Da La Stampa del 04/04/2003
Saddamiana
Chi ha tolto dalla storia la guerra Iran-Iraq?
di Mimmo Candito
DICONO con qualche ragione che la Storia la scrivano i vincitori. Dev'essere vero. Siamo arrivati alla Terza Guerra del Golfo, ma tutti ne parlano e ne scrivono come d'una Seconda Guerra. Dimenticando la (vera) Prima. Dal 1980 al 1988, sulle sponde del Golfo si combattè uno dei più feroci e crudeli conflitti della storia contemporanea. L'ayatollah Khomeini mandava a morire sui campi minati iracheni i suoi «bassiji», gli adolescenti che si sacrificavano portando al collo la chiave verde che gli avrebbe aperto il cancello del Paradiso di Allah. Ne morirono un milione, una intera generazione fu ridotta a brandelli sul fronte di Bassora e di Abadan.
Alle porte di Teheran oggi c'è un cimitero grande quanto un villaggio, ci si arriva con un autobus pieno di donne vestite di nero; e sulle tombe ci sono solo facce di bambini. Quella guerra, Saddam la combatté perché sperava di diventare «il Gendarme del Golfo»; ma anche fece un favore incalcolabile all'Occidente, fermando sullo Shatt Al-Arab l'espansione della rivoluzione khomeinista. E quando si trovò a mal partito nella penisola di Fao, usò i gas. Fece il lavoro sporco per conto degli Usa, ci fu perfino un colonello del CentCom del Pentagono che andò a vederne gli effetti (documenti segreti rivelati dal «New York Times» il 12 agosto dell'anno scorso).
Ora che George W. è andato in giro a convincere il mondo che Saddam è pericoloso perchè ha i gas, far ricordare che il Raìss li ha usati con il consenso americano sarebbe imbarazzante; quindi, come Stalin sbiancava le foto che mostravano Trockij, anche la (vera) Prima Guerra va cancellata dalla Storia. E il conto «politically correct» deve cominciare con Schwarzkopf. Che questa contabilità da magliari la contrabbandi l'America di Bush, è anche comprensibile. Sconcerta che i media del resto del mondo le vadano dietro al guinzaglio. Il conformismo viaggia in poltrona, sulle onde hertziane.
Alle porte di Teheran oggi c'è un cimitero grande quanto un villaggio, ci si arriva con un autobus pieno di donne vestite di nero; e sulle tombe ci sono solo facce di bambini. Quella guerra, Saddam la combatté perché sperava di diventare «il Gendarme del Golfo»; ma anche fece un favore incalcolabile all'Occidente, fermando sullo Shatt Al-Arab l'espansione della rivoluzione khomeinista. E quando si trovò a mal partito nella penisola di Fao, usò i gas. Fece il lavoro sporco per conto degli Usa, ci fu perfino un colonello del CentCom del Pentagono che andò a vederne gli effetti (documenti segreti rivelati dal «New York Times» il 12 agosto dell'anno scorso).
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