Da Corriere della Sera del 23/09/2004

Massima pressione

di Magdi Allam

Per l'Italia è stata la notte più lunga. La sfida frontale del terrorismo islamico che ha preso di mira il nostro Paese ha colpito nel segno. L'ansia e la tensione per la sorte delle due Simone hanno raggiunto il culmine. A poche ore dallo sventato attentato alla nostra ambasciata a Beirut, l'annuncio dell'uccisione delle nostre connazionali, anche se si rivelerà infondato - come tutti gli italiani sperano - sembra confermare il diabolico piano di piegare la nostra resistenza per obbligarci a quanto da tempo Al Qaeda esige: il ritiro delle nostre forze armate dall’Iraq. Tuttavia lo scetticismo è forte. L'annuncio dell'uccisione di Simona Pari e Simona Torretta non convince. La stessa sigla "Organizzazione della Jihad" in Iraq è del tutto sconosciuta. In realtà l'intera vicenda del sequestro è avvolta dal dubbio e dal mistero. Un sequestro eseguito da uomini in divisa che si sono comportati in modo professionale come se stessero assolvendo a degli ordini. Poi il buio più totale. E' il primo caso in cui il bersaglio sono due donne. E' l'unico caso di cui non si ha un video che confermi l'autenticità del sequestro e la credibilità delle rivendicazioni. Un sequestro di cui si è chiamato fuori il famigerato Abu Musaab al Zarkawi, il luogotenente di Bin Laden in Iraq, quasi a prenderne le distanze.

D’altra parte va anche detto che, nel contesto religioso e ideologico degli integralisti islamici, con la morte non si scherza. Secondo il Corano la morte, al pari della vita, appartiene a Dio. Guai a annunciare il falso sulla morte di una persona. La punizione divina si abbatterà sui mentitori. Non è mai successo, ad esempio, che i terroristi di Al Qaeda abbiano nascosto la morte di uno dei loro leader, preoccupati per le conseguenze sul morale dei loro militanti.

L’unica certezza è che il sequestro delle due Simone è parte integrante di una strategia del terrore che mira a costringere le forze europee a ritirarsi dall’Iraq, per isolare gli Stati Uniti e agevolarne la sconfitta. Una strategia chiaramente delineata in un documento strategico di Al Qaeda, redatto lo scorso 8 dicembre, e finora attuato con estremo scrupolo. Il primo passo, vi si leggeva, è il ritiro delle forze spagnole. Dopo la Spagna è il turno dell’Italia. Dopo l’uccisione di Fabrizio Quattrocchi e di Enzo Baldoni, il terrorismo è tornato all’offensiva con il sequestro delle due Simone. Non è chiaro chi siano gli autori: la criminalità organizzata che ha fatto dei sequestri il business più fiorente, oppure il terrorismo islamico che usa la vita degli occidentali per ricattare i loro governi. Tra queste due realtà esiste una fattiva e intensa collaborazione. La vicenda della liberazione di Agliana, Cupertino e Stefio l’ha confermato. Si è riusciti a trarli in salvo corrompendo uno dei carcerieri che apparteneva alla criminalità comune, a cui i nostri connazionali erano stati temporaneamente affidati dai terroristi islamici.

Per conoscere la sorte delle nostre due Simone non ci resta che attendere. Servono informazioni serie e attendibili. La credibilità e maturità dell’Italia si misura anche dalla nostra capacità di non farci travolgere dalla guerra di propaganda del terrorismo islamico.

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