Da La Stampa del 18/05/2004
Originale su http://www.lastampa.it/redazione/news_high_tech/archivio/0405/fimi.asp

La parola alla lobby della musica

«Noi siamo favorevoli, anche se non era necessaria»

di Anna Masera

La Federazione dell’industria musicale italiana (Fimi) è tra i sostenitori - assieme all’industria cinematografica - del decreto Urbani. Eppure, in un primo tempo aveva protestato. «Noi questo decreto ce lo siamo trovati» spiega Enzo Mazza, presidente Fimi. «Nacque come “salva-cinema” e lamentammo di esserne esclusi».

Siete stati prontamente inclusi...
«Sì, è stato esteso alla musica».

In cosa vi soddisfa?
«Quando si è discusso alla Camera, in un primo momento la musica scaricata da Internet sembrava assimilabile a copia privata, cioè legittima, mentre non è così. Nessun negozio digitale come iTunes potrebbe funzionare se non si tutelassero i contenuti dalla pirateria. E mi fanno ridere gli Internet provider che si fanno paladini dei diritti dei loro utenti, è ovvio che per loro la pirateria a banda larga è un affare, vendono Adsl».

Ma la normativa italiana precedente non era sufficiente per proteggere i diritti d’autore?
«Sì, è vero, bastava per ottemperare alle direttive europee».

Ma adesso la nuova legge va bene...
«Conferma il diritto d’autore, aggrava alcune sanzioni, ma non è criminalizzante, perchè esclude i comportamenti a scopo personale: è un compromesso sufficiente per chi ha voluto fare una legge in fretta».

Approva anche il bollino e le tasse per masterizzare?
«Il bollino è impraticabile per cui non avrà attuazione. Le tasse sono antieducative perchè la percezione del consumatore è che legalizzino la pirateria. Nemmeno la Ue le prevede».

Ma allora, mi scusi, non va poi così bene...
«Con le proteste che si sono sollevate, è meglio che ricominciare da capo».

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