Da Corriere della Sera del 12/10/2004
Il presidente del gruppo: diventiamo leader europei nel settore. L’antagonismo con Parigi
Targato Italia il superjet tecnologico
Finmeccanica lancia l’addestratore M-346. Berlusconi: sarò il vostro commesso viaggiatore
di Giovanni Caprara
VENEGONO - Battesimo politico per il nuovo jet addestratore M-346 sull’aeroporto di Venegono Superiore (Varese) dove ha sede Aermacchi, la società di Finmeccanica che l’ha costruito. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, assieme ai ministri Antonio Martino (Difesa), Antonio Marzano (Attività produttive) e Roberto Maroni (Welfare), ha osservato le evoluzioni dell’aeroplano a cui è legata la sopravvivenza dell’industria aeronautica nazionale ad ala fissa. Numerose sono infatti le aziende medie e piccole coinvolte nella produzione.
Escludendo la collaborazione al velivolo europeo Eurofighter, l’ultimo caccia tutto italiano (l’Amx) volava esattamente vent’anni fa. Ed è stato prevedendo per la fine del decennio in corso la sostituzione dei trainer jet da parte delle forze aeree europee e di numerosi altri Paesi, che in Aermacchi, specializzata in questo campo, è nato l’M-346 sostenuto da un finanziamento pubblico di 600 milioni di euro. Ora l’Italia pone sul mercato l’unico addestratore avanzato esistente a livello internazionale in grado di formare adeguatamente i piloti impegnati poi a volare sui più potenti Eurofighter, F-35 e Rafale. Tecnologicamente non ha concorrenti e l’Aeronautica Militare italiana continua a garantire il suo aiuto nella prospettiva di un futuro impiego.
Dodici Paesi europei si sono riuniti (l’ultima volta in Finlandia la settimana scorsa) precisando il tipo di aeroplano di cui hanno bisogno e il nuovo bireattore italiano risponde pienamente alle necessità.
Ma qui arriva la vera sfida per la quale la bontà tecnologica è soltanto una base di partenza: quella d’arrivo solo la politica la potrà garantire. «Ora chiediamo al governo di aiutarci a far diventare la nostra macchina l’addestratore per la difesa europea - ha esplicitamente chiesto Pier Francesco Guarguaglini, presidente di Finmeccanica - e a sostenerne la commercializzazione salvaguardando così una nicchia di eccellenza tecnologica che caratterizza il nostro gruppo e il nostro Paese».
Da parte sua Finmeccanica sta organizzando lo sviluppo del jet in modo da coinvolgere altre nazioni, «mantenendo però il controllo con oltre il 51 per cento dell’iniziativa e guardando con attenzione ai nuovi partner dell’Unione», precisa Giorgio Zappa, presidente di Alenia Aeronautica.
La partita dell’Eurotrainer è considerevole e già la Francia è all’opera per contrastare il piano italiano con un pizzico di vendetta per il nostro passato rifiuto a partecipare alla realizzazione dell’aereo da trasporto A-400. La Germania ha inoltre nel cassetto il progetto Mako.
«In Europa sono in corso diversi programmi come il caccia senza pilota guidato dalla Francia e al quale anche noi abbiamo aderito - ricorda Guarguaglini -. Quindi ci aspettiamo, in una divisione di ruoli, che venga riconosciuta e accettata la nostra leadership nell’addestratore».
Il mercato possibile per per il nuovo jet è valutato in 600 macchine nei prossimi 25 anni. «Il costo a esemplare è di 15 milioni di euro ed è concorrenziale con qualsiasi altra soluzione», precisa Giovanni Bertolone amministratore delegato di Aermacchi. Intanto sono stati avviati contatti con Boeing e con la Grecia, il Paese che prima degli altri ha la necessità di sostituire vecchie macchine.
«Volete che diventi il vostro commesso viaggiatore -ha replicato Silvio Berlusconi - e ritengo che il presidente del Consiglio debba farlo per un gioiello come questo. L’Italia deve aumentare gli investimenti nel la difesa recuperando il ritardo tecnologico e per sedersi al tavolo europeo con gli stessi diritti. In questo ambito rientrerà il nostro sostegno all’iniziativa di Finmeccanica». Berlusconi ha infine sostenuto che l’Unione deve togliere le spese degli investimenti dal deficit.
Escludendo la collaborazione al velivolo europeo Eurofighter, l’ultimo caccia tutto italiano (l’Amx) volava esattamente vent’anni fa. Ed è stato prevedendo per la fine del decennio in corso la sostituzione dei trainer jet da parte delle forze aeree europee e di numerosi altri Paesi, che in Aermacchi, specializzata in questo campo, è nato l’M-346 sostenuto da un finanziamento pubblico di 600 milioni di euro. Ora l’Italia pone sul mercato l’unico addestratore avanzato esistente a livello internazionale in grado di formare adeguatamente i piloti impegnati poi a volare sui più potenti Eurofighter, F-35 e Rafale. Tecnologicamente non ha concorrenti e l’Aeronautica Militare italiana continua a garantire il suo aiuto nella prospettiva di un futuro impiego.
Dodici Paesi europei si sono riuniti (l’ultima volta in Finlandia la settimana scorsa) precisando il tipo di aeroplano di cui hanno bisogno e il nuovo bireattore italiano risponde pienamente alle necessità.
Ma qui arriva la vera sfida per la quale la bontà tecnologica è soltanto una base di partenza: quella d’arrivo solo la politica la potrà garantire. «Ora chiediamo al governo di aiutarci a far diventare la nostra macchina l’addestratore per la difesa europea - ha esplicitamente chiesto Pier Francesco Guarguaglini, presidente di Finmeccanica - e a sostenerne la commercializzazione salvaguardando così una nicchia di eccellenza tecnologica che caratterizza il nostro gruppo e il nostro Paese».
Da parte sua Finmeccanica sta organizzando lo sviluppo del jet in modo da coinvolgere altre nazioni, «mantenendo però il controllo con oltre il 51 per cento dell’iniziativa e guardando con attenzione ai nuovi partner dell’Unione», precisa Giorgio Zappa, presidente di Alenia Aeronautica.
La partita dell’Eurotrainer è considerevole e già la Francia è all’opera per contrastare il piano italiano con un pizzico di vendetta per il nostro passato rifiuto a partecipare alla realizzazione dell’aereo da trasporto A-400. La Germania ha inoltre nel cassetto il progetto Mako.
«In Europa sono in corso diversi programmi come il caccia senza pilota guidato dalla Francia e al quale anche noi abbiamo aderito - ricorda Guarguaglini -. Quindi ci aspettiamo, in una divisione di ruoli, che venga riconosciuta e accettata la nostra leadership nell’addestratore».
Il mercato possibile per per il nuovo jet è valutato in 600 macchine nei prossimi 25 anni. «Il costo a esemplare è di 15 milioni di euro ed è concorrenziale con qualsiasi altra soluzione», precisa Giovanni Bertolone amministratore delegato di Aermacchi. Intanto sono stati avviati contatti con Boeing e con la Grecia, il Paese che prima degli altri ha la necessità di sostituire vecchie macchine.
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