Da La Repubblica del 05/06/2004

Si dimette anche il capo delle operazioni. Svelati i dossier che accusano l´Agenzia

"Tutte le colpe della Cia" dopo Tenet cade un´altra testa

Secondo il New York Times un rapporto del Senato ha spinto il capo a dimettersi

di Arturo Zampaglione

NEW YORK - A poche ore dall´annuncio delle dimissioni del capo della Cia George Tenet, anche il vicedirettore delle "operazioni segrete", cioè il responsabile degli 007 in giro per il mondo, getta la spugna. E come nel caso di Tenet, anche James Pavitt spiega che, dietro alla scelta di lasciare la "agency" dopo trentuno anni di servizio, ci sono solo "ragioni personali".

Naturalmente nessuno ci crede. E i parlamentari della destra repubblicana, assieme ai funzionari che George W. Bush ha lasciato di guardia alla Casa Bianca, fanno fatica a giustificare la normalità di un terremoto nei servizi segreti ad appena cinque mesi dalle elezioni presidenziali. L´impressione prevalente, infatti, è che il vertice della Cia "sia stato liquidato o scelto come capro espiatorio del disastro iracheno", come ha detto Stansfield Turner, uno che dei servizi se ne intende, avendoli diretti ai tempi di Jimmy Carter.

Di sicuro l´uscita di scena di Tenet, direttore per sette anni e sotto due presidenti, è stata accelerata dall´imminente pubblicazione di tre rapporti molto critici dello spionaggio americano. Il primo di questi - 400 pagine redatte dalla commissione "intelligence" del Senato e già consegnate in bozza a Langley, il quartiere generale della Cia - elenca gli errori degli 007 americani alla vigilia della guerra contro l´Iraq, in particolare nel denunciare la presenza di armi di sterminio nell´arsenale di Saddam Hussein. Le conclusioni della Cia, secondo gli esperti del Congresso, erano basate su informazioni non controllate, su analisi approssimative e su una rete insufficiente di spie e satelliti.

«Ma non è solo Tenet ad aver sbagliato, fuorviando l´opinione pubblica», osserva Carl Levin, il senatore democratico del Michigan che siede nella commissione "intelligence". «Prima della guerra la Casa Bianca ha forzato il dossier iracheno parlando di armi biologiche e chimiche, a cui neanche la Cia aveva fatto riferimento». Secondo Levin, mentre è giusto che il capo della Cia abbandoni l´incarico, anche altri, nell´entourage del presidente, meritano di essere allontanati.

Prima di Tenet, Bush non aveva mai immolato uno dei suoi sull´altare iracheno: non solo perché temeva lo sgretolamento del gruppo dirigente della Casa Bianca, ma anche per non avvalorare le accuse mosse dall´opposizione (e dall´estero) sugli sbagli della guerra e sulle "menzogne ufficiali". Ad esempio, aveva difeso a spada tratta il ministro della difesa Donald Rumsfeld nel mezzo dello scandalo delle torture ad Abu Ghraib. Ma l´imminente pubblicazione dei rapporti (tra cui quello sull´11 settembre, anch´esso critico della Cia) e l´avvicinarsi delle elezioni del 2 novembre, devono aver convinto il presidente dei meriti di un sacrificio "limitato". Di qui la rivoluzione a Langley.

Dall´11 luglio, quando scatteranno le dimissioni di Tenet, a sette anni esatti dalla sua nomina sotto Bill Clinton, la guida della Cia sarà affidata all´attuale numero due, John Edward McLaughlin. Sessantuno anni, di cui 32 alla agency, vestito sempre in tweed, un look da professore di college della East coast, McLaughlin è considerato un uomo tranquillo, di macchina. Nasce come esperto dei problemi della Russia e dell´Europa dell´est, ma - fino a quando non sarà nominato un nuovo direttore "politico", dopo le elezioni presidenziali, dovrà occuparsi soprattutto di ricostruire la struttura della Cia dopo il terremoto iracheno.

Già si sa che al posto di Pavitt, come direttore degli «operativi», subentrerà l´attuale numero due del settore, Stephen Kappes, un ex-marine approdato a Langley nel 1981. Ma al di là delle caselle da riempire, McLaughlin dovrà anche rispondere alle critiche del Congresso - e alla lunga serie di flop, dalla Torri gemelle alla fuga di Osama Bin Laden e all´Iraq di Saddam - rilanciando i servizi di spionaggio.

«A volte, cambiamenti di questo tipo offrono ottime potenzialità», ha detto il candidato democratico John Kerry, che era stato tra i primi a chiedere le dimissioni di Tenet e che le ha commentate ricordando «i numerosi scivoloni della intelligence». «Dobbiamo rimettere in carreggiata i nostri servizi segreti», ha continuato l´avversario di Bush. «Dobbiamo rimodellare l´intelligence in modo che risponda alle esigenze del nuovo secolo». In particolare Kerry suggerisce la creazione di un posto di «direttore per l´intelligence nazionale», con responsabilità di controllo su tutti gli 007 e i bilanci dei servizi.

Sullo stesso argomento

Articoli in archivio

Casa Bianca sotto accusa per l’11 settembre
Il rapporto della Commissione del Congresso: «Totalmente impreparati». «Saddam non aiutò a organizzare gli attacchi»
di Ennio Caretto su Corriere della Sera del 17/06/2004
Il capo dei servizi americani: "Vado via per motivi personali"
Terremoto alla Cia,Tenet lascia paga per i troppi errori in Iraq
di Vittorio Zucconi su La Repubblica del 04/06/2004
 
Cos'� ArchivioStampa?
Una finestra sul mondo della cultura, della politica, dell'economia e della scienza. Ogni giorno, una selezione di articoli comparsi sulla stampa italiana e internazionale. [Leggi]
Rassegna personale
Attualmente non hai selezionato directory degli articoli da incrociare.
Sponsor
Contenuti
Notizie dal mondo
Notizie dal mondo
Community
• Forum
Elenco degli utenti

Sono nuovo... registratemi!
Ho dimenticato la password
• Sono già registrato:
User ID

Password
Network
Newsletter

iscriviti cancella
Suggerisci questo sito

Attenzione
I documenti raccolti in questo sito non rappresentano il parere degli autori che si sono limitatati a raccoglierli come strumento di studio e analisi.
Comune di Roma

Questo progetto imprenditoriale ha ottenuto il sostegno del Comune di Roma nell'ambito delle azioni di sviluppo e recupero delle periferie

by Mondo a Colori Media Network s.r.l. 2006-2024
Valid XHTML 1.0, CSS 2.0