Da La Repubblica del 23/09/2004
Originale su http://www.repubblica.it/2004/i/sezioni/esteri/itarapuno/grandevuo/gra...

ANALISI

L'angoscia e gli sciacalli

di Giuseppe D'Avanzo

SONO le due e mezza della notte e l'unica cosa certa è che sul sito openforum.ws è apparsa la notizia che le nostre due Simone sono state uccise. L'assassinio è rivendicato da un gruppo che si definisce "Organizzazione della Jihad". Con l'annuncio di morte i redattori della mail dichiarano di aver sacrificato le vite di Simona Pari e Simona Torretta per punire il nostro governo. "Noi siamo qui, la formazione della Jihad in Iraq, e annunciamo di aver applicato la sentenza di Dio riguardo ai due ostaggi italiani, e questo dopo che il governo italiano, con alla sua testa questo vile Berlusconi, non ha risposto alla nostra unica condizione, che era il ritiro dall'Iraq". "Noi - conclude il messaggio - ammoniamo il governo italiano che continueremo a colpire, e a colpire ogni straniero che risiede in Iraq".

Questa, dunque, è l'unica cosa certa. C'è una mail su un forum aperto, una chat. Una sorta di bacheca dove chiunque può appiccicare il suo messaggio. Forti dubbi sull'attendibilità del messaggio hanno le organizzazioni non governative, "Un Ponte per..." e Intersos. Palazzo Chigi si spinge a definire "inattendibile" la fonte della notizia. La nostra intelligence spende qualche parola in più per dire: "Si può anche trattare di intossicazione".

Il fatto è che il sequestro di Simona Pari, Simona Torretta e dei due volontari iracheni fatti prigionieri con loro il 7 settembre è, al sedicesimo giorno, un grande vuoto. Un vuoto di immagini in una guerra che si combatte soprattutto con le immagini. Un vuoto di parole in un conflitto che si alimenta di proclami e minacce. Un vuoto di rivendicazioni in qualche modo credibili. È un vuoto che si riempie e si accende ad ogni voce, ad ogni mezza informazione che l'attraversa, figurarsi con una mail che annuncia la morte. E tuttavia è più utile stare a quei pochi fatti che è possibile afferrare in questi minuti.

Il sito. È registrato nelle Western Samoa. Il dominio è stato aperto attraverso uno dei più grandi provider americani Godaddy. com, Scotsdale, Arizona. Se si scorre la casella del web c'è di tutto un po'. Colloqui sul tradimento coniugale e le punizioni per adulterio. Dialoghi sulla sessualità. Stralci di cronache giornalistiche. E foto. Le foto taroccate dei manifesti propagandistici di Berlusconi. Le foto di terroristi in armi. Vignette con Osama Bin Laden. Appelli al ripudio del terrorismo: "Quello che stanno facendo i terroristi in questi ultimi giorni - si legge, a esempio - l'accanirsi contro bambini, anime innocenti della vita, contro persone pacifiste costituiscono atti disumani che non verranno tollerati dall'Umanità e non sono tollerati dagli stessi musulmani che vengono infangati e messi in cattiva luce". Appelli alla moderazione: "Chiedo a tutti i musulmani onesti, che credono veramente in un Dio misericordioso, di opporsi fortemente contro questi loro falsi fratelli".

L'username. "Organizzazione della Jihad", che si era registrata il 14 settembre, ha inviato alla chat soltanto il messaggio di stanotte. È attendibile che i sequestratori delle due Simone abbiano voluto annunciare e rivendicare la loro morte su un sito utilizzato assai raramente dai gruppi terroristici e con una sigla mai utilizzata? È sicuramente possibile, come è probabile che quel messaggio possa essere semplicemente un cerino lanciato da un provocatore sulla tensione che stringe alla gola l'Italia da sedici giorni. La rivendicazione dell'Organizzazione della Jihad riecheggia nel comunicato un ultimatum lanciato in rete il 12 settembre. Diverso il sito, in quell'occasione yaislah.org. Diversa la sigla. Era Jihad islamica dell'Iraq. Sovrapponibile la minaccia: o entro 24 ore i soldati si ritirano o le due Simone saranno sgozzate. Le ventiquattro ore passarono, ma la Jihad islamica dell'Iraq non si è fatta più viva. Come è scomparsa la sigla "Ansar al Zawahiri", il primo gruppo a rivendicare il sequestro delle due volontarie italiane.

Nel suo messaggio, l'8 settembre, aveva chiesto la liberazione delle detenute irachene in cambio di "pochissime informazioni" sulla sorte delle italiane, altrimenti di loro non se ne sarebbero saputo più nulla. Anche "Ansar al Zawahiri", dopo questa sortita, ha taciuto e tuttavia la stessa rivendicazione - liberate le nostre "sorelle detenute" - è riapparsa nel ricatto rivolto da Al Zarqawi agli Stati Uniti e al Gran Bretagna con tre ostaggi inginocchiati dinanzi a sé. Questa coincidenza ha fatto pensare che anche le due Simone fossero nelle mani dell'assassino giordano.

Tutti i messaggi sono stati giudicati dalle fonti dell'intelligence e dal governo italiano inattendibili. E anche la mail dell'Organizzazione della Jihad lascia molti dubbi, stanotte. Anche se si vuole lasciare in un canto che la Jihad islamica, quella vera, ha firmato un appello per la liberazione delle due Simone, va annotato che quei pochi fatti che si possono prendere in considerazione in questi minuti invitano al dubbio, alla perplessità. Spingono a credere che l'annuncio possa essere la mossa di uno sciacallo.

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