Teresa Fernández de la Vega risponde così: «Ci sono già migliaia di bambini che vivono in Spagna con genitori omosessuali, e oltre 50 rapporti di specialisti che concordano sul fatto che le differenze dei bambini che crescono con genitori omosessuali sono semplicemente inesistenti. Non c´è nessuna prova che dimostri che i genitori omosessuali siano peggiori o educhino peggio i propri figli».

Di tutt´altro avviso, la Chiesa cattolica, da ieri sul piede di guerra per una decisione che giudica «ingiusta ed erronea». Secondo il portavoce della Conferenza episcopale, gli omosessuali «non hanno il diritto di sposarsi» perché il matrimonio «è un´istituzione eterosessuale». Sebbene riconoscano che «le persone omosessuali non devono essere discriminate nei loro diritti di cittadini», i vescovi non ammettono per gay e lesbiche la possibilità di contrarre matrimonio e quindi di godere degli stessi diritti finora riservati alla coppia formata da un uomo e una donna. Catastrofico il giudizio conclusivo della Chiesa, cosciente di poter fare ben poco per ostacolare un iter legislativo dagli esiti scontati: «Se questa legge verrà portata avanti, abbandoneremo la saggezza umana e giuridica di tutta l´umanità». Una rigidità sulla quale la gerarchia non trova più un appoggio convinto neppure all´interno della destra politica: con un´iniziativa tardiva, giunta quando ormai il governo aveva già delineato il suo progetto, il Partito popolare si è detto disposto a riconoscere alle coppie di fatto omosessuali gli stessi diritti dei coniugi uomo e donna, con la sola eccezione della possibilità di adozione. Una soluzione alla quale lo stesso Pp si era opposto fino allo scorso anno, quand´era al governo.

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