Da Corriere della Sera del 19/09/2003

L’amministrazione Usa: sostegno al neopremier palestinese Abu Ala solo se assumerà il controllo dei servizi di sicurezza

Bush boccia Arafat: «Un leader fallito»

«Ha bloccato il processo di pace». Il raìs torna a proporre una tregua, Sharon la respinge

di Ennio Caretto

WASHINGTON - Nuovo scontro a distanza tra il presidente americano e quello palestinese. Bush accusa Arafat di «avere fallito come leader» e gli imputa l'impasse in Medio Oriente, pur ribadendo il proprio impegno all'applicazione della «road map» e alla «visione» di due Stati, Israele e Palestina. Arafat risponde con una nuova offerta di tregua: il premier Ariel Sharon la respinge, il presidente israeliano Moshe Katzav ne trae lo spunto per sollecitarlo a combattere anche il terrorismo. E' la conferma che l'amministrazione Usa continua a considerare Arafat un ostacolo alla pace e a rifiutarlo come interlocutore, proprio quando il leader palestinese cerca di tornare in gioco. Un rifiuto che fa comodo a Sharon ma non a chi a Israele vorrebbe riprendere il dialogo con i palestinesi. E che esaspera i Paesi arabi, che chiedono all'Assemblea generale dell'Onu di approvare la risoluzione d'appoggio ad Arafat a cui gli Usa hanno appena opposto il veto al Consiglio di sicurezza.

Bush approfitta della conferenza stampa con il re giordano Abdallah, in visita a Camp David, per intervenire nella lotta di potere in corso Palestina. Con palese irritazione, dichiara che Arafat è «un leader fallito, che ha ostacolato l'ex premier Abu Mazen in ogni tentativo di svolta». Abu Mazen, prosegue, «è stato esautorato dal vecchio ordine, cioè da Arafat, e il processo di pace si è bloccato». Assicura di rimanere legato «alla road map e alla visione di due Stati», ma ammonisce che i palestinesi «devono rendersi conto che per la pace ci vogliono dirigenti impegnati al cento per cento contro il terrorismo». Ribadisce che tutti devono assumersi le loro responsabilità, anche Israele, ma che è difficile negoziare tra gli attentati. Conclude con la richiesta a re Abdallah, silenzioso al suo fianco, di congelare i beni di Hamas in Giordania.

In una informativa, il consigliere Condoleezza Rice spiega che l'amministrazione americana sospende il giudizio sul nuovo premier palestinese Abu Ala. «La chiave sarà la sua assunzione del controllo dei servizi di sicurezza palestinesi - precisa -. I servizi devono rispondere a lui, non a un comitato né ad Arafat, perché abbiamo bisogno di un interlocutore che produca risultati, di qualcuno che ponga fine al terrorismo». Ma i poteri del nuovo premier e la cessazione degli attentati sono due punti che Arafat evita di toccare nell'intervista al più diffuso quotidiano israeliano, Yedioth Ahro noth .

Il presidente palestinese rinnova la sua offerta di una tregua, dicendo che «se l'atteggiamento di Israele sarà positivo riusciremo a conseguirla». «Dico agli israeliani - proclama Arafat basta sangue, devastazioni e sofferenze quotidiane. E riferisce che «la Jihad è già disposta a una tregua, e le trattative con Hamas sono costruttive».

La preclusione di Sharon sembra totale: «A causa del suo sostegno al terrorismo, Arafat rimane un grave problema». Ma Katzav è più sfumato. In una conferenza stampa con il presidente della Repubblica dominicana Hipólito Mejia a Gerusalemme, dà un certo credito ad Arafat. Rileva che «se si adoprasse per il cessate il fuoco e lo smantellamento delle infrastrutture terroristiche, potrebbe guadagnarsi il consenso mondiale, il riconoscimento internazionale. Se è davvero interessato alla attuazione della road map - termina - deve prima distanziarsi da Jihad e da Hamas. Arafat Non ha bisogno del permesso di Israele né di alcun altro per bloccare i kamikaze». Ma sono le dichiarazioni di Bush non quelle di Katzav ad attrarre l'attenzione dei Paesi arabi all'Onu. Infuriati dal veto americano, tornano alla carica alla Assemblea generale.

Il Sudan chiede che venga approvata una risoluzione che vieti a Israele di espellere Arafat, «vista l'incapacità del Consiglio di sicurezza di assumersi la responsabilità». Bush parlerà all'Assemblea generale martedì. Potrebbe ricevere una pessima accoglienza.

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